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La Cina si schiera nel Medio Oriente

'Xi Jinping propone al Medio Oriente di partecipare a costruire la ''nuova via della seta'' per crescere e liberarsi dal colonialismo occidentale. [T.Meyssan]
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La Cina si schiera nel Medio Oriente
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25 Gennaio 2016 - 18.45


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«Sotto i nostri occhi» – Cronaca di politica internazionale n°164

di
Thierry Meyssan
.

Il presidente cinese Xi Jinping sta
compiendo una tournée in Arabia Saudita, Egitto e Iran. Ufficialmente non per
parlare di politica ma esclusivamente di economia. La Cina propone agli Stati
del Medio Oriente di partecipare alla costruzione della «nuova via della seta»
per poter crescere e liberarsi dal colonialismo occidentale.

L”ILLUSTRAZIONE
QUI SOPRA:

Il principe Mohammed bin Salman
accoglie la delegazione cinese all’aeroporto di Riad il 16 gennaio 2016
.

Il mondo arabo di oggi è dominato dagli Stati
Uniti, che cercano di sfruttarlo e di ostacolarne lo sviluppo. Tuttavia le
numerose rivolte in Palestina, Siria, Iraq, Yemen e Bahrein dimostrano una
volontà di resistenza che contrasta con la servitù volontaria degli europei.

Questo gioco, interamente controllato da
Washington dall’epoca dei successi di Henry Kissinger, è messo in crisi da un
lato dall”intervento militare russo in Siria e dall’altro dal ritorno del
commercio cinese, che ha dominato il Mediterraneo nella tarda antichità e nel
Medioevo. È in questo contesto che il presidente Xi Jinping ha intrapreso un
tour in Arabia Saudita, in Egitto e in Iran, con l”obiettivo di aprire
collegamenti di una nuova via di comunicazione, secondo il suo slogan da quando
è diventato leader nel 2013: «Una cintura, una strada». Si tratta allo stesso
tempo di un itinerario terrestre come l’antica “via della seta” e di un antico
percorso marittimo come quello immaginato dall’ammiraglio Zheng He in epoca
Ming. Per portare a compimento questo fondamentale progetto che sta preparando
da una decina d’anni, la Repubblica popolare Cinese ha istituito l’anno scorso
la Banca Asiatica d’Investimento per le Infrastrutture (AIIB), della quale sono
membri i tre Stati che Xi sta visitando oggi, anche se l”Iran non ha ancora ratificato
il trattato.

Benché il presidente cinese eviti di
parlare di politica e di contrastare direttamente gli interessi occidentali, il
suo progetto economico, se dovesse essere realizzato, porterebbe a una
leadership russo-cinese nel mondo e segnerebbe la fine dell”impero
talassocratico britannico e statunitense.

Sarebbe sbagliato credere che Pechino non
faccia politica e sia, in questo senso, assente dalla regione mediorientale. La
Cina ha sostenuto la lotta per la resistenza della Palestina che ha potuto così
aprire, già da tempo, un ufficio di rappresentanza a Pechino. Nel 2006, i
missili aria-mare cinesi avevano permesso a Hezbollah di impedire a Israele di
bombardare la costa libanese e, secondo molti esperti, quei missili non erano
guidati da arabi ma da consulenti cinesi. Oggi la Cina si è invitata ai
negoziati sulla Siria e negli ultimi mesi ha ricevuto i rappresentanti di tutte
le fazioni. In ogni caso, Xi ha limitato gli interventi politici durante il suo
viaggio.

Nel 2015 la Cina ha prodotto Dragon Blade, un film altamente
spettacolare sulla via della seta durante la tarda antichità che si propone di
dimostrare che gli imperi non sono necessariamente nemici ma possono cooperare
nel loro reciproco interesse.

Arabia
Saudita

La Cina è il principale cliente dell”Arabia
Saudita, da cui importa petrolio per 70 miliardi di euro l”anno, e spera quindi
che i Saud consentano alle sue merci di transitare attraverso il loro Stato [in
questo caso, la loro proprietà]. Tuttavia, cinesi e sauditi sono rivali in
Pakistan e stanno combattendo una guerra feroce nello Xinjiang. Da almeno un
decennio, tramite i servizi sauditi gli Stati Uniti reclutano jihadisti cinesi
durante il pellegrinaggio alla Mecca. Spesso sono Uiguri (etnia islamica
turcofona che vive nel nord-ovest della Cina, ndt) manovrati anche dai servizi turchi per compiere attentati,
all’inizio nella Cina occidentale ma ormai in tutto il paese, nel nome dello
Stato Islamico.

Il re Salman e il presidente cinese Xi
hanno inaugurato la raffineria di Yasref (nella zona di Yanbu Al-Sinaiyah),
sulla costa occidentale del paese. È la prima raffineria costruita all”estero
dal gruppo petrolifero cinese Sinopec: del valore di 10 miliardi di dollari,
per due terzi è di proprietà di Saudi Aramco e per un terzo della compagnia
cinese. Costruito in due anni, questo gigantesco impianto è un investimento
fatto quando la Coalizione internazionale americana anti-Daesh ha bombardato e
distrutto tutti gli investimenti equivalenti della Cina in Iraq.
Nell’eventualità di una futura divisione dell”Arabia, la raffineria si
troverebbe nello Stato formatosi intorno alle moschee sante.

