Perché il cessate il fuoco è fallito in Siria

'Il pubblico occidentale era entusiasta del cessate il fuoco in Siria, lo ha creduto una via per la pace. Ma l''inizio della guerra e la posta in gioco dicono altro [T. Meyssan]'

Perché il cessate il fuoco è fallito in Siria
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25 Settembre 2016 - 21.34


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«Sotto i nostri
occhi» – Cronaca di politica internazionale n°201

di Thierry Meyssan.

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Il pubblico occidentale si è entusiasmato per il cessate il fuoco
russo-statunitense in Siria e ha creduto che avrebbe potuto portarvi la pace. Ciò
significa non avere alcuna memoria dell”inizio della guerra né capire a quale posta
in gioco conduce. Spiegazioni…

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L’IMMAGINE QUI SOPRA  –  Donbass-Levante:
due guerre un solo obiettivo. Incaricato di tagliare la “nuova via della
seta” che dovrà passare per la Siberia e raggiungere l”Unione europea
attraverso l”Ucraina, il Presidente Petro Poroshenko è andato a ribadire il 21
settembre al Consiglio di Sicurezza la propaganda anglosassone a proposito
della guerra contro la Siria e l”Iraq che mira anch’essa a tagliare il
tracciato storico della “via della seta”.

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DAMASCO (Siria) – Il cessate il fuoco in Siria ha tenuto solo per la
settimana dell’Eid. Era l”ennesima dopo la firma della pace tra gli Stati Uniti
e la Russia. Non è durato più di questa pace e delle precedenti.

Riepiloghiamo i fatti: il 12 dicembre 2003, il presidente George W. Bush firmava
una dichiarazione di guerra alla Siria, il
Syrian Accountability Act. Dopo una serie di tentativi di aprire le ostilità
(vertice della Lega araba nel 2004, assassinio di Rafik Hariri nel 2005, guerra
contro il Libano nel 2006, creazione del Fronte di salvezza nel 2007, ecc.), le
forze speciali USA passavano all”offensiva nei primi mesi del 2011, mentre si
impegnavano a una messa in scena volta a far credere a una
“rivoluzione” interna. Dopo due veti nel Consiglio di Sicurezza della
Russia e della Cina, gli Stati Uniti accettarono una pace a Ginevra che firmarono
in assenza delle parti siriane, il 30 giugno 2012.

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Prima
osservazione:

Coloro che pretendono che l”attuale conflitto non sia un’aggressione esterna,
ma una “guerra civile”, non possono spiegare le conseguenze della
dichiarazione di guerra alla Siria da parte del presidente Bush nel 2003, né
perché la pace del 2012 sia stata firmata dalle grandi potenze in assenza di
qualsiasi siriano.

Dopo la firma della pace, quattro anni fa, la guerra è ripresa, nonostante
tutti i tentativi di soluzione negoziata, uno contro uno, fatti dal segretario
di Stato John Kerry e il suo omologo russo Sergey Lavrov.

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Nel corso di questi quattro anni, ho mano a mano evidenziato i dettagli dei
conflitti all”interno dell”apparato statale USA (le manovre di Jeffrey Feltman
e dei generali David Petraeus e John Allen contro il presidente Obama, così
come i problemi in seno al CentCom). Oggi, secondo la stampa statunitense, gli
uomini della CIA e del Pentagono stanno conducendo una dura battaglia in Siria;
mentre il segretario alla Difesa Ashton Carter ha pubblicamente detto che non
pensava che i suoi uomini avrebbero applicato l”accordo firmato dal suo collega
John Kerry; il quale ha espresso scetticismo sulla propria capacità di far
rispettare la sua firma da parte del suo paese.

Seconda
osservazione:

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Non solo il presidente Barack Obama non è in grado di imporre la propria
volontà ai vari rami della sua amministrazione, ma non riesce nemmeno più ad
arbitrare tra di loro. Ogni ramo sta perseguendo la propria politica, sia
contro gli altri rami sia contro nemici esterni.

Gli Stati Uniti hanno cambiato più volte lo scopo della guerra, cosa che rende
la loro politica assai poco leggibile.

– Nel 2001, Washington cercava di
controllare tutte le risorse del petrolio e del gas nel mondo, essendo persuasa
che ci stavamo dirigendo verso un periodo di carenza. È su questa base che ha
riunito degli alleati contro la Siria. Eppure, alla fine degli anni 2010, aveva
abbandonato la teoria del “picco del petrolio” e si dirigeva invece
verso l”indipendenza energetica.

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– Nel 2011, Washington ha
organizzato i disordini di Deraa pensando di provocare una sollevazione
popolare e cambiare il governo laico siriano con i Fratelli Musulmani. Era il
modello della “primavera araba”. Tuttavia, nel 2013, dopo il
rovesciamento di Mohamed Morsi in Egitto, ha tratto le sue conclusioni dal
fallimento di questa esperienza e ha abbandonato l”idea di affidare il potere
nei paesi arabi alla Confraternita islamista.

