Il suicidio europeo di fronte alla Turchia

Gran parte dei miliardi assegnati ad Ankara finanzierà il sostegno ai jihadisti e, di conseguenza, aumenterà il numero di migranti in fuga dalla guerra [Thierry Meyssan]

Il suicidio europeo di fronte alla Turchia
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21 Marzo 2016 - 19.49


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«Sotto i nostri
occhi» – Cronaca di politica internazionale n°174

di
Thierry Meyssan
.

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Nel firmare un accordo – peraltro illegale
nel diritto internazionale – con la Turchia per rallentare l”afflusso di
migranti, i leader dell”Unione europea si sono impegnati più a fondo in un
patto con il diavolo. Gran parte dei 3 miliardi di euro all”anno assegnati ad
Ankara servirà a finanziare il sostegno ai jihadisti e, di conseguenza, ad aumentare
il numero di migranti in fuga dalla guerra. In particolare nell”abrogare il
visto nei prossimi mesi con la Turchia, gli europei stabiliscono la libera
circolazione tra i campi di al-Qa”ida in Turchia e Bruxelles. Nello schiacciare
i popoli iracheno e siriano sotto l”oppressione dei jihadisti che finanziano
indirettamente e nell”abbandonare il popolo turco alla dittatura del presidente
Erdoğan, si
preparano le basi di un vasto confronto di cui saranno le vittime.

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Alla conferenza stampa del 18 marzo
2016, il presidente dell”Unione europea, Donald Tusk (un polacco che difende
gli interessi della Germania), sembrava cercare di calmare la furia del
presidente della Commissione, Jean-Claude Juncker (un lussemburghese che
difende gli interessi degli Stati Uniti). Con la gioia più grande di un primo
ministro turco beffardo, Ahmet Davutoğlu.

© Unione europea

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«La democrazia è un tram,

ci saliamo per andare

dove si vuole andare

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per poi scenderne.»

Recep Tayyip
Erdoğan (1996).

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DAMASCO (Siria)  –   Il Consiglio europeo del 17 e 18 marzo 2016
ha adottato un piano per risolvere il problema sollevato dal massiccio afflusso
di migranti provenienti dalla Turchia [1].

I 28 capi di Stato e di governo si sono assoggettati a tutte le richieste
di Ankara.

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Abbiamo già analizzato il modo in cui gli Stati Uniti intendevano
utilizzare gli eventi del Vicino Oriente per indebolire l”Unione europea [2].

All”inizio dell”attuale crisi dei “rifugiati”, siamo stati i
primi ad osservare tanto il fatto che questo evento era stato deliberatamente
provocato quanto i problemi insolubili che stava per porre [3]. Purtroppo, tutte le nostre
analisi si sono verificate e le nostre posizioni sono state, in seguito,
ampiamente adottate dai nostri detrattori di allora.

Andando oltre tutto questo, vogliamo studiare il modo in cui la Turchia ha
preso in mano il gioco e la cecità dell”Unione europea che continua a stare
sempre un passo indietro rispetto agli avvenimenti.

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Il gioco di Recep Tayyip Erdoğan

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Il presidente Erdoğan non è un uomo politico
come gli altri. E nemmeno sembra che gli europei, né i popoli né i loro capi, ne
abbiano preso consapevolezza.

—-  In primo luogo, è stato originato dalla Millî
Görüş, un movimento islamico panturchista legato ai Fratelli Musulmani dell”Egitto
e favorevole alla restaurazione del Califfato [4].

Secondo lui — come d”altronde i
suoi alleati del Milliyetçi Hareket Partisi (MHP)
— i turchi sono i discendenti degli Unni di Attila, anche
loro figli del lupo delle steppe dell”Asia centrale, di cui condividevano la
resistenza e l”insensibilità. Formano una razza superiore destinata a governare
il mondo. La loro anima è l”Islam.

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Il presidente Erdoğan è l”unico capo di
stato in tutto il mondo a rivendicare un”ideologia della supremazia etnica,
perfettamente paragonabile all”ideologia nazista della razza ariana. È anche
l”unico capo di Stato al mondo a negare i crimini della sua storia, tra cui
l”uccisione dei non-musulmani da parte del sultano Abdulhamid II (i massacri
hamidiani del 1894-1895: almeno 80.000 cristiani uccisi e 100.000 cristiani
incorporati con la forza negli harem), poi dai Giovani Turchi (genocidio degli
armeni, degli assiri, dei caldei, dei siriaci, dei greci del Ponto e degli yazidi
dal 1915 al 1923: almeno 1.200.000 di morti): un genocidio che venne eseguito
con l”ausilio di ufficiali tedeschi, tra cui Rudolf Höss, futuro direttore del
campo di Auschwitz [5].

