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Putin, per (alcun)i media italiani la Russia è ancora comunista. Ed è il vero nemico dell’Occidente

Viviamo in un Paese dove (anche grazie a "la Repubblica") il senso comune è stato ormai abbandonato. [Giulietto Chiesa]

Putin, per (alcun)i media italiani la Russia è ancora comunista. Ed è il vero nemico dell’Occidente
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14 Settembre 2018 - 10.09


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di Giulietto Chiesa

 

Sarebbe straordinario quello che ho letto sull’ultimo editoriale di Eugenio Scalfari (la Repubblica, 9 settembre) se non fosse un ulteriore segnale della degenerazione del dibattito pubblico nel nostro Paese e in generale dell’Occidente, Europa in testa.

Leggo e “strabilio” vedendo Scalfari definire Vladimir Putin come “leader del comunismo mondiale”. Povero presidente della Russia, che si è visto attribuire negli ultimi anni – a partire dal suo discorso di Monaco – una tale serie di crimini: dall’assassinio della Politkovskaja, a quello di Litvinenko, all’abbattimento del Boeing malaysiano nei cieli del Donbass in guerra, al tentato assassinio di Skripal e di sua figlia Julia, al sequestro della (altrimenti com’è ben noto, splendente) democrazia americana in occasione del famosissimo Russiagate, fino al risultato elettorale del 4 marzo in Italia. Crimine, quest’ultimo, evidentemente così imperdonabile da aver fatto venire le traveggole non solo a Scalfari, ma a tutto il mainstream italiano e internazionale.

Scalfari rispondeva con nonchalance all’indignata replicadell’ambasciatore russo a Roma, anch’egli evidentemente sbalordito da quest’ultima accusa. Per lui “il comunismo, pure in modi diversi, è ancora la sostanza politica della Russia”. Frase che riassume, in poche sillabe, tra l’altro, tutta intera la russofobia dei radical-liberal-globalist-integrationist contemporanei. Dalla demonizzazione del comunismo si passa senza soluzione di contiguità e di continuità, alla demonizzazione della Russia. Che è, appunto, irredimibile: con comunismo o senza comunismo, la Russia è nemica, punto e basta. Anzi, nel lucido pensiero scalfariano-repubblicano, è la Russia che ha prodotto il comunismo, che dunque è vivo come non mai, essendo la Russia particolarmente vivace negli ultimi tempi su tutti gli scacchieri internazionali.

Certo in questa preziosa riflessione Eugenio Scalfari si è dimenticato della Cina e di Xi Jinping. L’ambasciata cinese a Roma avrebbe non pochi motivi per replicare anch’essa a una tale offesa: non per essere stata definita “comunista” (che per Xi Jinping è motivo di orgoglio) ma per non essere stata collocata al suo indubbiamente meritato posto di assoluta preminenza. Certo – così chiosa ancora Eugenio Scalfari – la politica è una cosa “complessa”, visto che Aristotele lo dimostrò più di 2000 anni fa”, ma come si fa a non considerare comunista Vladimir Putin alla luce del suo “interesse ad un’egemonia nel Mediterraneo centrale”?

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