Turchia, un regime NATO sempre più violento

'L''aspirante despota Erdoğan ha esteso la sua violenza a tutta la società democratica, facendo licenziare circa tremila giornalisti in pochi mesi. Brutale repressione sui curdi'

Turchia, un regime NATO sempre più violento
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2 Novembre 2015 - 20.45


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di Massimo Ragnedda.

Sono stato nel Kurdistan turco (sud est anatolico) durante le elezioni nazionali turche del 2002 e ho visto con i miei occhi la violenza e la repressione del governo turco contro i curdi. Abbiamo raccolto racconti di donne violentate, di villaggi incendiati prima delle elezioni, di servizi (elettricità e acqua) tagliati qualora avessero votato il partito democratico curdo.

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La polizia e i paramilitari passavano di villaggio in villaggio, minacciando gli abitanti affinché non sostenessero il partito curdo.

Abbiamo raccolto storie di ragazzi “spariti”, ovvero sequestrati e uccisi dall’intelligence turca, di villaggi incendiati e persone arrestate senza processo.

Questa tornata elettorale non è stata molto diversa. Anzi.
L”aspirante despota Erdoğan ha esteso la sua violenza a tutta la società democratica, facendo licenziare circa tremila giornalisti negli ultimi mesi, chiudendo siti internet e blog non allineati, cercando di censurare i social network, mandando in carcere gli oppositori (tra di essi molti giornalisti), occupando militarmente le televisioni di opposizione, e reprimendo con la violenza manifestazioni pacifiche.

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Ma nei confronti dei curdi la violenza è stata perfino maggiore, come molte fonti curde ci raccontano. Sospetti di brogli elettorali, violenza nei villaggi curdi, attentati, intimidazioni e tutte le azioni di repressione di un governo autoritario.

La Turchia, giova ricordarlo, è un paese membro della NATO, la cui candidatura nell’Unione Europea è stata fortemente caldeggiata dagli USA, un fedele interlocutore dell’Europa e degli USA, ma anche un finanziatore dell’ISIS contro i nemici comuni Assad e i curdi.

Un paese in prima linea nel chiedere maggiore democrazia in Siria (finanziando i terroristi giunti in Siria da tutto il mondo passando proprio dal confine turco), ma incapace di garantire la democrazia al suo interno. Un paese un tempo laico (la laicità era difesa anche con la violenza dall”esercito) e che ora si avvia verso una “teocrazia light” con un despota (qualora le riforma dovesse passare) che avrà pieni poteri.

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