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Cari giovani occidentali, vi scrivo...

'C''è un mondo che qualcuno vuole trascinare in guerra senza fargli conoscere l’enorme potenziale di amicizia del mondo islamico vero. L''Ayatollah Khamenei parla a questo mondo'

Cari giovani occidentali, vi scrivo...
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1 Dicembre 2015 - 22.34


ATF

Altre volte abbiamo segnalato ai
nostri lettori alcuni importanti discorsi tenuti dall’uomo che ricopre la
massima carica iraniana,
l”Ayatollah Seyyed Alì Khamenei, Guida della
Rivoluzione Islamica: QUI e QUI.

Oggi come allora, intanto che molti
giornalisti speculano sulle notizie e mettono l’intero Islam in un solo sacco
nero, ci teniamo a rendere noto il fatto che «Khamenei usa categorie,
linguaggi, riferimenti religiosi e culturali con cui l”Occidente non ha
familiarità. Eppure iniziare a conoscere questo pensiero è indispensabile, se
intendiamo capire dove risiederanno le amicizie, le alleanze, le forze morali
che potranno sconfiggere i devastatori che si rifanno al takfirismo». In altre
parole, l’ISIS ha fatto così tanto danno perché una parte dell’Occidente l’ha
armato, mentre un’altra non ha capito chi lo combatteva davvero. Se qualcuno ci
parla, così come fa questo influente leader politico e spirituale, facciamo
bene ad ascoltarlo con grande apertura. Possiamo scoprire così – ancora una
volta – «una mano tesa che sostiene una grande verità: l”Islam va conosciuto, e
conoscendolo non corrisponde alla spaventosa riduzione di chi vorrebbe
assimilarlo alle gesta criminali dei terroristi mossi da ideologie estremiste e
finanziati da elemosinieri interessati al Caos. L”Islam della rivoluzione
iraniana è ancora lontano dal baricentro dei nostri sistemi politici, ma è
sideralmente lontano anche dallo spirito e le azioni della minaccia jihadista.
Chi voglia sconfiggere quest”ultima, ora che pesa troppo in tutte le equazioni
geopolitiche, dovrà rivolgersi ai “lontani” che hanno risposte
decisive per le nostre domande di civiltà e sicurezza. Perciò raccomandiamo di
leggere l”appello ai giovani di Khamenei. Riserverà sorprese».

[p.c.]

Lettera della Guida della Rivoluzione Islamica a tutti i giovani
nei paesi occidentali

Nel Nome di
Dio Clemente e Misericodioso

A tutti i
giovani dei paesi occidentali

I recenti amari eventi di cieco
terrorismo avvenuti in Francia mi hanno spinto nuovamente a rivolgermi a
voi giovani. È per me spiacevole che siano questi eventi a creare un’occasione
per parlare, ma la verità è che se le sfide dolorose non creano un’opportunità
di dialogo e scambio di opinione, le conseguenze negative si raddoppieranno.

Le sofferenze di un essere umano, in
qualsiasi angolo del mondo, sono dolorose di per sé e per gli altri esseri
umani: la scena di un bambino che vede la morte dei suoi più cari di fronte ai
propri occhi, quella di una madre che vede svanire in pochi secondi la felicità
della propria famiglia, quella di un marito che tiene in braccio il corpo
inanime della moglie oppure quella di una persona che non sa che nei momenti
successivi vedrà gli ultimi istanti della propria vita, sono tutte scene che
scuotono i sentimenti e le emozioni di qualsiasi essere umano. Chi possiede un
minimo di amore e umanità si rattrista e addolora vedendo queste scene in
Francia, in Palestina, in Iraq, in Libano e in Siria.

Un miliardo e mezzo di musulmani è
rimasto indubbiamente sconvolto e indignato per quanto accaduto e prova odio e
ripugnanza verso gli autori di questi crimini. La questione è però che se le
sofferenze di oggi non ci spingono a costruire un futuro migliore e più sicuro,
si ridurranno a meri amari e inutili ricordi. Sono certo che soltanto voi
giovani riuscirete a trarre lezioni dalle difficoltà attuali per poi scoprire
nuovi sicuri sentieri per costruire il futuro e ostacolare le deviazioni che
hanno condotto l’Occidente nella situazione in cui si trova oggi.

È vero che oggi il terrorismo è il
dolore comune tra noi e voi, ma dovete sapere che l’insicurezza e l’angoscia
che avete sperimentato nei recenti eventi possiedono due importanti differenze
rispetto alle sofferenze che hanno provato in tutti questi anni il popolo iracheno,
yemenita, siriano e afghano: la prima è che il mondo islamico da lungo tempo e
su larga scala è vittima della violenza e dello spargimento del terrore, e la
seconda è che purtroppo queste violenze sono state sempre, in modi differenti
ed ‘efficaci’, sostenute da alcune grandi potenze. Sono ormai pochi a non
conoscere il ruolo degli Stati Uniti nella creazione, rafforzamento e armamento
di al-Qaeda, dei Taliban e del loro malvagio seguito. Accanto a questo sostegno
diretto, i sostenitori noti ed espliciti del terrorismo takfiri – nonostante il
loro sistema politico sia tra i più arretrati – sono stati sempre tra gli
alleati dell’Occidente, mentre i più illuminati pensieri sorti dal dinamismo
popolare nella regione sono stati crudelmente repressi. Questo atteggiamento
iniquo dell’Occidente contro i movimenti di risveglio nel mondo islamico è un
esempio chiaro delle contraddizioni della politica occidentale.

