Economist: imprenditori di se stessi 2.0

'È sconcertante come la crisi economica in corso non abbia insegnato nulla ai grandi mass media occidentali. Il futuro di miseria giustificato dall''Economist'

Economist: imprenditori di se stessi 2.0
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11 Gennaio 2015 - 22.36


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di
Giuseppe Masala
.

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È
veramente sconcertante come la crisi economica in corso non abbia
insegnato nulla ai grandi mass media occidentali. Uno degli esempi
più sconcertanti lo abbiamo avuto con un
recentissimo articolo dell’
Economist
(3 – 9 gennaio 2015, pag. 15) dove si tessono le
lodi
del lavoro flessibile
.

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La
tesi ad essere sinceri è la medesima che si ascolta dagli anni
novanta:
«Everyone
a corporation!»
,
ovvero: “Ognuno è imprenditore di se stesso”.

Secondo
The
Economist
:
«
L”idea
che avere un buon lavoro consista nell”essere dipendente di una
specifica azienda è un retaggio di un periodo iniziato nel 1880 e
concluso nel 1980»

e ancora: «
I
vantaggi per il sistema sono evidenti: i lavoratori che vogliono
avere successo devono provvedere ad aggionarsi, invece di sedersi ad
aspettare che provveda a tutto il datore di lavoro»
.
Bontà loro.

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Al
prestigioso (sic!)
settimanale, non pare che questo modello abbia svantaggi. I
lavoratori che non riusciranno ad imporsi come “lavoratori
meritevoli” saranno destinati all”esclusione sociale e alla
povertà. Sfortunatamente la povertà e l’esclusione sociale non
sono un problema del singolo ma un problema di funzionamento anche
del sistema economico: l’esclusione di vaste sacche di popolazione
dal reddito e dal consumo comporta automaticamente l’innesco di una
crisi di “sottoconsumo”.

Sempre
che – secondo i valenti redattori del giornale – non si voglia
ovviare al problema con il credito facile all’americana anche a
quella parte della popolazione definita NINJA (“
no
income, no job, and no assets
“,
trad. “nessun reddito, nessun lavoro, nessun patrimonio”).
Ovviamente in questo caso andrebbe spiegato come si intenderebbe
ovviare ai problemi (insolvenza dei debitori e successivo crollo del
sistema bancario) venutisi a creare nel 2008 e che inesorabilmente si
ripresenterebbero.

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Zeroconsensus
ritiene
che questo articolo dell’Economist sia materia per filosofi e
psicologi che dovrebbero spiegare quale follia collettiva ha colto la
classe dirigente occidentale. Solo dei folli infatti possono sperare
che il ripetere politiche che già si sono rivelate catastrofiche
possa portare a risultati diversi da quelli visti nel passato.

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