Il presidente Xi ha incontrato anche il segretario generale del Consiglio di
cooperazione del Golfo (CCG), per accelerare la creazione di un”area di libero
scambio, e quello dell’Organizzazione della cooperazione islamica.

Nel 2009 la tv nazionale cinese ha
trasmesso una serie di 59 puntate sulla vita e i viaggi di Zheng He, il
“grande eunuco dai tre gioielli” che nel XV secolo cercò di
ripristinare la via della seta però attraverso il mare. Formò una flotta di 70
navi e 30.000 marinai, fece il pellegrinaggio alla Mecca, risalì il Mar Rosso
fino all’Egitto e discese lungo le coste africane fino al Mozambico. La serie
evidenzia la natura pacifica delle sette spedizioni di Zheng He. Per ragioni di
politica interna, alla sua morte i suoi scritti furono bruciati, l”imperatore distrusse
la flotta e la Cina si chiuse in sé stessa per seicento anni.

Egitto

Giunto in Egitto, Xi ha incontrato il suo
omologo, il generale Abd al-Fattah al-Sisi, presidente della repubblica
egiziana, e i due hanno fatto il bilancio della costruzione del raddoppiamento
del Canale di Suez. L”anno scorso gli occidentali si erano stupiti per questo
sforzo faraonico del Cairo mentre l”Egitto non era nemmeno in grado di nutrire
il suo popolo e sopravviveva solo grazie agli aiuti finanziari sauditi. Pare
ormai chiaro che questo progetto, del tutto privo di senso in termini di
commercio mondiale attuale, si inserisce in quello a medio termine della Cina.

Una grande area industriale è stata aperta
presso la foce del Canale, a 120 chilometri dal Cairo. Sono previsti
investimenti senza precedenti che consentiranno di dare lavoro a 40.000
egiziani. Già ora, i cinesi hanno talmente investito nelle cave che la pietra è
diventata l’asse degli scambi commerciali tra i due Stati.

Inoltre, la Cina partecipa alla costruzione
di una nuova capitale egiziana.

Il Cairo, che al tempo di Nasser era la
principale potenza araba, è stato gradualmente cancellato dalla scena
internazionale. Ora la vittoria del presidente al-Sisi sui Fratelli Musulmani e
la relativa stabilità del paese gli permettono di pensare nuovamente di riavere
quel ruolo. La scoperta italiana di notevoli riserve di petrolio gli
garantiscono di risolvere rapidamente i suoi problemi economici e già gli
permettono di contrarre prestiti sui mercati internazionali.

La delegazione cinese, ricordando le
relazioni tra i due Stati al tempo di Nasser e Zhou Enlai, ha incontrato il
presidente della Camera dei deputati Ali Abdel Al e stabilito una cooperazione
istituzionale con l”Assemblea del Popolo.

Il presidente Xi e il suo omologo egiziano
hanno pubblicamente dichiarato il loro sostegno al processo politico in Siria e
respinto ogni tentativo di rovesciare il regime con la forza. Tuttavia, si sono
astenuti dal riferire il contenuto dei loro scambi al riguardo.

Xi si è infine rivolto alla Lega araba,
sottolineando l”enorme potenziale commerciale della regione e la necessità di
collaborare pacificamente tra le nazioni per accelerare lo sviluppo economico.

Repubblica
Islamica dell”Iran

Mentre scrivo queste righe, Xi è appena giunto
in Iran. Le due nazioni hanno una lunga storia comune fin dai tempi antichi,
come testimoniano alcune statue di Persepoli e l”influenza cinese nella pittura
iraniana. Durante il Medioevo, la via della seta aggirava India e percorreva
l”Asia centrale attraversando l”Iran, l”Iraq e la Siria. Dall’avvento del
presidente Ahmadinejad, le università iraniane hanno ridotto la loro formazione
in lingua inglese per aumentare la pratica del cinese.

Per Pechino, l”Iran non è solo una tappa
storica sulla via della seta, è una cultura vicina da cui è stata a lungo
separata, un partner naturale che grazie alla sua identità musulmana
permetterebbe alla Cina di entrare più facilmente in un mondo arabo percepito
generalmente come arretrato e violento.

La Repubblica popolare cinese e la
Federazione Russa hanno annunciato l”intenzione di far entrare la Repubblica
Islamica dell”Iran come membro a pieno titolo dell”Organizzazione di Shanghai
per la cooperazione (SCO: organismo intergovernativo fondato nel 2001, ndt). Tale decisione, rinviata durante
il periodo delle sanzioni occidentali, renderà Teheran un protagonista nelle
relazioni internazionali.

Da ricordare:

La Cina intende
continuare la costruzione della nuova via della seta attraverso il mondo
arabo. Ha già ottenuto il raddoppiamento del Canale di Suez. Agisce
prudentemente con l”Arabia Saudita e sembra più a suo agio con l”Egitto e
l”Iran.

 Pechino è interessata agli scambi
commerciali con il Medio Oriente, ma ancora di più con l”Europa attraverso il
Medio Oriente.

Sebbene si
astenga dallo scoprirsi sul piano politico, con discrezione la Cina è
presente accanto alle Resistenze arabe 
all”imperialismo occidentale. Presto l”Iran diventerà membro a pieno
titolo dell”Organizzazione di Shanghai per la cooperazione.

Thierry
Meyssan, 24 gennaio 2016

Traduzione
a cura di Emilio Marco Piano
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