Il Bugiardino e l'etica della libertà

Con l'obbligo vaccinale vi è un doppio atto di violenza, sul corpo e sul cittadino, che deve sottomettersi come un suddito, rinunciando al principio di possesso del proprio corpo.

Il Bugiardino e l'etica della libertà
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30 Dicembre 2020 - 23.55


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di Marco Pitzalis.

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Premessa:
Ho fatto tutti i vaccini e li hanno fatti i miei due figli. Non sono No-vax (se non per l’imbecille calunniatore).
Il fatto di dover fare questa premessa, dà il segno della violenza che si sta manifestando in questa discussione contro chiunque metta in dubbio le politiche di questo governo e i discorsi ufficiali della stampa.
Questa violenza chiede una reazione, perché siamo a un passaggio storico che riguarda le libertà individuali.
Lo sciocco in questi giorni utilizza l’esempio del bugiardino per dirci che ingurgitiamo medicine che presentano rischi anche letali senza preoccuparci troppo.
Questa boutade mette in luce un difetto di comprensione profonda del problema:
Infatti, il bugiardino (che tu lo legga o meno) ti offre la possibilità di una scelta libera e informata. A ciascuno rimane infatti la libertà di scegliere tra il mal di testa e il rischio più o meno grave di uno shock anafilattico o altre reazioni allergiche.
Tutto il processo dunque si fonda sul principio di libertà informata. Si ha anche la libertà di non informarsi. Rimane dunque il fatto che ognuno di noi resta padrone del proprio destino e di ciò che più proprio della nostra persona, il corpo.
In secondo luogo la battuta contiene la solita generalizzazione da idioti. Infatti, al contrario di quello che dicono questi ipocondriaci, moltissime persone sono molto parche nel loro rapporto con le medicine. Proprio perché hanno imparato a usarle con responsabilità facendo una scelta continua tra rischio e dolore.
L’obbligo vaccinale di assunzione di un farmaco pone un problema etico: infatti da una parte c’è il problema della responsabilità sociale e dall’altra quello della salvaguardia individuale (della sua integrità fisica e della sua libertà).
L’obbligo vaccinale ci mette di fronte a un paradosso, poiché il rischio di reazioni avverse esiste e tali reazioni posso produrre danni irreversibili, l’obbligo vaccinale attribuisce allo stato un diritto sul corpo di una persona, pena la diminuzione delle sue libertà civili (si reclama l’esclusione dalla scuola per esempio). Vi è dunque un doppio atto di violenza, sul corpo e sul cittadino, che deve sottomettersi come un suddito. Rinunciando di fatto al principio di possesso del proprio corpo.
Il paradosso filosofico è molto interessante e meriterebbe approfondimento da parte di esperti.
Infatti, noi sappiamo che ogni società funziona su un equilibrio tra libertà personali e interessi della società. Qui però non si tratta di pagare le tasse, della proprietà privata o di altre questioni esterne. Riguarda un aspetto centrale della sussistenza stessa dell’individuo come entità intangibile e inviolabile.
Io riconosco che esiste un dovere verso la comunità. E infatti sono a favore dell’intervento dello stato in economia, alla tassazione progressiva e alla tassa di successione.
Mi ritrovo di meno quando si tratta di guerra. Infatti, essendomi formato nell’impegno pacifista, rivendico la libertà di non partecipare alla guerra come soluzione delle controversie internazionali. Quelli come me in guerra verrebbero etichettati come disfattisti o traditori, messi in prigione, licenziati o fucilati.
Non mi ritrovo affatto, quando si tratta di disporre del corpo dell’individuo.
la domanda che faccio è questa: Se sappiamo che statisticamente è molto probabile che un numero benché ridotto di persone potrà morire o subire lesioni permanenti, possiamo imporre un farmaco che salverà altre persone?
Stiamo infatti mettendo in conto che individui sani potranno non esserlo più per permettere ad altri non sani di poter vivere una vita quasi normale.
Se questo fosse, l’obbligo vaccinale equivarrebbe a una decisione unilaterale che provocherebbe un potenziale danno a individui che non vorrebbero assumerlo sulla base delle proprie convinzioni/dubbi. Se una persona costretta ad assumere il farmaco dovesse morire, si tratterebbe di omicidio.
L’unica via di uscita è accettare la scelta. Solo se scelgo liberamente e posso ponderare il rapporto tra rischio e benefici per me e la mia comunità, la mia diventa un’assunzione di responsabilità accettabile che salva i principi fondamentali del rispetto della persona umana e delle libertà fondamentali in una società democratica.
Assisto sgomento allo schierarsi di persone di antica militanza democratica dalla parte della mano destra dello stato. Una crescente militarizzazione delle coscienze che chiede repressione, esprime violenza verbale e simbolica e che chiede anche violenza fisica (ieri un amico di facebook, chiedeva la corte marziale). E’ una deriva morale che va bloccata.
In tutti gli stati diritto il dibattito è stato già risolto in direzione della libertà di scelta. L’Italia invece presenta una deriva autoritaria che va combattuta strenuamente. Questo a dimostrazione che la cultura liberale e quella democratica sono rimaste solo una superficiale crosta, buona solo a coprire gli interessi privati, ma priva di sostanza etica.
Per concludere, negli stati uniti, su circa un milione di persone vaccinate, non ci sono stati morti, ma ci sono stati alcuni casi di reazioni avverse molto gravi.
Negli USA c’è un sito pubblico che riporta i casi reazioni avverse.
Ecco di cosa abbiamo bisogno: libertà e trasparenza.
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Tratto da:
https://www.facebook.com/photo?fbid=406938260365942&set=a.142037106856060 

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