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Dissidenti, svegliatevi!

Si potrà incominciare a contrastare il Great Reset soltanto quando si identificheranno gli obiettivi della nostra rivoluzione. E' evidente: la rivoluzione, il Great Reset, dobbiamo farlo noi, cittadini di un mondo fondato su aberranti ingiustizie.

Dissidenti, svegliatevi!
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10 Gennaio 2023 - 23.17


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di Alfredo Tocchi.

Si è mai visto un lieto fine in cui l’eroe, dopo avere salvato il mondo, invece di baciare l’eroina torni a casa dalla mamma?
Sui gruppi Telegram, leggo ogni sorta di analisi sulle cause della distopia del nostro presente: “E’ colpa della Rivoluzione francese!”, “No, del Concilio Vaticano Secondo”, “No, del pensiero liberale”…
Naturalmente, quasi tutti additano come colpevole la massoneria, qualche erudito gli Straussiani, qualche altro le 300 famiglie che governano il mondo. C’è del vero in tutte queste teorie, ma anche molta fantasia.
Nella apparente complessità, per capirci qualche cosa bisogna partire dai meccanismi di emissione della moneta, dai quattro fondi che cumulativamente gestiscono oltre 23 trilioni di dollari, dall’ideologia della Fabian Society, dalla filosofia neomalthusiana, dalla politica americana e dall’ideologia propagandata dai media: Cancel culture, gender culture, mistificazione del significato di intelligenza artificiale, ateismo (Gesù è una fake news, Yuval Noah Harari).
Le colpe sono delle persone che promuovono il Great Reset. Il Great Reset prevede una drastica riduzione della popolazione e il rafforzamento dei monopoli sui quali si regge ormai tutta l’economia Occidentale: i settori informatico, delle telecomunicazioni, bancario, dei media, farmaceutico, industriale, commerciale e dei servizi sono controllati da un gruppo ristretto di soggetti e quasi sempre partecipati dai medesimi fondi d’investimento (Vanguard, BlackRock, State Street, Wellington).
Cosa c’entra tutto questo con la Rivoluzione francese, il Concilio Vaticano Secondo e il pensiero liberale? Poco o nulla. Al noto filosofo marxista che spopola sui social, io sommessamente faccio notare che anche i crimini di Iosif Stalin c’entrano con l’ideologia marxista, ma non per questo possiamo affermare che quei crimini siano una conseguenza dell’ideologia marxista. Risparmio una pedante lezioncina sul concetto di nesso eziologico; mi limito a osservare che la distorsione patologica non è una conseguenza necessaria, ma la conseguenza di una scelta di una via sbagliata di sviluppo.
Viviamo in un mondo assurdo, in cui – persino in Occidente – esistono ancora monarchie. Cosa c’è di più aberrante di una monarchia ereditaria? Suggerisco una risposta: il potere conferito a soggetti privati (tali sono le banche centrali) di emettere moneta.
Perché dovrei continuare a scrivere, se la maggior parte dei lettori reputa eticamente giusto che nel 2023 esistano ancora monarchie in Occidente? Perché dovrei continuare a scrivere – io liberale – se la causa è il pensiero liberale, il Concilio Vaticano Secondo o la Rivoluzione francese? Per riabilitare Maria Antonietta, ripristinare l’uso della liturgia in latino o dare vita a un nuovo esperimento marxista?
Sconfiggere il Great Reset per tornare al mondo di ieri, con tutte le sue aberranti ingiustizie? Salvare il pianeta per tornare a casa dalla mamma?
Si potrà incominciare a contrastare il Great Reset soltanto quando si identificheranno gli obiettivi della nostra rivoluzione. Per me è evidente: la rivoluzione, il Great Reset, dobbiamo farlo noi, cittadini di un mondo fondato su aberranti ingiustizie. Il progetto di Klaus Schwab non è altro che un consolidamento del potere nelle mani degli stessi soggetti che già lo detengono oggi, monarchi inclusi. Prevede la distruzione creativa del commercio al dettaglio sostituito da Amazon e dalle piattaforme di e-commerce, della piccola e media impresa sostituita dalle multinazionali (come auspicato dalla Fabian Society da più di un secolo) e, soprattutto, il rafforzamento dei monopoli (o oligopoli) che ho appena citato.
Il risultato finale sarà il definitivo assoggettamento della popolazione del mondo ai 300 Signori di sempre. Magari non saranno 300, magari saranno qualche milione (quelli che deterranno i diritti di proprietà intellettuale, le banche e tramite le banche le banche centrali che emettono moneta, i fondi d’investimento e tramite i fondi l’intera economia mondiale).

