La ballata di Federica Mogherini

'I movimenti sulla nomina di Mogherini rimandano a giri più vasti sulle sorti europee, mentre l''avventura Ucraina si mette male, e Merkel va contro gli USA. [Giulietto Chiesa]'

La ballata di Federica Mogherini
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17 Luglio 2014 - 16.48


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di Giulietto Chiesa.

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Polonia, Estonia, Lettonia,
Lituania si schierano contro l’ipotesi che a divenire “ministro degli
Esteri europeo” sia Federica Mogherini, la nostra attuale ministra degli
Esteri. Lo dice il Financial Times e penso che dica il vero, anche
perché è fonte interessata.

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A Londra non sono contenti che alla
scialba Catherine Ashton subentri l’italiana. E dunque è probabile che
la Gran Bretagna sia il quarto paese ostile a una tale nomina. Del resto
Cameron è già ai ferri corti con Bruxelles per la scelta di Junker come
Commissario Europeo. Motivo in più.

Ma non sono moine. Tutto è
chiaro e molto spinoso. Non è piaciuta la posizione italiana sulla crisi
ucraina
; non sono piaciuti gl’inviti al dialogo con Putin.

Mentre
inizialmente l’Italia, distratta, si lasciava trascinare nel gorgo di
Kiev, gli sviluppi recenti hanno mostrato un cambio di rotta. Gli autori
di questa sterzata non li conosciamo, non tutti. Ma il fatto è che la
Mogherini è andata a Kiev (pima sua visita estera nella sua qualità di
ministra degli Esteri del paese che ha la presidenza semestrale
dell’UE), poi a Mosca, per sentire le due campane, e ha lasciato le rive
della Moscova dopo avere confermato a Putin l’interesse dell’Italia a
portare a compimento il Southstream, il gasdotto strategico che bypassa
l’Ucraina a Sud, passando sul fondo del Mar Nero, gemello del
Northstream che bypassa l’Ucraina a nord, passando sul fondo del
Baltico.

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Che equivale a dire che l’Italia preferirebbe avere la
certezza del gas russo subito, al posto delle promesse del gas americano
da scisti bituminosi fra cinque o sei anni
.  Che equivale anche a
dichiarare che l’Italia non vuole essere presa in ostaggio dall’Ucraina
di Poroshenko e di Washington
.

Ovvio che, dietro una posizione
come questa, presa dalla Mogherini, c’è l’ENI, che non improvvisa
nulla.  Gl’interessi sono grandi, enormi. E, insieme all’ENI, c’è la
francese EDF e la tedesca Wintershall, tutte interfacciate con Gazprom.

Ed
è dunque ovvio anche che contro l’ipotesi Mogherini alla PESC ci sono
gli Stati Uniti
. Ecco: la nostra Federica è il parafulmine su cui si 
scaricheranno i fulmini di tutto lo schieramento che ha organizzato il
golpe a Kiev del 22 febbraio ultimo scorso: USA, Polonia, le tre
repubbliche baltiche, Londra.

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Ce la può fare? Molto, molto
difficile.  Gli ultimissimi sviluppi a Bruxelles dicono che Renzi si
prenderà uno schiaffone.  Ma la partita è aperta e potrebbe avere
sviluppi imprevedibili. Ho l’impressione che molto dipenda da come si
muoverà la Germania. Dove pure sono in corso movimenti di masserizie.
Angela Merkel  – che pure ha svolto un ruolo molto oltranzista e
antirusso sulla intera vicenda ucraina, provocando molti malumori tra i
settori imprenditoriali tedeschi – si trova improvvisamente ai ferri
corti con Obama
sulla faccenda dello spionaggio americano in casa
propria.

Scandalo enorme, che si coniuga con quello delle
rivelazioni di  Edward Snowden, dalle quali emerse che perfino il telefono
cellulare privato della cancelliera
veniva ascoltato dalla National
Security Agency americana. Mettere a tacere non si poteva e Merkel è
stata – apparentemente – costretta a espellere lo spione “fratello”
numero uno da Berlino, precipitando la Germania nello spirito della
Guerra Fredda. Solo che, questa volta la Guerra Fredda non è più con la
Russia, ma scoppia all’interno dell’Occidente, niente meno che tra USA e
Germania.

Niente di rotto o di irrimediabile, s’intende. Queste
cose accadono e non mettono a repentaglio situazioni di tale rilevanza
strategica. Ma viene il sospetto che lo scandalo non sia per niente
casuale
. Certe cose esplodono quando le si vuole fare esplodere. E, in
questo caso, la miccia è stata accesa a Berlino. Perché? Forse perché la
Germania sta tirando le somme dell’avventura in cui l’America l’ha
trascinata in Ucraina, contro la Russia.

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Somme che sono tutte in
rosso. In Ucraina c’è la guerra civile, c’è un disastro umanitario; c’è
una valanga di morti, c’è un paese in bancarotta che non potrà entrare
in Europa
. C’è una tragedia, che ancora non si vede solo perché i media
l’hanno coperta, ma che prima o dopo verrà a galla e la si dovrà
spiegare all’opinione pubblica. Sopra tutto c’è un mare di affari con la
Russia che i tedeschi non vogliono esporre a rischi con altre sanzioni.

Dunque
la questione è più vasta del destino della Mogherini
. Se la Merkel
volesse smarcarsi da Washington, mediante lo scandalo delle spie della
CIA, qualunque mezzo potrebbe essere buono, anche quello di giocare il
nome della Mogherini, magari per qualche settimana in più, fino ad
agosto.

In ogni caso queste manovre sono il segno che Putin ha
scelto bene, distinguendo l’Europa dalla muta di cani arrabbiati di
Varsavia, Vilnius, Riga, e Tallin, al guinzaglio di Washington, ma senza
museruola
.

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E’ comunque anche con loro che faremo attorno al sole un
altro giro almeno. E buona fortuna a tutti.

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