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di Marcello Foa.
Vuoi vedere che Trump ce la fa? Come sa chi segue questo blog, non ho mai dato per spacciato il candidato repubblicano, anche quando la maggior parte dei sondaggi attribuiva a Hillary un vantaggio abissale. La maggior parte ma non tutti. E, in genere, di dubbia affidabilità : pronosticare un risultato su scala nazionale consultando 1300 persone non è convincente, tanto più dopo il fiasco del Brexit e di altre elezioni. Avendo seguito dal vivo due campagne presidenziali – nel 2004 e nel 2008 – durante le quali avevo percorso l’America profonda, quella che di solito decide le presidenziali, avevo – e ho tutt’ora – l’impressione che un candidato come Trump potesse essere molto più popolare di quanto l’establishment, di cui i grandi media sono la voce, fosse disposto ad ammettere.
Nell’ultima settimana anche i sondaggi hanno iniziato a segnalare la rapidissima discesa di Hillary e la risalita del repubblicano, che oggi vengono dati praticamente alla pari. Anzi, ieri venivano dati alla pari, prima che esplodesse il nuovo emailgate con la riapertura dell’inchiesta da parte dell’Fbi sui messaggi di posta elettronica cancellati da Hillary. Tra qualche giorno sapremo quale effetto la notizia ha avuto sugli elettori, ma di certo non sarà positivo per la candidata democratica.
Attenzione, si profila uno scenario imprevedibile fino a poche ore fa: il sorpasso di Trump su Hillary nell’ultima settimana della campagna elettorale. L’emailgate è devastante per l’immagine della Clinton, perché alimenta il sospetto che non sia affidabile, che abbia qualcosa da nascondere, che sia una mentitrice seriale ovvero rafforza la diffidenza nei confronti della sua persona che è stato il suo principale handicap in questi mesi.
I contorni della vicenda sono da film: l’Fbi ha trovato le email di Hillary indagando su Anthony Weiner, ex politico emergente del partito democratico ed ex marito della sua assistente personale, la giovane e fidatissima Huma Abedin, il quale è stato denunciato per molestie nei confronti di ragazzine minorenni, a cui inviava sue foto in costume adamitico. Forse è il karma che colpisce i Clinton: pensavano di aver fatto fuori Trump pubblicando gli audio dei suoi commenti sulle donne e ora proprio uno scandalo sessuale rischia di rovinare la carriera dell’ex first-lady.
Ma anche senza il colpo di coda dell’emailgate, Hillary sarebbe stata in difficoltà ; perché la maggior parte degli americani diffida dei cosiddetti media mainstream (grandi tv e grandi giornali) e molti di loro preferiscono informarsi su siti di informazione che sono letteralmente esplosi in quei mesi come Breitbart, Drudge Report, Infowars, quasi tutti filorepubblicani e gli unici ad aver dato conto regolarmente dell’altro enorme scandalo ignorato dai grandi organi di informazione: quello di Wikileaks con la pubblicazione di migliaia di email del capo della campagna democratica, John Podesta, e di altri collaboratori, che sono stati hackerati.
Dalla lettura di quelle email emerge il doppio linguaggio dell’ex first lady su temi fondamentali con evidenti contraddizioni tra quanto promette agli elettori e quel che dice a prete chiuse alle lobby più influenti; emergono gli “inciuci†con una stampa servile e quella che appare come una corruzione implicita multimilionaria tramite la sua Fondazione anche con governi stranieri; insomma il vero volto del mondo della Clinton e, in genere, del potere di Washington, che provoca disgusto e rabbia negli americani.
Se Hillary perderà il merito sarà ovviamente di Trump, ma la colpa principale sarà sua e del suo inqualificabile passato.
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