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di Michele Di Salvo.
Chi si occupa di comunicazione, come i coach delle squadre sportive,
finite le dichiarazioni a caldo – spesso da ultras – del dopo partita,
riavvolge il nastro, e cerca di rivederla con distacco e
professionalità .
Perché mentre chi va allo stadio vuole giustamente vedere uno
spettacolo agonistico, ai coach e ai giocatori è richiesto un lavoro ed
una professionalità differenti.
E allora riavvolgiamo il nastro, e cerchiamo di capire cosa è successo
nelle consultazioni di ieri in streaming. Cӏ chi si ostina a chiamarla
trasparenza, ma la realtà è che questi streaming trasformano vere
consultazioni (che si fanno ormai altrove e in altri momenti) in
“chiacchierate†rivolte al proprio elettorato, e a quello altrui. Che
sia un bene o meno per la politica non lo possiamo dire, di certo
alimentano il voyeurismo del pubblico e un”idea distorta e decisamente
poltronistica della partecipazione politica.
Beppe Grillo qualche “sorpresina” da Matteo Renzi se l”aspettava, e per
questo stavolta si è presentato di persona, senza mandare al macello
comunicativo i vari Crimi, Lombardi e surrogati.
Matteo Renzi aveva due obiettivi. Da un lato parlare ai suoi, e
rimarcare la distanza e la differenza sostanziale e non solo formale
rispetto a Bersani: non chiedo la fiducia, non vi chiedo cose “da
vecchie logiche della vecchia politicaâ€. Dall”altro, consapevolmente,
parlare al popolo online pentastellato, cercare di incrinare qualcosa
del monoteismo a cinque stelle.
Beppe Grillo non ha mai sottovalutato l”efficacia del neosegretario, e
aveva anche lui due o tre compiti per casa: stroncare la comunicazione
di Renzi, dare ai suoi “un esempio†di come da oggi in poi parlare al
nuovo linguaggio del leader del Pd, rilanciare alcune semplici frasi
chiare (quasi banali) da ripetere come un tormentone sino alle europee.
La straordinaria capacità comunicativa di Grillo è evidente,
sintetizzabile nell”abilità con cui è riuscito a cambiare percorso e
strategia ben tre volte in dodici minuti. Intanto con quel “e allora che
siamo venuti a fare†che ha spezzato il filo logico del discorso di
Renzi, e poi incalzando demolendo prima la figura del suo interlocutore
(dal suo punto di vista) e rimarcando una distanza incolmabile.
Matteo Renzi ha provato a replicare, con alcune battute tese più a
spezzare la tensione crescente, e ironizzando per riportare tutto alla
dimensione di un dibattito a due.
E qui Grillo è stato un leone: non solo ha rimarcato che lui – e i suoi
– i dibattiti e i confronti non li accettano (non solo nella sostanza
ma nemmeno nella forma), ma anche che con lui quella retorica “alla
mano†non funziona. Il passaggio centrale è quel “Beppe capisco che sei
venuto a provocare…†e la replica “se ti volessi provocare…
ricordati che ho quarantanni di mestiere…â€.
Fine dei giochi, qui comanda Grillo “ho cambiato idea e quel minuto non te lo do… finisco e me ne vado…â€
Se fossimo nel pugilato sembrava di vedere Tyson, che era consapevole
di non avere fiato, e di non reggere su più round, e quindi attaccava
subito le braccia dello sfidante, per rendere pesante anche il solo
alzare le braccia, ed essere libero di chiudere il mach in pochi
secondi.
Riavvolgere il nastro e rivedere l”incontro serve a questo: capire
senza l”appannamento visivo del tifoso, i punti di forza e di debolezza
dell”avversario. E Grillo li ha mostrati tutti.
Ha un”esperienza di “animale da palcoscenico†unica, e volerlo sfidare
su quel terreno è impensabile, ma se gli togli il pubblico, e non gli
concedi il monologo, nella sostanza non sa che dire.
Per farlo però si deve accettare un compromesso: rinunciare al
palcoscenico anche da parte dei suoi avversari, e obbligarlo al rispetto
delle regole “o accetti un confronto paritario o non c”è incontroâ€.
Se i deputati a cinque stelle vogliono andare ai talk sarà un piacere,
ma alle regole valide per tutti, nell”arena, e non in collegamento, con
un dibattito e non per monologhi: se no puoi anche stare fuori, ma per
tua scelta. E non si comprende perché – forse in nome di un paio di
punti di share – loro debbano avere delle regole ad personam.
Qualcuno potrebbe domandarsi – badando alla sostanza delle cose dette –
se in un paese in attesa di un governo, in cui abbiamo una
disoccupazione giovanile alle stelle (più di cinque!) e con una crisi
economica pesantissima, sia rilevante sapere se Grillo ha problemi con
le prevendite, se manderà o meno gli omaggi a Renzi, e se quest”ultimo
ha o meno sempre pagato i biglietti per lo spettacolo del comico
genovese.
Di certo sono battute simpatiche che allietano l”audience del pubblico a
casa. Ma se l”efficacia della comunicazione politica è ridotta a “chi è
più bravo a replicare†in streaming, credo che gli avversari finiranno
solo con l”essere funzionali l”uno alla sopravvivenza dell”altro, ed ai
rispettivi ultras. Dimenticandoci tutti che la politica tuttavia non è
(solo) spettacolo, ed ha a che fare con qualcosa di meno delegabile al
tifo degli ultras.
Fonte: [url”http://micheledisalvo.com/2014/02/il-match-in-streaming-grillo-renzi.html”]http://micheledisalvo.com/2014/02/il-match-in-streaming-grillo-renzi.html[/url]
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