di Marcello Foa – Il Giornale.
E’ un caso da manuale: ci sono un professore di Università , Paolo Becchi, che in poche settimane diventa una star mediatica per l’audacia delle sue opinioni e soprattutto perchè considerato un ideologo di Grillo; un partito, il Movimento 5 Stelle, che dopo aver stravinto le elezioni con una campagna magistrale, ora dimostra di non sapersi difendere dai prevedibilissimi attacchi dell’establishment; un brillante conduttore radiofonico, Giuseppe Cruciani di Radio24, che fa bene il proprio mestiere e conosce le alchimie dell’audience; un giornale, la Repubblica, che da sempre si segnala per l’arbitrarietà e l’infidia con cui conduce le proprie campagne.
Dunque: Cruciani chiama Becchi in diretta. Gli chiede se la visita di Letta alla Merkel è un segnale. Risposta di Becchi: “Ovviamente sì, io ho letto attentamente il discorso (di Letta), che è fumo nero: l’unica frase importante è questa: le premesse macroeconomiche sono quelle delle Banca Centrale e dell’Unione europea. Si può dire che tutto il programma si basa su questo“.
E’ scandaloso? No, al punto che lo stesso Cruciani interloquisce assentendo (“è veroâ€); ma Cruciani è abile, cerca una dichiarazione più forte, e conoscendo bene Becchi rilancia.
Questo vuole dire che siamo governati dalla Merkel? gli chiede
Risposta di Becchi: “Certo, dalla Merkel, dalle banche a dal banchiere che abbiamo messo come ministro dell’Economia. Se poi qualcuno tra qualche mese – sto scherzando (intanto Cruciani lo incalza: no, vai vai…) qualcuno prende i fucili non sorprendiamoci. Le banche di guai ne hanno fatti abbastanza e il fatto di mettere a ministro dell’economia…
Cruciani rilancia: Tu dici: il fatto di aver messo un banchiere all’economia… la gente è esasperata se poi tra qualche mese imbraccia il fucile…
E Becchi, come da copione, non si trattiene: “Cosa vuoi che ti dica, la situazione se non migliora, peggiora. E non so per quanto tempo il Movimento 5 Stelle possa frenare questa violenza che è nella natura delle coseâ€.
Sintetizzando, il pensiero di Becchi è il seguente: la crisi provocata dal rigore finanziario, che è imposto dalle élite finanziarie e dalla Merkel. La situazione in Italia è drammatica, se le cose non migliorano non dobbiamo sorprenderci se poi la gente ricorre alla violenza come extrema ratio.
Richiedo: è scandaloso? No, il rischio è reale; basta ricordarsi cos’è successo in Grecia e, in parte, in Spagna. Altri commentatori in passato lo hanno evidenziato. Ma Becchi non è un comunicatore ed è chiaramente compiaciuto dal ruolo di maître à penser di cui beneficia da qualche tempo. Non capisce che frasi di questo genere pronunciate pochi giorni dopo la sparatoria di fronte a Palazzo Chigi possono assumere un altro significato. Tanto più in un contesto di polemica sul linguaggio usato da Beppe Grillo.
E infatti la prima ad accorgersi dell’esplosività delle frasi di Becchi è Repubblica che titola:
“Becchi (M5stelle): Qualcuno potrebbe prendere i fuciliâ€.
E’ un’operazione sporchissima, perché Becchi non fa parte del Movimento 5 Stelle, ma se l’obiettivo – ormai evidente – di Repubblica e non solo, in sintonia con diversi partiti, è quello di screditare Grillo, questa forzatura – incompatibile con i codici etici del giornalismo – rappresenta un’opportunità troppo ghiotta per non essere colta.
E va a a buon fine. Repubblica riesce a stabilire il “frame†della notizia ovvero la cornice, il filtro attraverso il quale la notizia deve giungere all’opinione pubblica: Becchi ovvero 5 stelle incoraggia la violenza armata.
Tutti i media, a cominciare dalle agenzie di stampa, riprendono la notizia nella chiave di Repubblica, che poi, una volta ottenuto lo scopo, correggerà il tiro facendo sparire dal titolo l’assocazione tra Becchi e il M5Stelle. Altri giornali, come il Corriere della Sera, riesumano precedenti dichiarazioni di Becchi sulla rielezione di Napolitano e sulle strane circostanze dell’attentato di Palazzo Chigi, che rilette oggi – con il frame stabilito da Repubblica – lo fanno apparire ancor più come un personaggio inquietante e pericoloso
E Beppe Grillo cosa fa? E’ costretto a sconfessare un professore universitario che in realtà non fa parte del Movimento, ma è solo un opinionista simpatizzante. Titolo del Corriere:
Becchi: «Fucili? non lamentiamoci» E i Cinque Stelle scaricano l’ideologo.
Grillo perde due volte: perché, ossessionato dalla disciplina dei suoi parlamentari, nelle scorse settimane ha lasciato che Becchi venisse associato al suo Movimento, rafforzando l’impressione che fosse un ispiratore occulto, un grande vecchio. E questo lo ha messo, ieri, in una situazione imbarazzante, Ma soprattutto perde perchè è stato costretto sulla difensiva. Mettiamoci nei panni di un cittadino che orecchia le notizie – ascoltando i radiogiornali, guardando i tg, leggiucchiando qualche titolo sui giornali e su internet. Che cosa gli resta di questa vicenda? Non ha capito bene, ma prova una sensazione di disagio; associa confusamente Grillo a Becchi dunque alla violenza. Non è un giudizio definito, ma un’impressione. E’ il dubbio, crescente, che Grillo sia pericoloso perché attorniato da estremisti.
L’incidente è chiuso e sparirà presto dalle prime pagine. Ma quel che conta è il “frameâ€, quello resta. Come sempre.
Fonte: http://blog.ilgiornale.it/foa/2013/05/03/quanto-e-ingenuo-becchi-e-quanto-e-infida-repubblica/.