Merkel, Erdogan e i "valori" europei | Megachip
Top

Merkel, Erdogan e i "valori" europei

'L’elenco dei giornalisti che “non piacciono” al premier turco sta diventando troppo lungo. La ''erdoganizzazione'' dei media tocca l''Europa. [Giulietto Chiesa]'

Merkel, Erdogan e i "valori" europei
Preroll

Redazione Modifica articolo

20 Aprile 2016 - 21.09


ATF

di Giulietto
Chiesa
.

L’elenco dei giornalisti che “non piacciono”
al premier turco sta diventando molto lungo, troppo lungo.

L”ultimo aggiunto
è stato
Tural Kerimov, capo
redattore dell”edizione turca di Sputnik, che si è visto annullare il suo
“pass” come giornalista accreditato all”aeroporto Atatürk di
Istanbul. Bloccato lui, bloccato anche il sito in lingua turca dell”agenzia
Sputink. Per la verità sotto questo profilo la Turchia si comporta nello stesso
modo in cui si sono già ripetutamente comportate le autorità delle repubbliche
del Baltico, ma il caso di Ankara e, personalmente di Erdoğan, sta diventando
un “caso europeo” a tutti gli effetti.

Il che lascia pensare che Erdoğan voglia
incassare non solo i miliardi di euro che gli sono stati promessi da Angela
Merkel, ma anche qualcosa di più: per esempio una promessa che lo lasceranno
entrare in Europa dalla porta principale. Insomma vuole entrare con prepotenza,
essere accettato così com”è. Per questo alza la posta e costringe la Germania a
piegare ulteriormente le ginocchia.

Difficile dire se gli riuscirà il giochetto.
Angela Merkel potrebbe, tra non molto, trovarsi a leggere sondaggi d”opinione
in calo, se continuasse ad allungare il guinzaglio al bulldog. Anche perché c”è
già l”elenco dei giornalisti turchi di opposizione. Come Ekrem Dumanli,
arrestato nel 2014, e Can Dündar, direttore di Cumhuriyet, arrestato nel 2015, più giornalisti e giornaliste turchi e
stranieri, spariti e uccisi in circostanze misteriose.

Certo è che la sfida di Ankara si va facendo
dura. Il cronista della tv pubblica tedesca ARD, Volker Schwenk, rimandato a casa con foglio di via obbligatorio dopo essere atterrato in Turchia, campeggia sul mainstream
tedesco, ed europeo. Ma i fatti hanno una certa logica, visto che la
Cancelliera aveva in sostanza dato ragione al suo collega turco nella causa da lui intentata contro un altro giornalista tedesco, Jan Boehmermann.

Un cedimento
doppiamente grave e significativo, perché in questo caso si trattava di satira.
La quale è ancora meno (o dovrebbe esserlo) soggetta a sindacato rispetto alla
cronaca. La satira non è emendabile, né accorciabile, né modificabile. O c”è, o
non c”è. La Cancelliera ha deciso che, nei confronti di Erdoğan non si può fare
satira. E ha concesso l”autorizzazione a procedere.

Una cancelliera europea che
“cancella” la libertà di espressione in Europa. Per giunta su una
questione così delicata. Se la decisione di Angela Merkel dovesse diventare
d”esempio, tutti i giornalisti e satirici europei che hanno preso di mira capi
di Stato e di governo stranieri potrebbero essere incriminati e sottoposti a
giudizio penale o amministrativo.

Se, per esempio, Vladimir Putin scegliesse di
fare causa contro la sterminata canea di detrattori che hanno sferrato colpi
“sotto la cintura” nei suoi riguardi, ci sarebbe un colossale ingorgo
in tutti i tribunali europei.

So che il Presidente russo non lo farà, ma
penso al nostro destino di giornalisti, che dovrebbero, per non incorrere in
quei rischi, “depennare” dai loro computer i nomi dei leader
stranieri, privando in tal modo i loro lettori dal gusto di vedere il re (e la
regina) nudi.

Native

Articoli correlati