Nel celebrare il 70° anniversario della liberazione dall”incubo nazista, il
presidente Vladimir Putin ha osservato che «le idee di supremazia razziale e di
esclusività hanno provocato la guerra più sanguinosa della storia» [6].

Poi, nel corso di una marcia — e senza nominare
Turchia
— ha invitato tutti i russi a essere pronti a rinnovare il
sacrificio dei loro nonni, se necessario, per salvare il principio stesso di
uguaglianza tra gli esseri umani.

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—-  In secondo luogo, Erdoğan, che è sostenuto appena da un terzo della sua
popolazione, governa da solo il suo paese con la forza. È impossibile sapere cosa
pensi esattamente il popolo turco, dal momento che la pubblicazione di
qualsiasi informazione che metta in discussione la legittimità del presidente
Erdoğan è ormai considerata come una violazione della sicurezza
dello Stato e porta subito in galera. Tuttavia, se ci si riferisce ai più
recenti studi pubblicati nel mese di ottobre 2015, meno di un terzo
dell”elettorato lo sostiene. È una quota assai inferiore rispetto ai nazisti
nel 1933, che disponevano allora del 43% dei voti. Ragion per cui,
Erdoğan non ha potuto vincere le elezioni parlamentari se non
truccandole grossolanamente. Tra le altre cose:

—- 
I media dell”opposizione sono stati imbavagliati: i maggiori quotidiani
Hürriyet e Sabah così come la televisione
ATV sono stati attaccati dagli squadristi del partito al potere; le indagini
hanno preso di mira i giornalisti e gli organi di informazione accusati di
sostenere il “terrorismo” o di aver fatto osservazioni diffamatorie
contro il presidente Erdoğan; diversi siti web sono stati bloccati; i fornitori
di servizi digitali hanno rimosso dalle loro piattaforme i canali televisivi di
opposizione; tre dei cinque canali televisivi nazionali, compresa l”emittente
pubblica, sono stati, nei loro programmi, chiaramente favorevoli al partito al
potere; altri canali televisivi nazionali, Bugün TV e Kanaltürk, sono stati
chiusi dalla polizia.

—- 
Uno Stato straniero, l”Arabia Saudita, ha versato 7 miliardi di lire in “doni”
volti a “convincere” gli elettori a sostenere il presidente Erdoğan (pari
a circa 2 miliardi di euro).

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—- 
128 sezioni politiche del Partito della Sinistra (HDP) sono state
attaccate da squadristi del partito del presidente
Erdoğan. Molti candidati e i loro staff sono stati bastonati
selvaggiamente. Più di 300 negozi curdi sono stati saccheggiati. Decine di
candidati dell”HDP sono stati arrestati e detenuti in custodia cautelare
durante la campagna.

—- 
Oltre 2.000 oppositori sono stati uccisi durante la campagna elettorale,
o tramite attentati o a causa della repressione del governo che ha preso di
mira il PKK. Diversi villaggi del sud-est del paese sono stati parzialmente
distrutti dai carri armati dell”esercito. Dal momento della sua
“elezione”, una cappa di silenzio incombe sul paese. È diventato
impossibile informarsi sulla situazione della Turchia attraverso la sua stampa
nazionale. Il principale quotidiano di opposizione, Zaman, è stato posto sotto tutela e si limita ormai a incensare la
grandezza del “sultano” Erdoğan. La guerra civile, che già imperversa
nella parte orientale del paese, si estende con attentati da Ankara a Istanbul,
nella totale indifferenza degli europei [7].

Erdoğan governa quasi da solo, circondato da un
piccolo gruppo, tra cui il Primo Ministro Ahmet
Davutoğlu. Ha dichiarato pubblicamente durante la campagna elettorale che non
applicava più la Costituzione e che tutti i poteri gli erano ormai ricondotti.

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Il 14 marzo 2016, il presidente Erdoğan ha dichiarato che di
fronte ai curdi «La democrazia, la libertà e lo stato di diritto non hanno più
alcun valore». Ha annunciato la sua intenzione di ampliare la definizione
legale di «terroristi» per includere tutti coloro che sono «nemici dei turchi» ovverosia,
i turchi e i non-turchi che si oppongano alla loro supremazia .

