ATF
di Simone Santini.
Ho notato che, da un paio di settimane, sulla Home del mio profilo facebook, l’algoritmo che seleziona i contenuti dafar comparire mostra, in maniera quasi sistematica, post che fanno una feroce propaganda contro il M5S. Si tratta spesso di post di contatti (amici di FB) che, precedentemente, non arrivavano per nulla sulla mia bacheca. I punti controversi sono sempre gli stessi. Gli esponenti del M5S sono inaffidabili, incoerenti, incompententi.
Ammetto che, se fossi un elettore indeciso, o tiepido, tali messaggi genererebbero in me una impressione molto negativa facendomi ritenere che il MoVimento sia in pieno calo di consenso e forse potrebbero indurmi addirittura a riconsiderare un voto verso di loro.
Se ciò fosse programmato e non frutto di casualità (o di un effetto che si sta socialmente propagando davvero – ma che i sondaggi politici allo stato attuale non sembrano avvertire) si tratterebbe di un chiaro esempio di manipolazione cognitiva e influenza sui risultati elettorali.
Allo stesso tempo, proprio in questi giorni, mi è capitato di leggere la recensione di un libro di Jacopo Iacoboni, giornalista de La Stampa, uscito proprio ieri e dal titolo significativo: “L’esperimento. Inchiesta sul Movimento 5 stelle”. La tesi centrale del libro è che il MoVimento altro non sia che un grande esperimento di ingegneria sociale, concepito a freddo, con lo scopo di creare una potente quanto raffinata macchina del consenso, di cui pochi burattinai tirano sapientemente le fila, ma ben occultato da grande operazione di democrazia partecipativa.
Orbene, il parallelismo tra la capacità di creare la cosiddetta “valanga del consenso” tra un blog-piattaforma come quello di Beppe Grillo/Rousseau (che in definitiva riguarda alcune migliaia di attivisti che votano con quello che è un metodo con le sembianze di un partito) ed il volume di fuoco di un social medium come facebook (con decine di milioni di utenti, elettori, in Italia)… mi ha fatto venire in mente la furibonda polemica, tuttora in corso, tra la capacità di “Putin” di influenzare la Brexit, le presidenziali americane, nonché le future elezioni in Italia, creando addirittura alcune decine di account capaci di generare qualche migliaia di messaggi in tutto, con i miliardi di miliardi di post che, ogni giorno, sono generati su social media come facebook, twitter, instagram, ecc. che sono, questi sì, controllati da pochissimi burattinai con la capacità di indirizzare a loro piacimento questa mostruosa e soverchiante onda agendo sugli algoritmi che ne sono alla base.
Davvero crediamo che Davide Casaleggio, o suo padre Gianroberto se non fosse prematuramente scomparso, oggi possa avere più potere di Mark Zuckerberg e degli altri magnati dell’informazione digitale?
La partita è persa, signori. Lo scrivo mentre sto pubblicando questa mia riflessione su Blogger e tra poco la condividerò, per divulgarla, su facebook. La partita è persa, signori.