'L''Io, l''establishment e i suoi nemici'

'Renzi ha impostato l''attuale legislatura su di sé: è tutto un gigantesco e strabordante "Io" che occupa la scena politica, attorno al quale costringere tutti gli altri a schierarsi.'

'L''Io, l''establishment e i suoi nemici'
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10 Giugno 2016 - 09.30


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di Alessandro Gilioli

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Non avendo l”anello al naso, è opportuno fare una robusta tara sul
presunto “asse populista” Salvini-M5S, in vista dei ballottaggi. Ed è la
tara della propaganda elettorale ispirata, con ogni probabilità, dal
burattinaio della comunicazione renziana Filippo Sensi.

Intendo dire che se oggi tutti i media o quasi scoprono similarità (o
addirittura “accordi segreti”) tra la Lega e i Cinque Stelle, è anche
per allontanare l”elettorato di sinistra dalla tentazione di votare al
ballottaggio i candidati Cinque Stelle: e una reale o presunta parentela
tra grillini e leghisti svolge una funzione utilissima in questo senso.

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D”altro canto il giornale più esplicito, in questo senso, è proprio
l”Unità, che titola in prima, a tutta pagina, “Carroccio a 5 Stelle”.

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Fatta questa tara, tuttavia, ci sono anche articoli più seri che analizzano la questione, come quello
di Ilvo Diamanti oggi su Repubblica. Che parte da una considerazione
sul delinearsi di una «convergenza tra i principali soggetti politici
antirenziani».

È vero: c”è una fetta di Paese – variegatissima al suo interno – che ha come unico punto in comune l”avversione al premier.

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Succede, quando la politica diventa una persona

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Succede cioè quando la dialettica e il confronto non sono più sulle
cose, sulle idee, sulle visioni del mondo, sulle realizzazioni, ma
diventano un ininterrotto derby “Io contro il Resto del Mondo”.

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È così che Renzi ha impostato l”attuale legislatura: su di sé.

E «sono io che faccio le leggi» e «contro di me una Santa Alleanza»
e «se non cambio la Costituzione me ne vado»: è tutto un gigantesco e
strabordante “Io” che occupa la scena politica, attorno al quale
costringere tutti gli altri a schierarsi. Un bipolarismo personale, cioè
attorno a un individuo.

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L”ha creato lui: sorprendente che se ne sorprenda.

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Un bipolarismo simile – opera di un altro che si vedeva al centro
dell”universo e che usava ogni minuto la prima persona singolare – era
avvenuto ai tempi di Berlusconi.

Però Berlusconi era, o diceva di essere, a capo di una coalizione di
centrodestra, alla quale per molto tempo si contrapponeva solo una
coalizione di centrosinistra. Quindi il bipolarismo personale coincideva
più o meno con le aree politiche, ed era pertanto un po” più nelle cose
e un po” meno personale. Se invece il bipolarismo personale avviene in
un quadro in cui fuori da quell”Io ci sono soggetti politici diversi o
opposti tra loro, ne consegue un”asimmetria. È un bipolarismo personale
che si limita all”individuo. Che non coincide con due aree politiche
contrapposte.

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Questo è: e – ripeto – l”ha creata e brandita soprattutto lui, Renzi,
questa dialettica storta. E ancora di più la brandirà di qui al
referendum di ottobre, argomentando sul fatto che per il No ci sono
insieme Brunetta e Rodotà, anziché sui contenuti dell”impresentabile
pasticcio Boschi. 

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C”è però anche un altro aspetto, in quella che Diamanti chiama
“opposizione lega-stellata”, ed è l”aspetto più interessante –
sociologicamente politicamente parlando. Perché trascende Renzi e
l”Italia stessa. È cioè – cito sempre Diamanti – «la comune insofferenza
verso le istituzioni e verso i partiti», verso «la perdita di sovranità
politica ed economica a favore di entità sovranazionali condizionate
dai mercati».

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E qui siamo nel pieno della rivolta globale anti establishment. Cioè di quelli che Bauman chiama
«sentimenti antisistema», che nascono nella «democrazia malata» in cui
votare non serve quasi più, perché tanto i poteri stanno altrove. E sono
i poteri che hanno decimato il ceto medio, creato una super élite di
privilegiati, precarizzando la vita di quasi tutti e togliendo ogni
possibile progettualità a chi inizia la propria vita da adulto.

Anti-establishment: la stessa definizione con cui tutta la stampa
straniera ha presentato la vittoria di Raggi a Roma. E la stessa che si
attaglia ai fenomeni più diversi che stanno attraversando l”Occidente:
da Podemos a Le Pen, da Corbyn fino ai Pirati che si apprestano a
vincere le elezioni in Islanda.

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Anti-establishment: come l”elettorato di Donald Trump e di Bernie
Sanders negli Stati Uniti e – toh – nessuno ha mai pensato di dire che i
due sono simili, nonostante sia stata testata
sul campo l”esistenza di elettori che li considerano perfino
intercambiabili, pur di tirare un ceffone allӎlite economica e
politica.

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Personalmente, sono abbastanza sicuro che questa fase sia solo un
interregno: quando una o più di queste forze “anti-establishment”
governeranno un paese, le geometrie politiche cambieranno di nuovo, così
come le alleanze e le contrapposizioni, insomma la nebbia si diraderà.

Per adesso mi limito a notare – ridendo un po” amaro – che
l”establishment prima ha creato tutte le condizioni economiche, sociali e
politiche perché le forze più diverse lo detestassero congiuntamente,
poi si mette a strillare scandalizzato di avere contro le forze più
diverse.

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