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Il bilancio di Lakhdar Brahimi

Brahimi: giudice e parte in causa, con il suo mandato di infliggere alla Siria ciò che aveva fatto sopportare al suo proprio paese: la guerra. [Thierry Meyssan]

Il bilancio di Lakhdar Brahimi
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6 Aprile 2014 - 20.19


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«Sotto
i nostri occhi», cronaca di politica internazionale n°76

di
Thierry Meyssan
.

Dopo
il fallimento della conferenza di pace di Ginevra 2, l”inviato
speciale dei Segretari generali dell”Onu e della Lega Araba, Lakhdar
Brahimi, ha rinunciato a fissare una data per un nuovo incontro. Si è
prodigato nel diffondere accuse a carico della la Siria, alla quale
ha attribuito la responsabilità della guerra di cui essa è vittima.
Per Thierry Meyssan, Brahimi non solo era giudice e parte in causa,
ma il suo mandato è stato quello di infliggere alla Siria ciò che
aveva fatto sopportare al suo proprio paese: la guerra.


La
Conferenza di Ginevra 2 è fallita, in primo luogo, perché gli Stati
Uniti hanno deciso di sostenere la posizione saudita anziché onorare
la loro firma in calce alla dichiarazione di Ginevra 1 nonché, in
secondo luogo, perché era presieduta da Lakhdar Brahimi, il quale
non è stato imparziale, bensì ha servito Washington in modo zelante
anziché cercare la pace.

Sulla
scorta dei consigli della Russia, la Siria aveva accettato che
l”inviato speciale di Ban Ki-moon presiedesse le sessioni. Mosca
sperava all”epoca che Washington avrebbe mantenuto le sue promesse.
Damasco si ricordava che 25 anni prima, a Taif, Brahimi non era stato
un avversario della Siria. Tuttavia, il voto del Congresso USA per i
finanziamenti ad Al-Qa”ida nel corso di una sessione segreta [1], la
mancanza di rappresentatività e autorevolezza della delegazione
dell”opposizione siriana, la revoca dell”invito all”Iran alla vigilia
della conferenza, poi il discorso introduttivo del Segretario di
Stato John Kerry che accusava la Siria di tutte le responsabilità
[2], per non parlare degli ostacoli frapposti dall”Unione europea per
impedire fisicamente alla delegazione siriana di recarsi in Svizzera
[3], hanno dimostrato che Mosca si ingannava o era stata ingannata.

La
sessione di Montreux è stata concepita esclusivamente per mettere la
Siria sotto accusa e questa è caduta in un tranello. Infatti, gli
Stati Uniti avevano essi stessi compilato l”intervento
dell”opposizione e avevano lanciato due giorni prima un rapporto
apparentemente indipendente, in realtà una bufala finanziata dal
Qatar, che confrontava le prigioni siriane con il campo nazista di
Auschwitz [4]. Se Walid al-Moualem si è ragionevolmente rivolto
all”opinione pubblica siriana, John Kerry e i suoi alleati parlavano
al resto del mondo per imporre la loro propaganda.

I
colloqui di Ginevra hanno offerto l”occasione a Lakhdar Brahimi per
mettere in scena l”inflessibilità della Siria e incolparla della
guerra di cui essa è vittima. Così, agli occhi del mondo, le
vittime diventano carnefici. Ha concesso di parlare del terrorismo,
chiedendo di parlare del governo di transizione, poi ha accusato la
Siria di non giocare la partita, anche se la discussione sul
terrorismo aveva condotto a un chiaro sostegno della delegazione
della cosiddetta “opposizione” agli abusi degli jihadisti.

Dopo
la giravolta statunitense, Lakhdar Brahimi si è trasformato in
accusatore permanente della Siria. Il 14 marzo, davanti all”Assemblea
Generale delle Nazioni Unite, l”ha accusata di negare l”aiuto
internazionale umanitario e di affamare il proprio popolo. [5]

Ha
presentato la situazione nel campo di Yarmouk come frutto di una
volontà della Siria di affamare i palestinesi, passando sotto
silenzio che l”Autorità palestinese sostiene la Siria e l”ha
ringraziata per quello che fa a Yarmouk. Soprattutto, non ha mai
cessato di affermare che il conflitto oppone il governo ad alcuni dei
suoi cittadini e non può trovare una soluzione militare. Questo
significa eludere i dieci anni di preparazione di questa guerra da
parte dell”Occidente, come sia stata innescata inviando cecchini a
Deraa e diffondendo disinformazione circa la tortura dei bambini.
Significa ancora ignorare la presenza di combattenti stranieri,
quantunque Brahimi avesse in precedenza ammesso che erano almeno
40mila. Sebbene questa cifra risulti tre volte inferiore alla realtà,
basta già a far capire quanto questa sia una guerra d”aggressione
paragonabile a quella subita dal Nicaragua negli anni ”80.

Col
senno di poi, sembra che la Siria abbia sbagliato nel seguire i
consigli russi e nel dare fiducia a Lakhdar Brahimi. La sua nomina
era di per sé il segno del fallimento a venire: mentre il suo
predecessore, Kofi Annan, si era dimesso, dicendo che la sua missione
era impossibile a causa della divisione del Consiglio di Sicurezza,
lui l”aveva accettata con un sorriso.

Poi,
Lakhdar Brahimi aveva accumulato il suo ruolo di inviato speciale del
Segretario generale dell”Onu con quello di inviato speciale del
Segretario generale della Lega Araba, da cui la Siria è stata
indebitamente esclusa. Era quindi giudice e parte in causa.

