cristiano, cognome yoruba e abbigliamento newyorkese – che ha
decapitato un soldato inglese a Woolwich, che poi è la periferia della
periferia di Londra.
Una militante Femen che il giorno dopo si mette a tette nude sullo stesso altare ficcandosi una pistola giocattolo in bocca.
Abbiamo detto che queste notizie “ci mancavano da tempoâ€.
crisi economica, si esaspera il razzismo e la guerra tra i poveriâ€. E’
una tesi caratteristicamente marxista, che comunque ha una sua logica.
e lo dimostrano le dure regole del mercato elettorale: basti pensare
che alle ultime elezioni, da noi, Forza Nuova ha dovuto buttare tutto
sulle banche, la Lega sul ritorno delle tasse al Nord. Anche tra i loro elettori di riferimento, tirava più la sopravvivenza quotidiana che la paura degli immigrati.
– lo sconquasso mediorientale ha confuso le idee a tutti, e ogni
mattina una paziente fila di politici di tutto il mondo stende il
tappetino davanti al palazzo dell’emiro del Qatar, cercando di attirarlo
con le proprie cianfrusaglie, che si tratti del presidente dell’Egitto
che gli offre la Grande Piramide o di Gianni Alemanno che prova a rifilargli un Colosseo virtuale.
Le notizie da Woolwich e da Stoccolma invece sono interessanti, per un altro motivo.
Il primo è che non è vero che le migrazioni dei nostri tempi siano
una faccenda che dovrebbe essere pacifica e indolore, in cui la colpa di
eventuali problemi sarebbe solo dei “pregiudizi†o del “razzismo†degli autoctoni.
Allo stesso tempo, però, è evidente che non esiste alcuna conquista da parte di nessuno.
machete in mano, finisce poi gravemente ferito dai proiettili della
polizia e passerà il resto della sua vita tra il carcere e l’infermeria,
è un perdente; come lo sono i ragazzi di Stoccolma che danno fuoco alle
macchine dei propri vicini di casa e parenti.
E’ insomma esattamente il contrario del Trionfo dell’Islam o sciocchezze del genere.
Tutt’al più, è la vittoria dell’urbanistica moderna sugli abitanti, con suprema indifferenza verso genere, fede o colore della pelle di chi divora.
una donna di singolare bellezza entrò nella cattedrale di Notre Dame a
Parigi, estrasse una pistola e si sparò al cuore.
nonché il fatto che portasse una lunga barba bianca, ci ricorda cosa fu
quella specie oggi estinta che costruì il mondo, la borghesia.
l’inglese, il francese, il tedesco, l’italiano e il greco; ma ebbe anche
la sventura di vivere da adolescente attraverso quel massacro in gran
parte insensato che va sotto il nome di Rivoluzione Messicana – nascosta
in una soffitta, assistette alle violenze commesse dalle milizie di
Pancho Villa.
E’ finita la grande orgia, al potere c’è Ãlvaro Obregón.
Disparó con heroÃsmo
Un revólver que llevaba,
Calibre cuarenta y cinco.â€
Que murió juzgado por un tribunal
El solo fue mártir de su religión
Cambiando su vida, cambiando su vida por la de Obregón
“imponeva negli insegnamenti universitari per squadrare ed europeizzare
un popolo così impossibile; e assunse quindi volentieri il proprio
compito.
è in fondo sua, ma anche lo stesso intenso orgoglio messicano, creato
attraverso un sistema di istruzione pubblica e di biblioteche popolari
davvero notevole. Come lo descrive un ammiratore:
Plotino, i missionari francescani del XVI secolo e i gesuiti del XVIII,
il mecenate Giulio II e il bolscevico Lunacharsky, Sor Juana de la Cruz e
Netzahualcóyotl si diedero appuntamento nel centro storico di Città del
Messico per ispirare una crociata educativa che subito sorprese
sostenitori ed estranei per il suo entusiasmo e originalità â€.
gli industriali, si rivolse allora alla Chiesa, ricca ma politicamente
debole da quasi settant’anni.
candidato presidenziale sostenuto da tutti coloro che si opponevano al
nascente dispositivo di potere: cattolici, vecchi rivoluzionari e
liberali.
Vasconcelos, Antonieta Rivas, con la sua intelligenza ed energia, giocò
un ruolo molto importante; e divennero amanti. A campagna elettorale
persa, entrambi dovettero fuggire dal Messico – lui negli Stati Uniti,
lei in Francia.
fino al 1940, quando gli fu permesso far ritorno; avrebbe poi diretto la
Biblioteca Nazionale. Durante la guerra, come probabilmente la maggior
parte dei messicani, simpatizzò per l’Asse.
Ma come disse José Vasconcelos:
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