– Nel 2014, poiché la guerra
continuava, Washington ha deciso di usarla per tagliare il progetto del presidente
cinese Xi Jinping di restauro della “Via della Seta”, il che li ha
costretti a trasformare l’«Emirato islamico dell”Iraq» in Daesh.

– Nel 2015, dopo l”intervento
militare russo, senza abbandonare l”obiettivo anti-cinese prefissato,
Washington ne ha aggiunto un secondo: impedire a Mosca di sfidare la sua
egemonia e l”organizzazione unipolare delle relazioni internazionali.

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Terza
osservazione:

I cambiamenti di scopo sono stati per forza respinti dalle potenze che ne
pagavano il prezzo: il Qatar per quanto riguarda le questioni energetiche e la
Fratellanza Musulmana per il rovesciamento del regime. Ora questi attori sono sostenuti
da potenti lobby negli Stati Uniti: ExxonMobil (la più importante
multinazionale mondiale) e la famiglia Rockefeller per il Qatar, la CIA e il
Pentagono per i Fratelli Musulmani.

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Sul campo di battaglia, i mezzi impiegati dalla Russia attestano
inequivocabilmente la superiorità delle sue nuove armi su quelle della NATO.

Quarta
osservazione:

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Per i Capi di Stato Maggiore e i comandanti interarmi di combattimento degli
Stati Uniti (CentCom, EuCom, PaCom, ecc.), la fine del loro dominio materiale
convenzionale non deve permettere di contestare il loro status di prima potenza
militare mondo. Questo li porta a dissociarsi dalla CIA sull”uso dei Fratelli
Musulmani, pur rimanendo loro alleati a proposito del prevenire il
dispiegamento cinese e quindi del sostegno a Daesh.

L’accordo russo statunitense del 9 settembre prevedeva chiaramente di
separare alcuni gruppi – i cui leader erano stati giudicati frequentabili dalle
due parti – dagli altri jihadisti. Poi, di stabilire un coordinamento militare
per schiacciare i jihadisti [1].

E, infine, di formare un governo di unità nazionale, compresi i leader dei gruppi
che erano stati separati, sul modello dei governi locali imposti dagli Imperi
europei nel XIX secolo all”Impero Ottomano.

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Il Pentagono ha accettato questo accordo a due condizioni: innanzitutto
tagliare la Via della Seta. Cosa che lo ha spinto a bombardare l”esercito arabo
siriano a Deir ez-Zor per impedire che lo portasse alla fine ad aggirare Daesh
dalla valle dell”Eufrate. Poi, a lavorare sì con i russi, ma non su un piano di
parità.

La prima condizione è un atto di guerra contro la Siria, in pieno cessate
il fuoco, che offende l”intera comunità internazionale. Il secondo è evidentemente
inaccettabile per la Russia.

Per mascherare il crimine commesso dal Pentagono e dal Regno Unito a Deir
ez-Zor, l’MI6 britannico ha organizzato il caso del “bombardamento”
di un convoglio umanitario.

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In realtà, questo convoglio era stato perquisito dall”Esercito arabo siriano.
Non conteneva nessuna arma (o più nessuna arma) ed era stato autorizzato a
passare dopo la fine del cessate il fuoco. Era stato allestito dalla Mezzaluna
Rossa siriana, una ONG legata al governo di Damasco, ed era destinato a gente
siriana che si trovava sotto occupazione jihadista. Contrariamente alle dichiarazioni
occidentali, non è mai stato bombardato, come dimostrano le immagini trasmesse
dall’MI6 sotto l”etichetta di “Caschi Bianchi”. Da nessuna parte
vediamo crateri né sfondamenti di strutture. Il convoglio è stato attaccato al
suolo ed è bruciato. Le immagini di un drone dell”Armata russa mostrano la
presenza di jihadisti al momento dell”attacco, mentre la zona doveva essere
smilitarizzata.

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Quali che siano i fatti, gli Stati Uniti hanno accusato la Russia di aver violato
il cessate il fuoco, cosa che non ha fatto, il tutto mentre lo avevano appena violato
essi stessi bombardando l’Esercito arabo siriano a Deir ez-Zor. La propaganda
anglosassone è stata ripetuta il 21 settembre, con un certo aplomb, da parte dei ministri e
presidenti del campo occidentale, John Kerry (USA), Petro Poroshenko (Ucraina),
Jean-Marc Ayrault (Francia) e Boris Johnson (Regno Unito).

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Osservazione
finale:

I negoziati tra John Kerry e Sergey Lavrov sono ripresi. Non hanno lo scopo
di riscrivere ancora una volta un accordo di pace sul quale tutto è già stato
detto, ma quello di aiutare il Dipartimento di Stato affinché possa vincere le
resistenze che incontra nel proprio paese.

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NOTA

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[1] “Russian-US Agreement on
Syria
”, Associated Press (USA), Voltaire Network, 9 September 2016.

Traduzione a cura
di Matzu Yagi.

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