Per gli altri, si è già aperta un’epoca di schiavitù mistificata da libertà, in cui un essere umano non sarà libero neppure di decidere di rifiutare di inocularsi una terapia genica sperimentale spacciata per vaccino.
“Non più verso casa, non più indietro” (Hermann Hesse, Siddharta) dovrebbe essere l’imperativo di ogni dissidente. Il mondo di ieri era un po’ meglio del mondo distopico di oggi, ma comunque fondato su aberranti ingiustizie. Al contrario, il fronte della dissidenza è occupato da restauratori che – senza un obbiettivo comune – fanno il gioco di chi mira al consolidamento dello status quo.
Io non ci sto. La pandemia è finita, ma faceva parte del disegno transumanista: ne verranno provocate altre. Voi continuate pure a opporre al progetto di Klaus Schwab le vostre idealizzazioni del mondo di ieri, a rimpiangere come si stava bene ai tempi di Maria Antonietta, di Papa Pio XII, di prima dell’Illuminismo o del Positivismo. Continuate a sognare di tornare a casa dalla mamma.
Io sogno il vero lieto fine, che non è la fine della pandemia ma l’inizio di una vera rivoluzione che mini le fondamenta di un mondo tutto sbagliato.

L’essere umano ha in sé una straordinaria caratteristica innata: nonostante tutte le ingiustizie della natura, nonostante quella che provocatoriamente Michel Houellebecq ha definito “la mediocrità di Dio”, noi siamo in grado di ipotizzare un mondo migliore. Questa è la forza dei nostri avversari: loro ci spacciano il transumanesimo per “quel” mondo migliore. Io sono certo che sia l’ennesima mistificazione, finalizzata al dominio di un’élite sull’intera umanità.
L’homo sapiens, almeno in Occidente, è giunto a uno stadio evolutivo in cui si percepisce come una bestia al vertice della catena alimentare, un distruttore della biodiversità, un parassita. Non ci stupiamo se da questo disgusto nascerà il transumano, per i suoi sostenitori realizzazione del sogno di Friedrich Nietzsche, “l’Übermensch”, l’oltreuomo, il superuomo, per i suoi detrattori un simulacro dell’uomo. In tre parole, l’ideologia transumanista è l’esempio più recente della mostruosa volontà di potenza dell’essere umano, non a caso definito da Emil Cioran un eterno disadattato, un degenerato al vertice del mondo animale che tende in ogni modo a non identificarsi con la propria condizione, che è quella di “un devastatore che accumula misfatti su misfatti per la rabbia di vedere un insetto procurarsi agevolmente ciò che lui, con tanti sforzi, non riesce a ottenere.” Ma “L’impossibilità di astenersi, l’ossessione del fare denotano, a ogni livello, la presenza di un principio demoniaco” e tale principio demonico alberga nell’uomo, l’eterno insoddisfatto della creazione.
Io non provo disgusto per l’umanità, ma compassione. Credo nei principi della Rivoluzione francese e mi rammarico che la Restaurazione abbia trionfato. Cerco la mia Marianna per fondare una famiglia umana che rifiuti il transumanesimo e applichi fino in fondo la morale rivoluzionaria laica.
Questo è il mio lieto fine, lo stesso di tutte le storie romantiche.

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