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Gli eventi intorno alla crisi siriana stanno accelerando, e
rivelano la profondità del conflitto tra il campo atlantista e il blocco
russo-cinese. Dopo aver osservato il crescente rischio di una guerra
generalizzata – convenzionale o addirittura nucleare – Thierry Meyssan analizza
le manovre degli Stati Uniti e le risposte ad esse da parte della Russia.
rivelano la profondità del conflitto tra il campo atlantista e il blocco
russo-cinese. Dopo aver osservato il crescente rischio di una guerra
generalizzata – convenzionale o addirittura nucleare – Thierry Meyssan analizza
le manovre degli Stati Uniti e le risposte ad esse da parte della Russia.
«Sotto
i nostri occhi» – Cronaca di politica internazionale n°202
i nostri occhi» – Cronaca di politica internazionale n°202
di
Thierry Meyssan.
Thierry Meyssan.
Dopo la distruzione dell”orgoglio della
marina degli Emirati avvenuta il 1°
ottobre, le forze armate delle petro-dittature del Golfo esitano a continuare da
sole la guerra contro la Repubblica araba siriana. È
chiaro a tutti che il missile terra-mare che ha distrutto il catamarano wave-piercing è un”arma estremamente
sofisticata, di cui nulla di simile si è mai visto sinora su qualsiasi campo di
battaglia.
marina degli Emirati avvenuta il 1°
ottobre, le forze armate delle petro-dittature del Golfo esitano a continuare da
sole la guerra contro la Repubblica araba siriana. È
chiaro a tutti che il missile terra-mare che ha distrutto il catamarano wave-piercing è un”arma estremamente
sofisticata, di cui nulla di simile si è mai visto sinora su qualsiasi campo di
battaglia.
L”idea di un coordinamento di jihadisti con i
soli loro alleati locali, senza l”intervento degli Stati Uniti, è ancora più
difficile da immaginare dal momento che la rivalità tra Arabia Saudita e Qatar
ha costantemente sabotato le fasi precedenti della guerra.
soli loro alleati locali, senza l”intervento degli Stati Uniti, è ancora più
difficile da immaginare dal momento che la rivalità tra Arabia Saudita e Qatar
ha costantemente sabotato le fasi precedenti della guerra.
Washington sta quindi seriamente considerando
l”unica opzione rimanente: il confronto militare diretto.
l”unica opzione rimanente: il confronto militare diretto.
Gli Stati Uniti hanno sollecitato i 64 Stati
e le 3 istituzioni internazionali che hanno aderito alla loro cosiddetta coalizione
anti-Daesh affinché lancino un attacco contro Damasco. In
pratica, solo il Canada, la Francia, l”Olanda e il Regno Unito sono presenti. L”idea
è quella di lanciare missili da crociera su Damasco e Latakia, e di bombardare
l”Esercito arabo siriano. Questo
progetto è stato annunciato ai membri della NATO durante il Consiglio Atlantico
del 27 settembre.
e le 3 istituzioni internazionali che hanno aderito alla loro cosiddetta coalizione
anti-Daesh affinché lancino un attacco contro Damasco. In
pratica, solo il Canada, la Francia, l”Olanda e il Regno Unito sono presenti. L”idea
è quella di lanciare missili da crociera su Damasco e Latakia, e di bombardare
l”Esercito arabo siriano. Questo
progetto è stato annunciato ai membri della NATO durante il Consiglio Atlantico
del 27 settembre.
Questa operazione comporta la
riorganizzazione dei preparativi in corso per la liberazione di Mosul in Iraq,
attualmente occupato da Daesh. Tutti
sanno già che il vero obiettivo di questa coalizione non è quello annunciato,
ma è diretto a cambiare l”occupante a Mosul. Non
ha lo scopo di mettere veri rappresentanti iracheni al potere, né i suoi
abitanti storici, ma solo gli iracheni sunniti, al fine di creare un
«Sunnistan». La
Coalizione non ha bombardato Daesh, ma non ha esitato a distruggere – «per
caso» – una milizia composta da volontari sciiti che erano venuti, a differenza
della coalizione, per liberare la città dall”oscurantismo. Il
presidente Recep Tayyip Erdoğan ha dato il proprio via libera dichiarando al
giornale Sabah che una volta che Mosul
fosse liberata, la città apparterrebbe ai suoi abitanti, «… e solo gli arabi
sunniti, turcomanni e curdi sunniti possono rimanere». In
altre parole, la coalizione si propone di finire il lavoro che Washington aveva
affidato a Daesh. Il
suo vero obiettivo è quello di appoggiare la pulizia etnica praticata dai
jihadisti, in particolare l”espulsione o il massacro dei cristiani e yazidi
curdi, al fine di creare uno stato religioso omogeneo.
riorganizzazione dei preparativi in corso per la liberazione di Mosul in Iraq,
attualmente occupato da Daesh. Tutti
sanno già che il vero obiettivo di questa coalizione non è quello annunciato,
ma è diretto a cambiare l”occupante a Mosul. Non
ha lo scopo di mettere veri rappresentanti iracheni al potere, né i suoi
abitanti storici, ma solo gli iracheni sunniti, al fine di creare un
«Sunnistan». La
Coalizione non ha bombardato Daesh, ma non ha esitato a distruggere – «per
caso» – una milizia composta da volontari sciiti che erano venuti, a differenza
della coalizione, per liberare la città dall”oscurantismo. Il
presidente Recep Tayyip Erdoğan ha dato il proprio via libera dichiarando al
giornale Sabah che una volta che Mosul
fosse liberata, la città apparterrebbe ai suoi abitanti, «… e solo gli arabi
sunniti, turcomanni e curdi sunniti possono rimanere». In
altre parole, la coalizione si propone di finire il lavoro che Washington aveva
affidato a Daesh. Il
suo vero obiettivo è quello di appoggiare la pulizia etnica praticata dai
jihadisti, in particolare l”espulsione o il massacro dei cristiani e yazidi
curdi, al fine di creare uno stato religioso omogeneo.
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