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La prima cosa che mi viene in mente riguardo alla strage di Firenze, è una sera di qualche anno fa, su uno di quei treni locali che fanno fluire e defluire le correnti più povere dell”incessante moto globale.  I viaggiatori che non si conoscono si chiudono in quello strano stato di incoscienza che è la norma di vita dell”occidentale. I pendolari che si conoscono si raccontano storie di ufficio o di fabbrica, poi passano al grande Luogo Comune ipnoticamente generato dal videomondo condiviso, la fantasia industrialmente prodotta che ha sostituito volti, pane, aria e vita.  Calcio, Berlusconi, telefilm e tutto il teleresto, e avresti voglia di spruzzare loro un po” d”acqua in faccia per risvegliarli, poi sai che è inutile: solo un”occasionale ferocia di tanto in tanto spezza quello stato incantato.
In fondo, mi aveva spiegato tutto la mia amica, che ogni mattina si alzava al buio a Casalpusterlengo, per andare a Milano: che quando i pendolari muoiono, mettono le loro ceneri in un piccolo trenino che segue per l”eternità gli stessi binari che percorrevano da vivi.
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Stanchi, sudati, alcuni venditori ambulanti senegalesi salgono, carichi dei loro enormi borsoni. E” un giorno qualunque di un mese qualunque per i pendolari, è Ramadan invece per loro.  Si siedono sui sedili liberi, in silenzio, e tirano fuori, ognuno, dei libretti stracciati.
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E mentre i pendolari attorno a loro fanno finta di non vederli, o parlano di calcio e di lavoro, loro leggono.
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Silenzioso come i pendolari e come loro, alle loro spalle, cerco di decifrare i libretti. Sono scritti in lettere arabe, ma sembrano scritte a mano, con ampi caratteri maghrebini.
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“Dei fratelli con un unico scopo, decisi, fedeli e sinceri nella fratellanza, servitori dei compagni di strada.
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Ciascuno di questi nobili appartiene a un alto rango, capace di proteggere l”aspirante contro il male di un ribelle perverso.
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Ciascuno di loro è un grande direttore spirituale, un erudito e un probo. Certi di loro educano con versi e stati mistici.
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Tra di loro, ce ne sono alcuni che elevano i loro discepoli, tutto il tempo, di un solo stato, ma altri educano e innalzano con segni efficaci.
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Ciascuno di loro è un conoscitore sapiente, che conosce l”insieme delle malattie spirituali, preservando l”aspirante da diverse forme di male
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Ciascuno di loro è nobile, generoso, devoto e saggio, e prodigo dei più preziosi consigli per tutti gli esseri umani
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Guariscono l”anima da tutti i suoi vizi, con il loro fervore, avendo ricevuto dal Signore scienze altissime.
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Rendendo disponibile le conoscenze della via degli “uomini di Allah” per tutti coloro che vi si vogliano sottomettere, per ispirazioni divine
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Ciascuno di loro ha una cura molto elevato per ciò che si innalza, tutto il tempo verso l”Onnipotente che conferisce forza e illuminazione
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Vedendo chiaramente ciò che è nascosto, tramite l”occhio del cuore, proprio come scruta e discerne ciò che è dissimulato nelle tenebre”.[1]
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Gianluca Casseri ha ucciso per invidia.
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Nota:
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[1] Da Huqqal Bukka-u (“Esiste un motivo per piangere ?”) dello sheykh Ahmadou Bamba
Fonte:Â http://kelebeklerblog.com/2011/12/14/gli-orfani-e-i-nobili.
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