Licenziato da Google. Ma il suo era davvero un 'manifesto sessista'?

Il caso di James Damore, vittima dell'ennesimo fraintendimento ideologico nell'era del 'politically correct'. I paradossi di un'ideologia autoritaria che pensa di non esserlo.

Licenziato da Google. Ma il suo era davvero un 'manifesto sessista'?
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10 Agosto 2017 - 10.24


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di Daniele Scalea.
 
Google incoraggia i suoi dipendenti a confrontarsi in forum privati, ma quando uno di essi, James Damore, ha osato esprimere posizioni distanti dall’ideologia adottata dal management, è stato identificato (aveva comprensibilmente optato per la forma anonima) e licenziato in tronco.
La stampa italiana all’unisono lo accusa di aver scritto “un manifesto sessista”: il ricorso al name-calling denota l’infantilismo ormai imperante tra i nostri giornalisti, che hanno rinunciato ad argomentare rifugiandosi nel più comodo insulto (“sessista” “razzista” “fascista” ecc.). Tempo pochi anni e nei giornali italiani leggeremo direttamente di “buoni” e “cattivi”, e ci si sentirà come fossimo tornati all’asilo. Ma nel frattempo ritorniamo invece a Damore. Che ha scritto di così “sessista” e “anti-diversità”?
In sintesi, nel suo memorandum Damore sostiene che tanto nella Sinistra quanto nella Destra ci sia la tendenza a negare la scienza, ma in maniera diversa: la persona di Destra sarà incline a negare la realtà scientifica del cambiamento climatico, quella di Sinistra a negare la realtà scientifica della differenza biologica tra i sessi.
Damore, che è un Ph.D. ad Harvard in biologia, ricorda che tra uomini e donne ci sono differenze biologiche che portano, ad esempio, le donne ad essere tendenzialmente ( = in media, non in ogni singolo caso) più cooperative ed empatiche, gli uomini tendenzialmente più competitivi e inclini a dedicarsi agli oggetti rispetto alle persone. Questo può spiegare perché nel settore dell’ingegneria software ci siano più uomini che donne, ma può anche spiegare perché, di converso, il 93% dei morti sul lavoro siano uomini (perché accettano lavori più pericolosi e si prendono più rischi). Gli uomini sono di più anche tra i senzatetto o le vittime di morte violenta o coloro che abbandonano la scuola prematuramente, ma in questi casi non ci si scandalizza e non si richiedono misure correttive per aumentare la quota di donne. Damore ritiene che in Google queste premesse biologiche siano rifiutate perché la continua persecuzione degli impiegati conservatori ha lasciato la libertà d’espressione a una sola parte, e ciò ha creato una “camera d’eco” che ha portato Google verso posizioni estremiste e autoritarie. Estremista perché crede che ogni disparità sia dovuta esclusivamente all’oppressione. Autoritaria perché vuol correggere quest’oppressione con la discriminazione.
Google ha così finito per adottare misure discriminatorie per sesso o per razza, ad esempio creando programmi accessibili solo a donne o non bianchi e dando loro una corsia preferenziale nell’assunzione.
Secondo Damore sarebbe possibile riequilibrare il rapporto tra donne e uomini tramite misure non discriminatorie, ma incentivando la cooperazione e il part-time all’interno del processo produttivo di Google, anziché spingere i dipendenti all’autoannichilimento pur di fare carriera. Ciò nel contempo “demoralizzerebbe” la questione della diversità, puntando a perseguirla ma senza il ricorso a narrative che prevedono dei “buoni” (donne e minoranze etniche) da premiare e dei “cattivi” (i maschi bianchi) da punire.
E voi cosa ne pensate? Damore è un “sessista” che andava punito, oppure è Google che, mentre persegue la diversità di genere ed etnia, non accetta anche quella politica?
 

Fonte: https://www.facebook.com/daniele.scalea/posts/1302550793176148.

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P.S.: Debra W. Soh (Ph.D. in neuroscienze sessuali) sul “Globe and Mail”, a proposito del memorandum incriminato di Google:

 “Come menzionato nella nota, gli interessi di genere sono prevedibili dall’esposizione a testosterone prenatale: livelli più alti sono associati a una preferenza per cose e occupazioni, da adulto, interessanti dal punto di vista meccanico. Livelli più bassi sono associati a preferenze per attività e occupazioni orientate alle persone. Questo è il motivo per cui scienza, tecnologia, ingegneria e matematica tendono a essere dominate da uomini.

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“Troviamo evidenza di ciò in bambine con una condizione genetica chiamata iperplasia surrenale congenita, che sono esposte nell’utero a livelli inusualmente elevati di testosterone. Quando sono nate, queste bambine preferiscono giochi con le ruote, tipicamente maschili, quali le macchinine, sebbene i loro genitori mostrano loro reazioni più positive quando si dilettano con giochi tipicamente femminili, come le bambole. Analogamente, gli uomini interessati in attività tipicamente femminili è probabile siano stati esposti a più bassi livelli di testosterone. […]

“Ovviamente, esistono differenze a livello individuale e questo non significa che l’ambiente non abbia un ruolo nel plasmarci. Ma affermare che non ci siano differenze tra i sessi quando si guarda alle medie di gruppo, o che la cultura abbia più influenza della biologia, è semplicemente non vero. Infatti, la ricerca ha mostrato che le culture con maggiore equità di genere hanno più forti differenze sessuali nelle preferenze lavorative: questo perché in tali società le persone sono libere di scegliersi le loro occupazioni sulla base di ciò che più le aggrada”.

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