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Per mezzo miliardo di euro, Recep
Tayyip Erdoğan si è fatto costruire il più grande palazzo mai occupato da un
capo di Stato nella storia del mondo: Il “palazzo bianco”, con
riferimento al colore del suo partito, l”AKP. Si estende su 200.000 metri
quadrati e comprende ogni sorta di servizi, tra cui alcuni bunker con
dispositivi di sicurezza ultra-moderni collegati a sistemi satellitari.

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—-  In terzo luogo, il Presidente Erdoğan ha usato i poteri che si è attribuito in modo
incostituzionale per trasformare lo Stato turco nello sponsor del jihadismo
internazionale. Nel dicembre 2015, la polizia e la Giustizia turca erano stati
in grado di ricostruire i legami personali di Erdo
ğan e di suo figlio Bilal con Yasin al-Qadi, il banchiere
globale di Al-Qa”ida. Ha quindi rimosso gli ufficiali e i magistrati che hanno
osato «ledere gli interessi della Turchia» (sic),
mentre Yasin al-Qadi e lo Stato intentava un processo a carico del quotidiano
di sinistra
BirGün per aver ripreso il mio editoriale intitolato “Al-Qa’ida, eterno
complemento della NATO
“.

Lo scorso febbraio, la Federazione russa ha presentato un rapporto di
intelligence al Consiglio di sicurezza dell”ONU che attesta il sostegno dello
Stato turco in favore del jihadismo internazionale, in violazione di numerose
risoluzioni [8].
Ho pubblicato uno studio dettagliato su queste accuse, immediatamente censurato
in Turchia [9].

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La
risposta dell”Unione Europea

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L”Unione europea aveva inviato una delegazione per monitorare le elezioni
parlamentari del novembre 2015. Ha ritardato a lungo la pubblicazione della sua
relazione, e ha deciso di pubblicarne una breve versione edulcorata.

In preda al panico per via delle reazioni delle proprie popolazioni che reagiscono
duramente al massiccio afflusso di migranti
— e, per i tedeschi, all”abolizione del salario minimo che ne è risultata — i 28 capi di Stato e di governo dell”Unione hanno messo
a punto con la Turchia una procedura affinché essa risolva i loro problemi.
L”Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati, Filippo Grandi, ha subito
notato che la soluzione scelta viola il diritto internazionale, ma – posto che
le cose possano essere migliorate – non sta in questo il problema principale.

L”Unione si è impegnata a:

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versare 3 miliardi di euro all”anno alla Turchia per
aiutarla a rispettare i suoi obblighi, ma senza meccanismi di verifica sull”uso
di tali fondi;

       
mettere fine all”obbligo di visto per i turchi che entrano
nell”Unione [10]:
cosa che risulta solo una questione di pochi mesi o addirittura di settimane;

       
accelerare i negoziati di adesione della Turchia all”Unione:
cosa che, per  contro, risulterà assai
più lunga e aleatoria.

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In altre parole, accecati dalla recente sconfitta elettorale di Angela
Merkel [11],
i dirigenti europei si sono accontentati di trovare una soluzione provvisoria
per rallentare il flusso di migranti, senza cercare di risolvere il problema e senza
tener conto dell”infiltrazione di jihadisti in mezzo a questo flusso.

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Che cosa abbiamo combinato?

© Unione europea

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Il
precedente di Monaco

Negli anni ”30, le élite europee e statunitensi consideravano che l”URSS, per
via del suo modello, minacciasse i loro interessi di classe. Così hanno
sostenuto collettivamente il progetto nazista mirante alla colonizzazione
dell”Europa orientale e alla distruzione dei popoli slavi. Nonostante i
ripetuti appelli di Mosca affinché si creasse un”ampia alleanza contro il
nazismo, i leader europei accettarono tutte le rivendicazioni del cancelliere
Hitler, compresa l”annessione di aree popolate dei Sudeti. Furono gli accordi
di Monaco di Baviera (1938), che portarono l”URSS al “si salvi chi
può” e a concludere da parte sua il patto germano-sovietico (il c.d. patto
Ribbentrop-Molotov del 1939). Fu solo quand”era troppo tardi, che alcuni leader
europei, e poi statunitensi, si accorsero del loro errore e decisero di
allearsi con Mosca contro i nazisti.

