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Trump: due passi avanti e uno indietro

Il presidente degli Stati Uniti urla e bombarda, facendo però attenzione a non commettere nulla di irreversibile. Per ora. [Thierry Meyssan]

Trump: due passi avanti e uno indietro
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18 Aprile 2017 - 22.56


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«Sotto
i nostri occhi» – Cronaca di politica internazionale n°235

di Thierry Meyssan

Mentre
la stampa internazionale descrive la grande giravolta di Donald Trump, Thierry
Meyssan dimostra che non è proprio così: lungi dall”aver abbandonato il suo
ideale di pace, il presidente degli Stati Uniti urla e bombarda, facendo però attenzione
a non commettere nulla di irreversibile.

DAMASCO (Siria) – Il cambiamento
radicale del presidente Trump nella retorica relativa alla sua politica estera
è stato accompagnato dal bombardamento di una base aerea a Cheyrat e da quello
di una montagna afghana.

Il mondo ha tremato davanti a questa dimostrazione
di forza: 59 missili Tomahawk in Siria e una mega-bomba GBU-4 / B3 in
Afghanistan. Tuttavia, la base di Cheyrat era già di nuovo operativa all’indomani,
mentre la “madre di tutte le bombe” ha sicuramente causato il crollo
di tre uscite di un tunnel naturale, ma non ha affatto distrutto i chilometri
di passaggi sotterranei creati nel tempo dai fiumi all”interno del montagna.
Insomma, tanto rumore per nulla.

Queste due operazioni erano manifestamente
intese a convincere lo Stato profondo USA che la Casa Bianca sosteneva di nuovo
la sua politica imperiale. Hanno avuto l”effetto desiderato sulla Germania e la
Francia. La cancelliera Angela Merkel e il presidente François Hollande hanno
applaudito il loro sovrano e hanno fatto appello a farla finita con la Siria.
La sorpresa è arrivata da altrove.

Il Regno Unito non s’è accontentato di
seguire il movimento. Il loro ministro degli esteri, Boris Johnson, ha proposto
di imporre sanzioni contro la Russia, secondo lui complice dei
“crimini” siriani e responsabile in un modo o nell”altro della
resistenza afghana e di un sacco di altri mali.

Durante la riunione dei ministri degli
affari esteri del G7, Johnson ha annunciato la cancellazione del suo viaggio a
Mosca e ha invitato tutti i suoi partner a rompere i loro rapporti politici e
commerciali con la Russia. Tuttavia costoro, pur approvando l”iniziativa
britannica, sono rimasti prudentemente in disparte. Rex Tillerson, il segretario
di Stato statunitense, da parte sua ha incontestabilmente respinto questa folle
proposizione e ha mantenuto il suo viaggio a Mosca. Con un certo aplomb,
Johnson ha allora dichiarato che gli europei avevano dato mandato a Tillerson per
far intendere la ragione ai russi.

Sebbene il protocollo internazionale preveda
che un ministro debba essere accolto da un omologo, e non dal locale capo di
Stato, la stampa atlantista ha presentato l”accoglienza di Tillerson da parte di
Lavrov come un raffreddamento delle relazioni russo-americane. Ancora prima di
avere il tempo di salutare il suo ospite, Sergey Lavrov è stato interrotto da
una giornalista di Washington che lo ha preso da parte. Richiamandola alla
cortesia, il ministro russo si è rifiutato di risponderle e ha tagliato corto
con le presentazioni.

L”incontro, tenutosi a porte chiuse, è
durato più di 4 ore, cosa che sembrerebbe piuttosto lunga per delle persone che
non avevano nulla da dirsi. In definitiva, i due uomini hanno chiesto udienza al
presidente Putin, che li ha ricevuti per 2 ore supplementari.

Dopo questi incontri, i ministri hanno
tenuto una conferenza stampa. Hanno dichiarato senza ironia di aver
esclusivamente preso atto delle loro divergenze. Sergey Lavrov ha avvertito i
giornalisti del pericolo che questa rottura faceva correre al mondo.

Tuttavia, il giorno successivo, lo
stesso Lavrov, rivolgendosi alla stampa russa, ha indicato di aver concluso un
accordo con il suo ospite. Washington si sarebbe impegnata a non attaccare più
l”esercito arabo siriano e il coordinamento militare tra il Pentagono e
l”esercito russo per la circolazione nello spazio aereo siriano sarebbe stato
ristabilito.

In apparenza, l”amministrazione Trump
sta scatenando la sua potenza e bombarda, ma in realtà, sta vigilando affinché
non si commetta nulla di irreparabile. Il peggio e il meglio sono quindi
possibili.

Thierry Meyssan

Fonte: Al-Watan (Siria)

Traduzione a cura di Matzu Yagi.

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