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Mosca e Washington intendono rifondare le relazioni internazionali

I media atlantisti sono affetti da una brusca febbre russofoba. Ma Obama e Putin agiscono congiuntamente di fronte ai falchi liberali e ai neocon USA. [Thierry Meyssan]

Mosca e Washington intendono rifondare le relazioni internazionali
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4 Ottobre 2015 - 21.58


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«Sotto i nostri
occhi» – Cronaca di politica internazionale n°148

di Thierry Meyssan.

Mentre i media atlantisti sono malati,
affetti da una brusca ondata di febbre russofoba, Thierry Meyssan interpreta
l”azione militare di Mosca in Siria come il primo passo di una revisione
globale delle relazioni internazionali. A suo avviso, quel che è in gioco in
Siria non sta nel sapere se la Russia salverà la Repubblica Araba Siriana dai
jihadisti, ma se il suo esercito potrà in parte sostituire quello degli Stati
Uniti nella regione, al fine di garantirne la sicurezza. Basandosi su un
documento interno del Consiglio di sicurezza, afferma che Vladimir Putin e
Barack Obama agiscono congiuntamente di fronte ai falchi liberali e ai
neoconservatori statunitensi.

NELLA FOTO in alto:

A New York, Barack Obama e Vladimir Putin hanno concordato un processo di
pace per tutto il Nord Africa e il Medio Oriente. Manterranno la promessa?

DAMASCO (Siria) – La Russia si muove
lentamente all”ONU. I suoi dirigenti sono convinti che i gruppi terroristici
islamici siano stati incoraggiati dalla CIA fin dagli anni cinquanta, ma che oggi
minacciano non solo la stabilità della regione, ma gli interessi degli stessi
Stati Uniti. Come fu spiegato da Vladimir Putin l”anno scorso al Valdai Club, è
dunque opportuno lavorare insieme per risolvere il problema attuale.

Tuttavia, i leader russi sono ugualmente
convinti che Washington non ascolti i suoi partner, se non quando questi sono
forti. La Duma ha quindi discusso azioni militari contro i gruppi terroristici
in Siria e ha dato la sua approvazione. Questo è il secondo intervento esterno
della Federazione Russa dalla sua creazione, nel 1991 (il primo fu la guerra in
Ossezia del Sud, nel 2008). Immediatamente, le forze armate russe hanno fatto
decollare i propri bombardieri da Latakia e hanno distrutto installazioni di Al-Qa”ida
e Ahrar al-Sham.

La scelta di questi bersagli mirava a
ottenere i seguenti risultati:

costringere le
altre potenze a chiarire la loro politica nei confronti di questi gruppi
terroristici;

inviare un
messaggio alla Turchia i cui ufficiali attualmente inquadrano Ahrar al-Sham;

Infine,
dimostrare che nessun gruppo terroristico sarà risparmiato.

Questo intervento dimostra il desiderio
della Russia di svolgere un ruolo in Medio Oriente, non contro gli Stati Uniti,
ma con loro. Lungi dallo sfidare il presidente Obama, la Russia intende fornirgli
l”assistenza militare che altrimenti gli mancherebbe intanto che il Pentagono è
diventato il campo di battaglia di scontri interni.

Chi sostiene i
gruppi terroristici?

È diventato abbastanza
comune ammettere che i jihadisti in Siria sono armati e finanziati da potenze
straniere. Tuttavia, nessuno Stato rivendica pubblicamente un tale sostegno. Le
reazioni all”operazione di polizia russa anti-terrorismo in Siria hanno
evidenziato le contraddizioni di molte parti interessate.

Così, il ministro degli Esteri
francese, Laurent Fabius, ha affermato che «Una coalizione [intorno alla
Russia] le cui stesse basi vieterebbero qualsiasi unione dei siriani contro i
terroristi, alimenterebbe in realtà la propaganda di Daesh e rafforzerebbe il
suo potere di attrazione». In tal modo, ha ammesso che l”obiettivo della
Francia e dei suoi alleati in Siria – Turchia e Arabia saudita – non era quello
di combattere contro Daesh, bensì contro la visione russa delle relazioni
internazionali.

Il presidente della Commissione Forze
Armate del Senato USA, John McCain, ha detto Al-Sham qu”Ahrar includeva
elementi che erano stati addestrati e armati dagli Stati Uniti. Pertanto,
secondo lui, l”attacco russo contro i terroristi è un ”aggressione contro gli
Stati Uniti. Seguendo la stessa logica, ha preconizzato di fornire missili
terra-aria agli jihadisti affinché abbattano gli aerei russi.

Un messaggio
alla Turchia

Sapendo che il gruppo Ahrar al-Sham,
già sponsorizzato dal Kuwait, è stato in gran parte finanziato e diretto da
ufficiali dell”esercito turco, questi bombardamenti hanno rivolto un monito al
presidente Recep Tayyip Erdoğan.