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Sotto i nostri occhi, gli stessi errori si ripetono. Le élites europee considerano la Repubblica
siriana come un avversario, sia difendendo il punto di vista coloniale di
Israele, sia sperando di ri-colonizzare essi stessi il Levante e di
impadronirsi delle sue enormi riserve di gas ancora non sfruttate. Esse hanno dunque
sostenuto l”operazione segreta statunitense volta al “cambio di
regime” e hanno fatto finta di credere alla favola della “primavera
araba”. Dopo cinque anni di guerra per procura, poiché hanno constatato
che il presidente Bashar al-Assad è ancora lì benché si siano annunciate mille
volte le sue dimissioni, gli europei hanno deciso di finanziare fino a 3
miliardi di euro all”anno il sostegno turco ai jihadisti. Tutto questo, secondo
la loro logica, dovrebbe consentire loro la vittoria e quindi mettere fine alle
migrazioni. Non tarderanno ad accorgersi [12], ma comunque troppo tardi, che con
l”abrogazione dei visti per gli espatriati turchi, hanno autorizzato la libera
circolazione tra i campi di al-Qa”ida in Turchia e Bruxelles [13].

Il confronto con la fine degli anni ”30 è particolarmente appropriato perché in occasione degli accordi di Monaco il Reich nazista aveva già annesso l”Austria senza provocare reazioni notevoli degli altri Stati europei. Ebbene, oggi la Turchia occupa già il nord-est di uno Stato membro dell”Unione europea, Cipro, e una striscia di pochi chilometri di profondità in Siria è amministrata da un wali (prefetto) nominato allo scopo. Non solo l’Unione europea si accomoda, ma – per via del suo atteggiamento – incoraggia Ankara a continuare le sue annessioni in violazione del diritto internazionale. La logica comune del cancelliere Hitler e del presidente Erdoğan si basa sulla unificazione della “razza” e l’epurazione della popolazione. Il primo intendeva unire le popolazioni di “razza tedesca” ed epurarle degli elementi “stranieri” (gli Ebrei e i Rom), il secondo vuole unire le popolazioni di “razza turca” ed epurarle degli elementi “stranieri” (i Curdi e i Cristiani).

Nel 1938, le élites europee credevano nell”amicizia del cancelliere Hitler, oggi in quella del presidente Erdoğan.

.

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NOTE

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[1] “Next operational steps in EU-Turkey cooperation in the
field of migration
”, Voltaire
Network
, 16 March 2016
.

[2] “La cecità
dell’Unione Europea di fronte alla strategia militare degli Stati Uniti
“, di Thierry
Meyssan, Megachip, Rete Voltaire, 27 Aprile 2015.

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[3] «La falsa
“crisi dei rifugiati”
», di Thierry Meyssan, Megachip, Rete Voltaire,
7 settembre 2015.

[4] “Verso la fine del
sistema Erdoğan
“, di Thierry Meyssan, Megachip, Rete Voltaire,
15 giugno 2015.

[5] «La
Turquie d’aujourd’hui poursuit le génocide arménien
»,
par Thierry Meyssan, Réseau Voltaire, 26 avril 2015.

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[6] «Discours
de Vladimir Poutine pour le 70e anniversaire de la Victoire de la Grande Guerre
Patriotique
», par Vladimir Poutine, Traduction
Sayed 7asan, Réseau Voltaire, 9 mai 2015.

[7] «L’Union
européenne a abandonné ceux qui se battent pour défendre les libertés en
Turquie
», par Can Dündar, Le Monde
(France) , Réseau Voltaire, 18 mars 2016.

[8] «Rapport
de renseignement russe sur l’aide actuelle turque à Daesh
»,
Réseau Voltaire, 18 février 2016.

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[9] “Ecco come la
Turchia sostiene i jihadisti
“, di Thierry Meyssan, Megachip, Rete Voltaire,
22 febbraio 2016.

[10] “Roadmap towards a visa-free regime with Turkey”, Voltaire Network, 16 March 2016..

[11] „Alternative für Deutschland nimmt kein Blatt vor den
Mund
“, von Ian
Blohm, Ãœbersetzung Horst Frohlich, Strategic Culture Foundation
(Russland) , Voltaire Netzwerk, 12.
März
2016.

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[12] «Lettre
ouverte aux Européens coincés derrière le rideau de fer israélo-US
»,
par Hassan Hamadé, Réseau Voltaire, 21 mai 2014.

[13] “Israeli general says al Qaeda’s Syria fighters set up
in Turkey
”, Dan
Williams, Reuters, January 29, 2014.

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Thierry Meyssan, 20 marzo 2016.
Traduzione a cura di Matzu Yagi

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