Manipolazione delle menti per influenzare i risultati elettorali

'La verità dietro la ''sorpresa'' dell’elezione di Donald Trump sta da un’altra parte. Si chiama Psicometrica. [Peter Koenig]'

Manipolazione delle menti per influenzare i risultati elettorali
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Redazione Modifica articolo

7 Gennaio 2017 - 12.37


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di
Peter Koenig
.

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“Hackeraggio”
per influenzare i risultati elettorali? Ridicolo! Questa al più è roba
preistorica. È un’invenzione malvagia dei perdenti malvagi del campo malvagio
di Hillary, sostenuta da un presidente uscente, Obama, criminale, che sta
lasciando l’incarico ovviamente non con frastuono e nemmeno con un piagnisteo,
ma col disonore per la sua nazione per tutte le persone che nel mondo amano la
verità. Che eredità sta lasciando dietro di sé il primo presidente “nero”
americano – assassino di migliaia di persone con uccisioni indiscriminate e
illegali con i droni, coinvolto in sette conflitti armati ingiustificati e
illegali in tutto il mondo, con l’uccisione di milioni di persone e, per
finire, un miserabile mentitore.

Già
nell’agosto del 2016 l’informatore della NSA William Binney ha dichiarato alla Aaron
Klein Investigative Radio
che “il server del Democratic National
Committee’s (DNC) non era stato violato dalla Russia ma da un irritato
impiegato della intelligence USA
”. Binney ha continuato affermando che “la
NSA aveva tutte le email cancellate della Clinton e che l’FBI poteva avere
accesso ad esse se solo lo avesse voluto
”. Aveva poi concluso che non c’era
alcun bisogno che Trump chiedesse ai Russi di avere quelle email, dato che gli
bastava chiederle all’FBI o alla NSA.

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Così,
una delle ultime azioni nell’illustre carica del presidente degli Stati Uniti,
Obama, è stata mentire al popolo americano e al mondo intero. – Bravo!

La
verità dietro la “sorpresa” dell’elezione di Donald Trump sta da un’altra
parte. Si chiama Psicometrica, un metodo basato su grandi raccolte dati sul
comportamento dei gruppi di popolazione che devono essere oggetto di propaganda,
o più precisamente di manipolazione mentale. Un ricercatore polacco di 34 anni
dell’Università di Cambridge, Michail Kosinski, è l’architetto capo di questa
nuova tecnologia raffinata di lavaggio del cervello che è pubblicizzata,
venduta e applicata da una piccola ditta londinese di analisi, chiamata “Cambridge
Analytica
”.

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Questa
ditta ha dapprima lavorato per il candidato repubblicano alle presidenziali Ted
Cruz, senatore del Texas, che era sconosciuto alla maggior parte degli
Americani. La Cambridge Analytica ha incrementato del 40% la sua
popolarità, non abbastanza però per vincere la nomination repubblicana. Poi
questa ditta fu ingaggiata dal team elettorale di Trump, a quanto sembra con
successo. In questo filmato Youtube di 11 minuti, Alexander Nix, CEO di Cambridge
Analytica
, spiega il metodo applicato al caso di Ted Cruz:

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Come
è riferito dal quotidiano svizzero Tagesanzeiger, la Psicometrica, o
Psicogafica, in sé non è una novità.  Fu
sviluppata nel 1980 come uno strumento scientifico per aiutare a determinare la
personalità della gente. Gli psicologi avevano concluso che ogni tratto del
carattere di una persona può essere categorizzato in cinque dimensioni. Il
sistema è chiamato OCEAN, che sta per Openness, Consciousness, level
of Extraversion
, Amicability (compatibility) and
Neuroticism
.

Kosinski
afferma che sulla base di 70 “Likes” di Facebook, può determinare con
un’accuratezza del 95% se una persona è bianca o nera, con l’88% se è
omosessuale e con l’85% se è democratica o repubblicana.

Con
150 “Likes” dice di riuscire a conoscere una persona meglio del  suo partner. Sono affermazioni
impressionanti. Ma sono corrette? Molti critici le mettono in discussione,
solitamente perché dicono che non c’è nessuna evidenza (i) che la popolazione
target voti veramente e (ii) che votino in accordo al loro profilo. In ogni
caso, sarebbe difficile verificare fino a che punto la Cambridge Analytica
abbia effettivamente aiutato Donald Trump a vincere le elezioni. La Cambridge
Analytica
rivendica anche meriti per il voto della Brexit.

