ATF
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di Giulietto Chiesa.
Stiamo
usando uno strumento mortifero. Lo uso anch”io, qui. Non voglio fare del male,
cerco di fare del bene. Ma non posso dimenticare che per milioni (tra poco
miliardi) farà solo male. Annullando le loro capacità difensive, le loro
capacità critiche, la loro socialità reale (sostituendola con una fittizia
socialità virtuale). A prima vista il massimo della espressione individuale. In
sostanza una massificazione di reazioni
istintive. Eguaglianza (anch”essa fittizia) al ribasso.
usando uno strumento mortifero. Lo uso anch”io, qui. Non voglio fare del male,
cerco di fare del bene. Ma non posso dimenticare che per milioni (tra poco
miliardi) farà solo male. Annullando le loro capacità difensive, le loro
capacità critiche, la loro socialità reale (sostituendola con una fittizia
socialità virtuale). A prima vista il massimo della espressione individuale. In
sostanza una massificazione di reazioni
istintive. Eguaglianza (anch”essa fittizia) al ribasso.
So
bene che queste mie parole produrranno (anche) un”ondata di esecrazione. Le
scrivo lo stesso, appunto perché so quello che dico.
Il
web è “anche” questa mia possibilità : di dire ciò che penso a
centomila persone, quante, più o meno, mi seguono qui sopra. Ma questo è uno
spazio (ancora) civile. È bene. Un bene grande come un secchiello da bambini.
web è “anche” questa mia possibilità : di dire ciò che penso a
centomila persone, quante, più o meno, mi seguono qui sopra. Ma questo è uno
spazio (ancora) civile. È bene. Un bene grande come un secchiello da bambini.
Poi
c”è l”immenso mare. Per milioni, tra
poco miliardi, non c”è niente di civile. È la giungla. Non commettiamo
l”errore di pensare che “tutti sono più o meno buoni, come noi”. Non
è così. E, in fondo, neanche noi siamo così buoni come crediamo di essere.
c”è l”immenso mare. Per milioni, tra
poco miliardi, non c”è niente di civile. È la giungla. Non commettiamo
l”errore di pensare che “tutti sono più o meno buoni, come noi”. Non
è così. E, in fondo, neanche noi siamo così buoni come crediamo di essere.
Qualche
anno fa scrissi un saggio
polemico contro un video game. Fui letteralmente sommerso da una “shit wave” di oltre 60.000
insulti. In un pomeriggio! Avevo già compreso la pericolosità del mezzo. Ne
ebbi la conferma.
anno fa scrissi un saggio
polemico contro un video game. Fui letteralmente sommerso da una “shit wave” di oltre 60.000
insulti. In un pomeriggio! Avevo già compreso la pericolosità del mezzo. Ne
ebbi la conferma.
Vester Lee Flanagan
ha ucciso due persone, filmando
il proprio duplice assassinio. Si era preparato perché i “social
networks” lo moltiplicassero. Un successo strepitoso. Nessuno ha ancora
fatto il conto di quanti hanno linkato, ritwittato, hanno messo il loro like. Coazione a ripetere per le immense
masse dei manipolati. Resterà nella storia? No, sarà presto superato da miriadi
di imitatori altrettanto solitari, altrettanto ipnotizzati dal mezzo che
credono di dominare.
ha ucciso due persone, filmando
il proprio duplice assassinio. Si era preparato perché i “social
networks” lo moltiplicassero. Un successo strepitoso. Nessuno ha ancora
fatto il conto di quanti hanno linkato, ritwittato, hanno messo il loro like. Coazione a ripetere per le immense
masse dei manipolati. Resterà nella storia? No, sarà presto superato da miriadi
di imitatori altrettanto solitari, altrettanto ipnotizzati dal mezzo che
credono di dominare.
Vi
propongo questa analogia (ricavandola da una lettura recente del “Progetto
Russia”, una trilogia che non sarà mai tradotta né in italiano, né in
inglese): «Osservate con attenzione questo paradosso:
la tecnologia con cui si preparano le bombe informative è del tutto nota,
esplicita, mentre quella con cui si preparano le bombe atomiche è segreta ai
massimi livelli. E, all”incontrario: gli scopi strategici con cui si
confezionano bombe atomiche sono comprensibili a chiunque, mentre gli obiettivi
strategici delle armi d”informazione sono sconosciuti quasi a tutti». (pag.
62,63 del terzo volume)
propongo questa analogia (ricavandola da una lettura recente del “Progetto
Russia”, una trilogia che non sarà mai tradotta né in italiano, né in
inglese): «Osservate con attenzione questo paradosso:
la tecnologia con cui si preparano le bombe informative è del tutto nota,
esplicita, mentre quella con cui si preparano le bombe atomiche è segreta ai
massimi livelli. E, all”incontrario: gli scopi strategici con cui si
confezionano bombe atomiche sono comprensibili a chiunque, mentre gli obiettivi
strategici delle armi d”informazione sono sconosciuti quasi a tutti». (pag.
62,63 del terzo volume)
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