di Fulvio Scaglione
Va bene tutto ma sentire e leggere sperticati elogi funebri del senatore John McCain da parte di personaggi della “sinistra” e della “destra” e su giornali della “sinistra” come della “destra” è da ridere per non piangere. McCain sarà pur stato un galantuomo per onestà personale e coraggio individuale. Politicamente, invece, è stato un trucido insensato.
Uno che è andato a braccetto con le frange ucraine neonaziste e con i ribelli siriani, uno che ha dato entusiastico supporto all’invasione americana dell’Iraq e alla distruzione della Libia, che avrebbe fatto altrettanto con la Siria, che sarebbe volentieri entrato in conflitto con la Russia, che ha predicato il rovesciamento armato di infiniti Governi a lui sgraditi, che ha sostenuto l’intervento armato contro o in nazioni il cui elenco (Libano, Nicaragua, Sudan, Georgia, Kosovo, Corea del Nord, Afghanistan tra gli altri) tiene quattro pagine. Il cocco dell’industria degli armamenti, insomma.
Uno che negli ultimi tempi attaccava Donald Trump ma che nel 2008, quando corse per la presidenza contro Barack Obama, scelse come vice la supertrucida Sarah Palin, un personaggio al cui confronto Trump pare un gentiluomo.
E questo McCain sarebbe uno a cui dobbiamo guardare come a un riferimento? Ma per favore…