Possiamo ancora prevenire la guerra generalizzata?

Gli eventi intorno alla crisi siriana stanno accelerando, e rivelano la profondità del conflitto tra il campo atlantista e il blocco russo-cinese. [Thierry Meyssan]

Possiamo ancora prevenire la guerra generalizzata?
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9 Ottobre 2016 - 00.01


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Gli eventi intorno alla crisi siriana stanno accelerando, e
rivelano la profondità del conflitto tra il campo atlantista e il blocco
russo-cinese. Dopo aver osservato il crescente rischio di una guerra
generalizzata – convenzionale o addirittura nucleare – Thierry Meyssan analizza
le manovre degli Stati Uniti e le risposte ad esse da parte della Russia.

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«Sotto
i nostri occhi» – Cronaca di politica internazionale n°202

di
Thierry Meyssan
.

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Dopo la distruzione dell”orgoglio della
marina degli Emirati avvenuta il 1
°
ottobre, le forze armate delle petro-dittature del Golfo esitano a continuare da
sole la guerra contro la Repubblica araba siriana.
È
chiaro a tutti che il missile terra-mare che ha distrutto il catamarano wave-piercing è un”arma estremamente
sofisticata, di cui nulla di simile si è mai visto sinora su qualsiasi campo di
battaglia.

L”idea di un coordinamento di jihadisti con i
soli loro alleati locali, senza l”intervento degli Stati Uniti, è ancora più
difficile da immaginare dal momento che la rivalità tra Arabia Saudita e Qatar
ha costantemente sabotato le fasi precedenti della guerra.

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Washington sta quindi seriamente considerando
l”unica opzione rimanente: il confronto militare diretto.

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Gli Stati Uniti hanno sollecitato i 64 Stati
e le 3 istituzioni internazionali che hanno aderito alla loro cosiddetta coalizione
anti-Daesh affinché lancino un attacco contro Damasco.  
In
pratica, solo il Canada, la Francia, l”Olanda e il Regno Unito sono presenti.
L”idea
è quella di lanciare missili da crociera su Damasco e Latakia, e di bombardare
l”Esercito arabo siriano.
Questo
progetto è stato annunciato ai membri della NATO durante il Consiglio Atlantico
del 27 settembre.

Questa operazione comporta la
riorganizzazione dei preparativi in corso per la liberazione di Mosul in Iraq,
attualmente occupato da Daesh.
Tutti
sanno già che il vero obiettivo di questa coalizione non è quello annunciato,
ma è diretto a cambiare l”occupante a Mosul.
Non
ha lo scopo di mettere veri rappresentanti iracheni al potere, né i suoi
abitanti storici, ma solo gli iracheni sunniti, al fine di creare un
«Sunnistan».
La
Coalizione non ha bombardato Daesh, ma non ha esitato a distruggere – «per
caso» – una milizia composta da volontari sciiti che erano venuti, a differenza
della coalizione, per liberare la città dall”oscurantismo.
Il
presidente Recep Tayyip Erdoğan ha dato il proprio via libera dichiarando al
giornale Sabah che una volta che Mosul
fosse liberata, la città apparterrebbe ai suoi abitanti, «… e solo gli arabi
sunniti, turcomanni e curdi sunniti possono rimanere».
In
altre parole, la coalizione si propone di finire il lavoro che Washington aveva
affidato a Daesh.
Il
suo vero obiettivo è quello di appoggiare la pulizia etnica praticata dai
jihadisti, in particolare l”espulsione o il massacro dei cristiani e yazidi
curdi, al fine di creare uno stato religioso omogeneo.
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Reagendo al progetto di bombardare la
Repubblica araba siriana, la Russia ha rivelato l”installazione in Siria di
batterie di difesa aerea dotate di missili S-300 e S-400.
Secondo
gli esperti russi, queste armi non soltanto sono in grado di distruggere
qualsiasi aeromobile in volo, compresi gli aerei stealth, ma anche i missili da
crociera.
Dal
momento che questa situazione non si è mai verificata sul campo di battaglia,
non si sa se l”affermazione sia vera.

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Questo annuncio ha sollevato un enorme
scalpore in Israele, dal momento che i loro esperti sono ormai convinti che si siano
state armi russe ad aver abbattuto uno dei loro aerei e danneggiato un altro
quando Tsahal ha violato la cessazione delle ostilità, il 13 settembre, durante
l’Eid.

Gli Stati Uniti hanno risposto ordinando ai
jihadisti di bombardare l”ambasciata russa a Damasco.
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Consapevole del rischio di una guerra
nucleare, la Francia ha inviato il suo ministro degli esteri a Mosca, il quale
ha presentato un progetto di risoluzione su Aleppo, che intendeva presentare al
Consiglio di sicurezza.
Questo
potrebbe essere un modo per l”Occidente di uscire dal confronto senza perdere
la faccia.
Non
avendo ancora letto il documento, non posso commentare su questo progetto.
Tuttavia,
la stampa francese è attualmente traboccante di articoli sulla crisi di Aleppo,
tutti basati su dati falsi.
Attualmente,
la parte occidentale della città ospita tra 1,4 e 1,5 milioni di abitanti, che
sono partigiani della Repubblica, mentre la parte orientale ospita tra 25.000 e
30.000 persone.
Il
rapporto riguarda quindi una popolazione che è tra 46 e 50 volte maggiore, e
non uguale, come invece si suggerisce.
Sono
stati i jihadisti ad aver sparato agli abitanti di Aleppo Est quando hanno
tentato di fuggire durante cessate il fuoco di Eid.
Sono
stati loro che hanno bruciato il convoglio umanitario della Mezzaluna Rossa
siriana, destinato alle popolazioni civili che tenevano in ostaggio ad Aleppo.
Dopo
aver offerto la possibilità a tutti i residenti di Aleppo est, sia civili sia
combattenti, siriani o stranieri, di lasciare la città durante l’Eid,
l”esercito siriano e i suoi alleati libanesi, russi e iraniani hanno lanciato
un”operazione contro i jihadisti al rischio di uccidere anche
i
civili che i jihadisti tenevano in ostaggio.
Ciò
è stato fatto in applicazione della risoluzione 2249 del 20 novembre 2015, che
chiede ai membri dell”ONU di «… porre fine agli atti di terrorismo commessi
in particolare dalla ISIL-ISIS, noto anche come Daesh, così come dal Fronte
al-Nusra

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Il ministro degli Esteri russo, Sergey
Lavrov, ha informato il suo omologo francese, Jean-Marc Ayrault, di diversi
emendamenti che egli voleva vedere inclusi nel progetto di risoluzione.
Proponeva
un ritorno ai termini dell”accordo per la cessazione delle ostilità durante l’Eid.
Ma
era improbabile che tali modifiche venissero accettate da Washington, in quanto
ciò avrebbe comportato ammettere che non ci sono ribelli moderati in Siria.
Il
progetto sarà infine presentato al Consiglio di sicurezza di sabato 8 ottobre.
[1]

Il Presidente Putin è atteso in visita in
Francia il 19 ottobre.

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NOTA

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[1]
Il progetto di risoluzione francese non è giunto ad approvazione del Consiglio
di Sicurezza per via del veto della Russia, che per parte sua ha presentato la
versione emendata, che tuttavia a sua volta ha ottenuto solo parte dei consensi
necessari.

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Thierry
Meyssan, 7 ottobre 2016

 Traduzione a
cura di Matzu Yagi

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