Un altro aspetto di questa
contraddizione è visibile nel sostegno al terrorismo statale di Israele. Sono
più di sessanta anni che il sofferente popolo palestinese sperimenta la
peggiore forma di terrorismo. Se oggi le genti d’Europa sono costrette a
rimanere a casa per qualche giorno e a non apparire nei luoghi pubblici, è da
decine di anni che a causa della macchina di distruzione e di massacro del
regime sionista una famiglia palestinese non si sente sicura nemmeno nella
propria casa.

Quale violenza è paragonabile nelle
atrocità alla costruzione di colonie illegali da parte del regime sionista? Il
regime sionista continua a distruggere case, frutteti e campi dei palestinesi
senza nemmeno dare il tempo di traslocare o di raccogliere il frutto delle coltivazioni,
senza ricevere mai critiche serie ed efficaci da parte dei suoi alleati
influenti e nemmeno da parte delle istituzioni internazionali apparentemente
indipendenti. Tutto questo avviene davanti agli occhi terrorizzati e in lacrime
delle donne e dei bambini palestinesi che sono testimoni del brutale pestaggio,
dell”imprigionamento e delle spaventose torture dei loro parenti [da parte dei
sionisti]. Conoscete forse altre atrocità di queste dimensioni, gravità e
continuità in altre parti del mondo oggi? Se sparare a una donna indifesa in
mezzo alla strada per il solo ‘reato’ di protestare contro un soldato armato
fino ai denti non è terrorismo, allora che cosa è? Questa barbarie, solo perché
perpetrata dalle forze armate di un governo occupante, non devono essere quindi
definite “estremismo”? Oppure queste scene, solo perché trasmesse ripetutamente
e da più di sessanta anni dalle televisioni, non dovrebbero destare più le
nostre coscienze?

Le invasioni militari avvenute negli
ultimi anni nel mondo islamico, che hanno provocato numerose vittime, sono un
altro esempio della logica contraddittoria dell’Occidente. Le nazioni che sono
state invase, oltre ad aver patito perdite di vite umane, hanno subito ingenti
danni alle infrastrutture economiche e industriali, si sono viste rallentare o
bloccare la strada del progresso e dello sviluppo e in alcuni casi sono state
riportate indietro di decenni. Nonostante ciò ad esse viene chiesto con
arroganza di non considerarsi oppresse. Come si può ridurre in macerie una nazione,
trasformando le sue città e villaggi in cenere, e poi dirgli: “Per favore non
consideratevi oppressi”! Non sarebbe forse meglio scusarsi sinceramente invece
di invitarle a ignorare o dimenticare queste tragedie? La sofferenza che il
mondo islamico ha patito in questi anni a causa dell’ipocrisia e delle
imposture degli invasori non è minore dei danni materiali subiti.

Cari giovani! Spero che voi, adesso
o in futuro, possiate cambiare questa mentalità intrisa di inganno la cui
‘arte’ è quella di nascondere gli obiettivi lontani e mascherare le intenzioni
perfide. A mio giudizio il primo passo per ristabilire la sicurezza e la pace è
quello di modificare questa mentalità che origina violenza. Finché nella
politica occidentale domineranno il sistema dei due pesi e delle due misure,
fino a quando il terrorismo agli occhi dei suoi potenti sostenitori viene
diviso in “buono” e “cattivo” e fino al giorno in cui gli interessi dei governi
precedono i valori umani e morali, non bisognerà cercare le radici della violenza
altrove. Purtroppo nel corso degli anni queste radici hanno penetrato nel
profondo le politiche culturali dell’Occidente e hanno prodotto un’invasione
‘morbida’ e silenziosa.

Molte nazioni nel mondo sono
orgogliose della propria cultura nazionale e autoctona, che oltre ad essere
creative e vitali, hanno nutrito per centinaia di anni le società umane, e il
mondo islamico non è un’eccezione in questo. Ma nell’epoca attuale il mondo
occidentale, con l’utilizzo di mezzi avanzati, insiste nell’uniformare e
omologare le culture nel mondo. Ritengo questa imposizione della cultura
occidentale alle altre nazioni, e il considerare le culture di queste ultime
come inferiori, una violenza silenziosa e particolarmente dannosa.
L”umiliazione delle ricche culture e l’offesa dei loro aspetti più rispettati
accade mentre questa cultura che viene proposta non possiede assolutamente le
capacità per sostituirle. Gli elementi della violenza e della dissolutezza
morale, per esempio, che purtroppo sono diventati le caratteristiche principali
della cultura occidentale, hanno perso la loro posizione e approvazione persino
dove sono sorte.

