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Ddl intercettazioni, Rodotà: “Una svolta pericolosa”

Ddl intercettazioni, Rodotà: “Una svolta pericolosa”
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30 Settembre 2011 - 17.39


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Intervista a Stefano Rodotà di Giacomo Russo Spena – Micromega.

“L”altra volta la mobilitazione della Rete contro la legge bavaglio ha dato origine a un vero e proprio movimento. Adesso ci avviamo a fare il bis, dobbiamo resistere allo stesso modo, finchè la maggioranza ritiri il provvedimento”. Già animatore – con un appello firmato tra l”altro da molti intellettuali – della prima campagna democratica contro il bavaglio, il professore Stefano Rodotà è nuovamente sulle barricate pronto ad ottenere lo stralcio definitivo del ddl intercettazioni. Anche se questa volta si dice più preoccupato: “La maggioranza oggi non ha al suo interno nessuna capacità critica, nessuna intelligenza della situazione.

 

 

Sono stati estromessi i finiani che invece l”altra volta hanno portato avanti un prezioso lavoro di ragionamento, con la presidente della Commissione giustizia Giulia Bongiorno che si muoveva con molto equilibrio”.

Berlusconi, ormai in agonia, sta avanzando un nuovo attacco alle regole democratiche del Paese. Però va detto che anche l”opposizione ci ha messo del suo: ricordiamo il governo Prodi e il ddl intercettazioni di Mastella. Che ne pensa?
Bloccare le intercettazioni è un tentativo che prosegue da molto tempo e l”attuale maggioranza cerca sicuramente di recuperare il vecchio ddl Mastella che – tra l”altro – è pessimo. Fermare tutto fino al giorno in cui si arriva al giudizio di appello significa impedire l”informazione dell”opinione pubblica, quindi un inquinamento pericoloso del clima. Non avremmo saputo nulla della vicenda, ad esempio, che ha coinvolto il governatore della Banca d”Italia Fazio o di altri processi di interesse pubblico. Più in generale, la parola “bavaglio” torna ad essere significativa.

Non crede quindi, professore, che c”è un eccessivo utilizzo delle intercettazioni e – per alcuni aspetti – violazione della privacy?
Questo modo di guardare alle intercettazioni è assolutamente pericoloso perché diventa non solo un bavaglio ma un”oscurità dalla quale la democrazia non si avvantaggia. Poi ci sono una serie di indicazioni che sono state date in questi anni che possono certamente eliminare quelle che sono distorsioni come la circolazione di informazioni su persone estranee ai fatti o la circolazione di informazioni non rilevanti. Ma tutto quello che si sta cercando di fare non ha nulla a che vedere con questo modo di affrontare la questione.

Nel ddl intercettazioni c”è anche il comma 29 – cosiddetto ammazza blog – che prevede l”obbligo di rettifica entro 48 ore e mette i blog allo stesso livello dei media main stream. Cosa ne pensa da questo punto di vista della norma e della equiparazione tra il blog e il giornalismo su carta stampata o radiotelevisivo o tra il blogger e il giornalista?
Non so se in questo caso dover parlare di ignoranza assoluta delle nuove tecnologie oppure di deliberata volontà di censurare. Nell”uno o nell”altro caso è palese il tentativo di imbavagliare qualcuno. I blog sono un mondo eterogeneo, sono molto diversi tra loro: esistono quelli professionisti, quelli amatoriali, poi i siti che sono diversi dai blog. Con il comma 29 si uccide quello che oggi è un fatto estremamente importante per l”informazione, perché l”ammontare della cifra che dovrebbe essere pagata, 12mila euro, annienta qualsiasi blogger, il quale invece di far circolare con libertà informazione, sarà costretto ad una autocensura. In secondo luogo anche il meccanismo, la rettifica entro 48 ore, è sbagliato: se un blogger per 2-3 giorni decide di non svolgere la sua attività e non si rende conto dell”obbligo di rettifica? Il blog non sempre è aggiornato di continuo o quotidianamente. Il problema per lui qui è estremamente pericoloso. Inoltre stona anche che questa richiesta di rettifica sia senza alcun riferimento al fatto (non si dovrebbe prima indagare sulla fondatezza o meno della rettifica?).

Ma una mobilitazione popolare o sane campagne della stampa democratica possono per lei risultare decisive affinché la maggioranza ritiri il ddl intercettazioni o almeno questo comma sui blog, oppure siamo di fronte a una scenario in cui niente si può fare per far cambiare la linea a questa maggioranza?
La maggioranza questa volta ha la volontà di arrivare fino in fondo, blindando il testo con la fiducia. E sono convinto che nascerà un nuovo movimento molto determinato per contrastare il provvedimento. Mi auguro che in parlamento anche l”opposizione sia altrettanto determinata per evitare che si consumi questo sopruso. In fondo la libertà di informazione non è affare dei giornalisti, dal diritto di informazione dei cittadini si può arrivare a una svolta pericolosa.

Che intende per svolta pericolosa?
Non c”è un rapporto diretto ma la stessa operazione si sta portando avanti con il testamento biologico: il rischio è che nel giro di qualche settimana noi abbiamo un drammatico – uso di proposito questo aggettivo – arretramento delle libertà civili in questo Paese. Avremmo espropriato i cittadini del diritto di essere informati (pilastro della democrazia), espropriate le persone del diritto all”autodeterminazione – che è un diritto fondamentale della persona come sancito dalla Corte Costituzionale. Nel momento in cui si toccano i diritti fondamentali non è questione di essere più o meno pessimisti, più o meno critici, ma ci sarebbe veramente un”accelerazione verso la chiusura di quelli che si chiamano spazi di democrazia e libertà.

 

Fonte: http://temi.repubblica.it/micromega-online/ddl-intercettazioni-rodota-una-svolta-pericolosa/.

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