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I
dati da Facebook non sono gli unici input al “Big Data”. Oltre a decine di
migliaia di “Likes” raccolti, sono entrati in “Big Data” anche dati sulla
navigazione google, abitudini di consumo e alimentari, preferenze nei cosmetici
e per i gruppi rock, marca o tipo di auto preferite, abitudini bancarie e
persino la velocità con cui prendono il proprio cellulare quando suona, e così
via. Viviamo indubbiamente nell’epoca dell’assoluta mancanza di rispetto per la
riservatezza quando si ha  a che fare con
la raccolta universale di dati. Fin tanto che lasceremo che continui, non potrà
che peggiorare.

Centinaia
e centinaia di persone sono letteralmente “profilate” per messaggi di
propaganda mirati e personalizzati, tesi a convincere segmenti di popolazione e
singoli individui a pensare in modo da votare per o contro un candidato.

Tagesanzeiger conclude che questo era il motivo per
cui i messaggi nella campagna elettorale di Trump erano spesso contraddittori e
confusi, difficilmente inseribili in un quadro chiaro o interpretabili con
sicurezza. Questo è quanto succede anche oggi.

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Secondo
Kosinski, nei “tempi andati”, le aziende di ricerche sociali dovevano far
riempire alle persone questionari noiosi, basati sulla demografia.  Oggi questo approccio è obsoleto. Abbiamo
Internet e Facebook. Non tutte le donne, i neri, gli ispanici, i gay, gli
eterosessuali votano alla stessa maniera. Questa errata assunzione è stata
usata ancora nella campagna di Hillary e si è dimostrata fallace. Benché
Hillary abbia avuto 2,7 milioni di voti popolari in più, ha perso gli
elettorati. La Cambridge Analytica ha lavorato sugli Stati in bilico (swinging
states
). In quegli Stati ha preso di mira principalmente i “vulnerabili” o
gli indecisi, oppure ha motivato quelli che non avevano intenzione di votare ad
alzare il sedere e andare a votare Trump, o contro la Clinton, in dipendenza
del loro profilo.

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Ad
esempio, gli Haitiani in Florida, che non avevano intenzione di votare ma erano
tendenzialmente democratici, cioè per Hillary, furono presi oggetto di una
propaganda che descriveva la corruzione della Fondazione Clinton e come i
Clinton avessero rovinato l’economia di Haiti. Così andarono a votare Trump in
quanto candidato anti-Clinton. Per lo meno questo era il piano e, a quanto
sembra, ha funzionato veramente in un numero sufficiente di casi.

Anche
se non sapremo mai con sicurezza fino a che punto la Cambridge Analytica
abbia contribuito alla vittoria elettorale di Trump, possiamo essere certi che
questo metodo, molto a buon mercato rispetto all’analisi comportamentale
demografica, sarà usato  massicciamente in
futuro, quasi sicuramente nelle prossimi elezioni in Francia e in Olanda
(Primavera 2017) e in Germania (Autunno 2017).

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Grazie
al cielo, il presidente Putin (e l’ho ripetuto molte volte) ha dato a Mr Obama
e alle persone che lo circondano una lezione su come si comporta un uomo di
Stato e non uno scimunito perdente come di fatto è Obama. Il presidente Putin
non ha contraccambiato l’espulsione di 35 diplomatici russi basata sulla
plateale bugia di Obama, decisa proprio prima di Capodanno e apparecchiata per
le festività di fine anno.

Al
contrario, ha invitato i diplomatici statunitensi a Mosca e i loro figli a
celebrare la fine dell’anno coi loro colleghi russi.

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Il
vile atto di Obama è stato rubricato come “sanzioni” per “l’interferenza russa
nelle elezioni statunitensi”, una bugia senza ritegno. Mr. Obama, il burattino
dello “stato profondo” che tira i fili delle sue labbra e della sua mente, lui
il (formalmente) presidente Obama, sa benissimo che è una commedia.

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Peter
Koenig è un economista e analista geopolitico. Ha lavorato alla Banca Mondiale
e si è occupato in tutto il mondo di ambiente e risorse idriche. E’ autore di “Implosion:
An Economic Thriller about War, Environmental Destruction and Corporate Greed
”
– fiction basata sui fatti e la sua esperienza trentennale alla Banca Mondiale.
È coautore di “
The World Order and Revolution! Essays
from the Resistance
”.

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         Traduzione per
Megachip a cura di Piotr.

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