Adesso la domanda è questa: se noi
non vogliamo una cultura aggressiva, volgare e che rifugge dalla spiritualità,
siamo forse peccatori? Se cerchiamo di bloccare il diluvio devastante che si
dirige verso i nostri giovani sotto forma di prodotti cosiddetti ‘artistici’,
siamo forse colpevoli? Non nego l’importanza e il valore dei legami culturali.
Questi legami, quando hanno avuto luogo in una situazione naturale e col
rispetto per la società che li riceveva, hanno prodotto sempre crescita,
ricchezza e prosperità. Al contrario, i legami disomogenei e imposti hanno
sempre creato danni e insuccessi. Devo dire con profondo dispiacere che gruppi
abietti come DAESH (ISIS) sono figli di questi accoppiamenti infelici con le
culture importate. Se il problema fosse stato davvero dottrinale, saremmo stati
testimoni di fenomeni del genere anche prima dell’avvento del colonialismo nel
mondo islamico, mentre la storia dimostra il contrario.

Le fonti storiche autentiche
dimostrano chiaramente che l’unione tra il colonialismo e un pensiero fanatico
ed emarginato – esistente tra l’altro soltanto in una tribù beduina – ha
coltivato il seme dell’estremismo in questa regione. Come sarebbe altrimenti
possibile che dal cuore di una delle più etiche e umane confessioni religiose
del mondo, che ha tra i propri principi quello secondo cui uccidere un essere
umano equivale all’uccisione dell’intera umanità, esca una spazzatura come
DAESH (ISIS)?

Dall’altra parte bisogna poi
chiedersi come mai persone nate in Europa e che lì hanno ricevuto la loro
educazione culturale e spirituale, vengano attratte da questi gruppi? È forse
possibile pensare che una persona, dopo aver fatto uno o due viaggi nelle zone
di guerra, diventi così estremista da poter massacrare i propri concittadini?
Sicuramente non bisogna dimenticare l’effetto di una vita di insano nutrimento
culturale in un ambiente inquinato e creatore di violenza. Bisogna condurre
un’analisi completa in questo campo per trovare le contaminazioni palesi e
nascoste della società. Forse l’odio profondo che nel corso degli anni dello
sviluppo industriale ed economico è stato coltivato a causa delle iniquità e
ingiustizie legali e strutturali tra i diversi ceti della società occidentale
ha creato dei complessi che di tanto in tanto sorgono come una malattia.

Tuttavia siete voi che dovete strappare
le superfici della vostra società, trovando e rimuovendo i nodi e rancori
presenti. Bisogna riparare le crepe piuttosto che renderle più profonde. Il
grave errore nella lotta al terrorismo sono le reazioni affrettate che non
fanno che aumentare le divergenze attuali. Qualsiasi azione emotiva e
frettolosa che isoli o spaventi le comunità islamiche – formate da milioni di
persone responsabili e attive residenti in Europa e negli Stati Uniti – e
limiti ancor di più i loro diritti emarginandole dalla società, non solo non
risolverà i problemi ma aumenterà anzi le distanze e i rancori. Le iniziative
superficiali e reazionarie, soprattutto se legalizzate, non produrranno altro
che l’aumento delle bipartizioni e crisi future. Secondo le notizie che mi sono
giunte, in alcune nazioni europee sono state approvate delle leggi che spingono
i cittadini a spiare i musulmani; questo atteggiamento è oppressivo e sappiamo
tutti che la caratteristica dell’oppressione è quella, prima o poi, di
ritorcersi contro chi la commette, a prescindere dal fatto che i musulmani non
meritino questa irriconoscenza. Il mondo occidentale da secoli conosce bene i
musulmani: sia quando gli occidentali sono stati ospitati nella terra
dell’Islam e hanno gettato il proprio sguardo avido sulle ricchezze dei padroni
di casa, sia quando sono stati loro ad ospitare i musulmani utilizzandone il
lavoro e l’ingegno. Nella maggior parte dei casi non hanno visto che gentilezza
e pazienza. Chiedo pertanto a voi giovani di creare le basi per un rapporto giusto,
rispettoso e nobile con il mondo dell’Islam, fondato su una corretta e
approfondita conoscenza e traendo lezione dalle esperienze negative. Così
facendo vedrete in un futuro non molto lontano che l’edificio costruito su
queste solide fondamenta irradierà la luce della tranquillità e della fiducia
sui suoi architetti, donando loro il calore della sicurezza e serenità, e
illuminerà il mondo intero con la luce della speranza in un futuro luminoso.

Seyyed
”Ali Khamenei

8
Azar 1394 – 29 Novembre 015

Traduzione a cura di Islamshia.org ©.
È autorizzata la riproduzione citando la fonte.

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