Costui ha appena sostituito il principe
saudita Bandar bin Sultan nella veste di coordinatore del terrorismo islamico
internazionale. Poi ha fatto della Turchia il rifugio dei Fratelli Musulmani,
in sostituzione del Qatar. Nel dicembre 2014, la Turchia aveva firmato un
accordo strategico sul gas con la Russia, che aveva alla fine abbandonato sotto
la pressione statunitense. Allo stesso tempo, la Turchia e l”Ucraina hanno
creato una «Brigata islamica internazionale» per combattere «l”occupazione
russa della Crimea». I rapporti tra Ankara e Mosca sono quindi improvvisamente diventati
tesi
[1].

Durante una visita a Mosca del
Presidente Erdoğan, il 23 settembre, in occasione della inaugurazione della più
grande moschea d”Europa, il suo omologo russo era riuscito a convincerlo ad
ammorbidire la sua retorica contro la Repubblica araba siriana, ma non a fargli
abbandonare la sua politica di aggressione.

Tornato nel suo paese, Erdoğan aveva
semplicemente dichiarato che la partenza del presidente Assad non era più un
prerequisito per la soluzione della crisi siriana. Trovando questo passo avanti
ancora insufficiente, la Russia aveva poi assegnato delle patenti di lotta anti-Daesh
al PKK, lasciando intendere che potrebbe sostenere il partito curdo turco
contro il suo governo.

Nessun gruppo
terroristico sarà risparmiato

Scegliendo di colpire Al-Qa”ida e Ahrar
al-Sham, la Russia ha spostato il dibattito dall”unanimità di facciata contro
Daesh, alla cacofonia di fronte ad Al-Qa”ida. Se tutti ora ammettono che
l”organizzazione fondata da Osama bin Laden è sin dall”origine una creazione
degli Stati Uniti, tutti credono o fingono di credere che essa si sia rivoltata
contro il suo creatore e gli abbia inflitto terribili perdite l”11 settembre
2001.

Ora, Al-Qa”ida è stata l”alleato della
NATO in Libia per rovesciare la Jamahiriya e assassinare Muammar Gheddafi.
Questa realtà fu così scioccante per il generale statunitense Carter Ham,
comandante dell”AfriCom, che chiese di essere sollevato dal suo incarico a
favore dell”Alleanza atlantica.

In Siria, Francia e Turchia consegnarono
munizioni ad Al-Qa”ida attraverso l”Esercito siriano libero, così come viene
attestato da un documento dell”ESL, trasmesso il 14 Luglio 2014 al Consiglio di
Sicurezza delle Nazioni Unite
[2].

E attualmente, il generale David
Petraeus, ex direttore della CIA, nonché il suo amico John McCain fanno appello
affinché si sostenga Al-Qa”ida contro la Repubblica araba siriana.

Il gruppo Ahrar Al-Sham stesso è stato
costituito poco prima dell”inizio degli eventi in Siria, nel marzo 2011, da
parte dei Fratelli musulmani, di cui alcuni erano quadri di Al-Qa”ida. Per
inciso, la sua esistenza dimostra che, contrariamente ai propositi del
presidente Hollande enunciati dal podio delle Nazioni Unite, il terrorismo in
Siria esisteva prima che iniziasse la guerra e non ne è quindi la conseguenza, bensì
la causa, come afferma il presidente Assad.

In definitiva, quali che siano le
menzogne della NATO e le contraddizioni che si generano tra di loro, i russi
non risparmieranno alcuni gruppi in funzione dei loro sponsor segreti ma
bombarderanno tutti gli obiettivi legati ai gruppi terroristici elencati dalle
Nazioni Unite (Al-Qa”ida, Al-Nusra, Daesh).

Chi si oppone
attivamente all”intervento russo?

Fin dall”inizio del dispiegamento delle
forze armate russe (e non si è ancora dibattuto delle truppe di terra
provenienti dai paesi dell”OTSC), una vasta campagna di disinformazione si
svolge in tutto il mondo per accusare la Russia delle seguenti cose:

di inquadrare
l”Esercito arabo siriano;

di bombardare non
tanto gruppi terroristici, quanto popolazioni civili «ostili al regime»;

di preparare una vasta
offensiva con i Guardiani della Rivoluzione iraniana.

La propaganda di guerra, che era la
base e la caratteristica della guerra di quarta generazione coordinata dalla
NATO da febbraio 2011 a marzo 2012, era via via diminuita. Mentre per un anno
si sentiva ogni giorno una storia immaginaria che illustrava i crimini presunti
del “regime”, la propaganda di guerra si limitava ormai a pochi
piccoli gruppi; tra cui l”Osservatorio Siriano sui Diritti Umani, un laboratorio
londinese dei Fratelli Musulmani al quale si abbeverano i media atlantisti. Con
un riflesso pavloviano, i media atlantisti stupidamente riproducono le menzogne
più oltraggiose.

In primo luogo, hanno utilizzato un
video dell”Esercito arabo siriano in cui si odono voci russe in modo da far
credere che i siriani erano inquadrati da ufficiali russi. In realtà, la voce
corrisponde a uno scambio avvenuto con i walkie-talkie tra jihadisti. Yuri
Artamonof smantellato questa cattiva interpretazione studiando la traccia audio
[3].

