di Simone Santini.
Gira sui social il video/notizia in cui Rocco Casalino dice che gli fanno schifo gli anziani e i down. Qui sotto c’è il video esteso (non integrale, ci sono dei tagli di montaggio, ma dura quasi un’ora e mezzo) del contesto in cui Casalino fece quelle affermazioni.
Una quindicina di anni fa, un corso di giornalismo a cui era stato invitato come ospite per una “lezione”. Casalino aveva fatto da qualche anno il Grande Fratello e in quel frangente era il classico personaggio televisivo ospite fisso di un programma di successo come Buona Domenica (edizione di Maurizio Costanzo).
Si trovava al centro del potere mediatico e della fenomenologia televisiva: i reality, i tronisti, la tv del dolore. Politicamente si era nel pieno del governo Berlusconi, l’unico che durò una intera legislatura (2001-2006). Questo è il contesto.
Casalino, con piena consapevolezza del suo essere personaggio televisivo e dei meccanismi della comunicazione, stava lavorando su se stesso e si racconta agli allievi del corso.
Ho trovato interessanti molti spunti. Il cinismo, la mancanza di ipocrisia che però si fa personaggio e, dunque, è un continuo gioco di specchi, gli aspetti umani, il potere, la corsa al denaro, alcuni squarci sulla realtà dei media, sulla manipolazione delle coscienze, su cosa significhi l’ascensore sociale. Si capisce già molto di ciò che Casalino sarebbe diventato, oggi.
Ovviamente il video, ovvero quei trenta secondi incrimati, sono stati ributtati a quindici anni di distanza nel tritacarne dei social per destare puro polverone e scandalo politico. In qualche modo è lo stesso meccanismo di cui Casalino parlava allora.
A me, che di tali meccanismi sono un po’ consapevole, le affermazioni che dovrebbero destare scandalo, di scandalo non ne provocano. Ho trovato invece il video esteso molto istruttivo, nel bene e nel male.
(per chi fosse interessato a farsi una opinione esclusivamente sulle affermazioni oggetto della polemica del giorno, le trova da 1:06:18 in poi e le sue argomentazioni sono più articolate e in linea con il tono provocatorio e anticonformista di tutto l’incontro).