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di Simone Santini.
Mi ha incuriosito il caso accaduto al Parlamento europeo, che ha visto Marine Le Pen perdere l”immunità . Ne ho avuto conoscenza dopo aver letto vari post su facebook che riportavano la notizia in maniera molto parziale, con link anche di articoli di stampa.
La polemica era soprattutto di ordine politico e suonava così, nei suoi aspetti fondamentali:
– Il M5S ha proposto al Parlamento europeo di togliere l”immunità a Le Pen (che ha votato il provvedimento a grande maggioranza).
– La leader del Front National era “rea” solo di aver pubblicato delle foto sulle violenze perpetrate dall”Isis.
– La proposta è arrivata dalla parlamentare pentastellata Laura Ferrara, che poi ha ricevuto come premio di essere nominata vicepresidente della Commissione giuridica.
– Dopo il tentativo di passare ad ALDE, questa è la prova che in Europa i cinquestelle si sono venduti all”establishment.
I FATTI
Prima di esprimere alcun giudizio politico sulla vicenda, dopo breve ricerca, voglio ricapitolare e mettere in ordine gli esatti termini, di merito, della questione:
– Marine Le Pen è indagata in Francia dalle autorità giudiziarie di quello Stato per il reato di diffusione di immagini violente. Tale vicenda aveva provocato molte polemiche politiche in passato (risale al 2015) ma l”azione della magistratura deriva soprattutto da una denuncia di parte, sporta da una parente di una vittima dell”Isis, ritratta in una delle foto pubblicate dalla Le Pen.
– La magistratura francese vuole interrogare sulla vicenda Marine Le Pen, ma non può farlo perché ella gode dell”immunità in quanto parlamentare europea. Fa quindi richiesta di autorizzazione a procedere al Parlamento europeo, ovvero alla Commissione giuridica che si occupa di questi casi.
– Vicepresidente della Commissione è la deputata Laura Ferrara, del M5S, da poco eletta in quella carica. A lei viene affidato il compito di relatrice, ovvero di illustrare il caso alla Commissione che deve votare per concedere o meno l”autorizzazione a procedere per l”interrogatorio. Come avviene in tutti i casi analoghi a questo, la Commissione non si esprime in alcun modo sulla sussistenza o meno del reato, ma certifica solo che non esista un “fumus persecutionis”, ovvero che la procedura giudiziaria non derivi da un accanimento di ordine politico. In tal caso, dovendosi procedere ad un interrogatorio ed essendoci alla base una querela di parte di un cittadino francese, il fumus persecutionis sembra doversi escludere.
– La Commissione in effetti vota a favore della autorizzazione a procedere, quindi i magistrati francesi potranno interrogare Marine Le Pen sul caso.
IL GIUDIZIO POLITICO
Il mio giudizio politico, invece, lo esprimo qui:
1. Da questo caso non si può desumere nulla circa un cedimento del M5S verso i poteri forti o l”establishment europeo; tuttavia la diffusione manipolata ha l”intento di colpire i cinquestelle mettendoli in cattiva luce nei confronti di una parte del suo elettorato più radicale e di “destra”.
2. Fossi un cittadino francese, nelle attuali condizioni, voterei alle presidenziali per Marine Le Pen.
3. E” in corso in Francia, come già accaduto negli Usa, una furibonda battaglia per delegittimare i candidati più scomodi per l”establishment (Marine Le Pen e François Fillon) a vantaggio del candidato più gradito, Emmanuel Macron, e nel tentativo di far tornare in corsa Alain Juppé; architrave di questi tentativi sono certamente l”informazione e la magistratura francese.
Le Pen potrebbe essere un momento di rottura rispetto alle logiche delle oligarchie europee e transatlantiche, liberando spazi per un”azione politica che porti al superamento dei Trattati (Ue e Nato). Con lei alla presidenza della Francia si andrebbe in mare aperto, verso un approdo insicuro, certamente, ma non si attenderebbe la tempesta ormeggiati in porto, in attesa che qualcun”altro decida per noi di che morte si dovrà morire.
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