In
occasione della sua nomina, nell”agosto 2013, avevo scritto un
articolo sul suo passato e l”avevo sottoposto a un importante
quotidiano siriano (non avevo ancora il privilegio di scrivere per
Al-Watan).
In esso riferivo il suo impegno, nel 1992, tra i dieci membri
dell”Alto Consiglio di Sicurezza algerino [6]. Questo preteso
campione della democrazia aveva a quel tempo annullato i risultati
delle elezioni democratiche, aveva costretto il presidente Bendjedid
a dimettersi e aveva piazzato i generali
janviéristes
al potere,* innescando un terribile decennio di guerra civile, del
quale il popolo algerino porta tuttora le cicatrici e che ha recato
vantaggi soltanto agli Stati Uniti.

All”epoca,
il leader degli islamisti algerini, Abbasi Madani, prese come
consulente politico il pseudo laico siriano Bourhan Ghalioun (futuro
presidente del Consiglio nazionale siriano). La fazione islamista
armata GSPC (rinominata nel 2007 Al-Qa”ida nel Maghreb islamico) è
stata addestrata all”uso delle armi con il Gruppo islamico che
combatteva in Libia (ridenominato nel 1997 Al-Qa”ida in Libia); la
maggior parte dei combattenti dei due gruppi sono oggi incorporati
nelle fazioni armate in Siria.

Molto
preoccupati per le conseguenze di queste rivelazioni, funzionari
siriani si opposero alla loro pubblicazione. Secondo loro, la
diffusione di un tale articolo sarebbe stata interpretata, compresa
la Russia, come un desiderio di rottura da parte della Siria. Così
l”ho pubblicato in Algeria, a casa di Brahimi, su El-Ekhbar, il
secondo quotidiano del paese. [7] Gli ha sollevato una bufera contro.

Osserviamo
oggi l”eredità di Lakhdar Brahimi: prima ancora di aver partecipato
a scatenare la guerra civile algerina, aveva negoziato per la Lega
Araba gli accordi di Taif (1989), che hanno diviso il Libano in
comunità religiose che ne fanno a tutt”oggi tutto fuorché uno Stato
sovrano. Brahimi è anche colui che ha negoziato gli accordi di Bonn
(2002), che hanno installato al potere a Kabul il clan Karzai per
conto della NATO. Infine, quanto al famoso rapporto, cui ha dato il
suo nome, della Commissione delle Nazioni Unite che ha presieduto per
le operazioni di mantenimento della pace [8], vi consacra
«l”intervento
umanitario
»,
il nuovo nome del colonialismo. Soprattutto, egli condivide la deriva
dell”Organizzazione che ha inventato le truppe d”interposizione per
imporre la pace delle grandi potenze in luogo di osservatori aventi
l”incarico di monitorare l”applicazione di una pace negoziata tra le
parti in conflitto. Ha sostenuto di dover basare la governance
globale su una dottrina di intervento e un Servizio d”intelligence
sovranazionale denominato servizio “di appoggio alla decisione”,
che Ban Ki -moon ha affidato… alla NATO. [9]

Inoltre,
Brahimi non è mai stato “negoziatore” né “mediatore”
nel conflitto. Il suo mandato, firmato da Ban Ki-moon, gli chiedeva
di fare uso dei “suoi talenti e [della] sua esperienza
straordinari” (
sic)
per portare la Siria verso una “transizione politica, in
conformità con le legittime aspirazioni del popolo siriano”
[10]. E “transizione” qui non significa passaggio dalla
guerra alla pace, bensì da una Siria sovrana a una Siria asservita,
senza Bashar el-Assad.

Lakhdar
Brahimi, che si presenta come un ex militante terzomondista, non ha
mai servito i popoli del terzo mondo – nemmeno il suo – né ha mai
rotto con le grandi potenze. Non merita il rispetto che gli abbiamo
accordato.

*
NdT: Con il termine “Janviéristes” (che richiama
«Janvier», ossia Gennaio) detti anche «Décideurs» (ossia
«Decisori»), ci si riferisce ai generali dell”esercito algerino
(ANP) che l”11 gennaio 1992 impedirono il secondo turno elettorale
che avrebbe regalato una vittoria schiacciante al partito islamista,
il “Front islamique du salut” (FIS), che aveva già
ottenuto 188 seggi al primo turno delle legislative, svoltosi il 26
dicembre 1991. Si trattava dell”emersione piena di una struttura fin
lì presente in modo informale e segreto, che legava le massime
autorità militari.

NOTE:

[1]
«
Gli Stati Uniti, primi finanziatori mondiali del terrorismo»,
di Thierry Meyssan, Al-Watan (Siria), Rete Voltaire, 3 febbraio 2014.


[2]
“
John Kerry’s opening speech at the Geneva 2 Conference”,
by John F. Kerry, Voltaire Network, 22 January 2014.



[4]
«
Le accuse di Carter-Ruck contro la Siria»,
Rete Voltaire, 1 febbraio 2014.


[5]
“
Briefing on Syria by Lakhdar Brahimi to the UN General Assembly”,
by Lakhdar Brahimi, Voltaire Network, 14 March 2014.


[6]
Islam
and democracy: the failure of dialogue in Algeria

par Frédéric Volpi, Pluto Press, 2003 (p. 55 et suivantes).


[7]
«
Il Piano Brahimi»,
di Thierry Meyssan, El-Ekhbar (Algérie), Rete Voltaire, 28 agosto
2012.




 

 

Questa
“cronaca settimanale di politica estera” appare
simultaneamente in versione araba sul quotidiano
“Al-Watan”
(Siria), in versione tedesca sulla
“Neue
Reinische Zeitung”
,
in lingua russa sulla
“Komsomolskaja
Pravda”
,
in inglese su
“Information
Clearing House”
,
in francese sul
“Réseau
Voltaire”
.

Thierry
Meyssan, 6 aprile 2014.





Traduzione
a cura di
Matzu
Yagi
.

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