Poi è arrivata una valanga di immagini
e video sulle vittime civili dei bombardamenti russi. Immagini e video mostrati
durante il dibattito alla Duma, vale a dire prima del bombardamento.

Infine, si mostra la presenza di
combattenti iraniani in Siria come la preparazione di una vasta controffensiva del
“regime” e dei suoi alleati contro i “ribelli”. Infatti,
dopo la caduta di Palmyra, delle forze iraniane sono state autorizzate dagli
Stati Uniti a essere coinvolte in Siria, ma il numero è ancora inferiore a
5000, che risulta assai insufficiente per condurre una controffensiva in un
territorio immenso. Per quanto riguarda i ribelli armati, abbiamo già riferito
che sono tutti legati sia ad Al-Qa”ida, sia a Daesh.

Resta ancora da dimostrare chi organizzi
questa campagna di avvelenamento mediatico e perché. Se non è possibile trovare
la soluzione pensando solo alla Siria, la risposta è chiara quando si colloca
questo teatro di guerra nel quadro della riforma delle relazioni
internazionali.

La proposta
russa al Consiglio di sicurezza

La Russia ha proposto che il Consiglio
di Sicurezza studi durante tutto il mese di ottobre il modo di lottare contro
il terrorismo, non solo in Siria, ma in tutto l”insieme del Nord Africa e del Vicino
Oriente
[4].

Evidentemente, Mosca e Washington hanno
concordato di attuare l”accordo che avevano concluso nel 2012 (e che Clinton,
Petraeus, Allen, Feltman, Hollande e Fabius hanno sabotato): spartirsi le
responsabilità nel mondo arabo. Tuttavia, la Russia non desidera costringersi a
stare su delle sabbie mobili e chiede in primo luogo un consolidamento del
terreno.

Ricordiamo la base di questo accordo: gli
Stati Uniti potranno ritirare una parte delle loro truppe di stanza nella zona
quando la Russia si farà garante della sicurezza di Israele
[5].

La Russia pone come condizione di
questa nuova spartizione del mondo il passaggio da un sistema imperialista,
come quello di Yalta, a un sistema basato sul diritto internazionale in
generale, e sulla Carta delle Nazioni Unite, in particolare. Condanna quindi in
anticipo «l”interferenza negli affari interni di Stati sovrani, l”uso della
forza senza l”autorizzazione del Consiglio di Sicurezza e la consegna d”armi ad
attori non statali estremisti».

Se non ci si sbaglia, questa soluzione presume
l”attuazione delle risoluzioni del Consiglio di Sicurezza, comprese quelle
relative a Israele, l”attuazione dell”Iniziativa di pace araba e del piano
d”azione comune globale per il programma nucleare iraniano, l”istituzione di
meccanismi che controllino il rispetto dell”insieme di questi testi da parte
degli Stati, e, infine, la lotta globale contro l”ideologia dei Fratelli
Musulmani.

Da ricordare:

—-
Nonostante il pesante contenzioso che li oppone (dispiegamento dello scudo
missilistico, rovesciamento del regime in Ucraina, tentativo di giudicare
Putin davanti a un Tribunale Internazionale), il Cremlino ritiene di poter
aiutare l”amministrazione Obama a rilevare l’inefficacia della sua politica e
a ritornare al diritto internazionale.

—-
È solo a questa condizione che la Russia è pronta a condividere con gli Stati
Uniti la responsabilità per la sicurezza del Nord Africa e del Medio Oriente,
inclusa la sicurezza di Israele.

—-
I bombardamenti russi in Siria non sono diretti contro gli alleati degli
Stati Uniti, ma costituiscono un aiuto militare al Presidente Obama al quale
la Coalizione anti-Daesh, da un anno in qua, non obbedisce.

—-
La Russia spera di condurre gli Stati Uniti a una conferenza di pace
regionale mirante ad attuare le risoluzioni del Consiglio di sicurezza –
compreso il ritiro di Israele entro i confini del 1967 – nonché l”Iniziativa
di pace araba e il Piano di azione globale comune riguardante il programma
nucleare iraniano.

—-
Per sconfiggere definitivamente il terrorismo islamico, conviene combatterne
la causa: l”ideologia materialista dei Fratelli Musulmani.

NOTE

[1]Verso la fine del sistema di Erdoğan“, «L’Ukraine et la Turquie créent une Brigade internationale
islamique contre la Russie
», di Thierry Meyssan, Réseau Voltaire, Megachip  – 15 giugno e 12
agosto, 2015.

[2] «Résolution
2165 et débats (aide humanitaire en Syrie)
», Réseau Voltaire, 14 juillet 2014.

[3] “Are there Russian troops in Syria?”, Yuri
Artamonov, September 5, 2015.

[4] Da leggere assolutamente: «Proposition
russe d’un débat au Conseil de sécurité sur le terrorisme
», Réseau Voltaire, 1er octobre 2015.

[5]Obama e Putin si spartiranno il Medio Oriente?», di Thierry Meyssan, Оdnako (Russia), Rete
Voltaire, 23 febbraio 2013.

Thierry Meyssan, 4 ottobre 2015.

Traduzione a cura di Matzu Yagi.

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