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I nuovi binari della Russia di Putin

Forse questo discorso di Putin di fronte all’Assemblea Federale è stato il più importante in assoluto. Confronto con l’Ovest, pericolosità senza precedenti. [Giulietto Chiesa]

I nuovi binari della Russia di Putin
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4 Dicembre 2015 - 22.15


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di Giulietto Chiesa

Forse questo
discorso di Putin di fronte all’Assemblea Federale è stato il più importante in
assoluto. La Russia è impegnata in un confronto con l’Occidente la cui asprezza
e pericolosità è senza precedenti. E il
leader russo, intenzionalmente, ha voluto rimarcare, piuttosto che i successi
delle sue presidenze, le difficoltà che il popolo, la gente, dovrà incontrare
nei tempi che verranno
.

È stato un
discorso forte, duro, a tratti spavaldo, di chi è sicuro di disporre del consenso popolare. Ma anche drammatico
nella evidente consapevolezza che si richiede ai russi un salto di qualità
nella loro visione del futuro. Un salto di qualità che corrisponde a un cambio di marcia nella crisi del mondo contemporaneo.
Non per niente Putin ha esordito con una citazione di Dmitrij Mendeleev, l’autore della tavola degli elementi, vecchia di
un centinaio di anni, ma che gli dev’essere parsa di particolare attualità
politica:

“Sparpagliati
e divisi saremo subito annientati; la nostra forza è nell’unità, nella
combattività. Nell’attaccamento alla famiglia, nello sviluppo demografico, nel
naturale progresso della nostra ricchezza interiore e nell’amore per la pace”.

C’è in
queste parole la sintesi di un programma che diversi analisti politici hanno
definito “conservatore”. In ogni caso i
riferimenti sono quelli della tradizione, della forza della spiritualità, e
della famiglia, insieme all’obbligato riferimento alla pace
. Ma ad una pace
vittoriosa. E’ un discorso rivolto al “popolo russo”, da parte di un capo che
sente oggi di poterlo, a ragione, rappresentare. E che, dunque sa di potergli
chiedere dei sacrifici, anche duri.
Ma che, in cambio, è disposto a difenderne
l’onore
. Si può scommettere che i commenti occidentali saranno — almeno
sotto questo profilo — ironici. Ma alla moderna russologia sarà opportuno
suggerire un po’ di umiltà. Putin, con questo discorso, ha lanciato diversi messaggi anche all’Occidente. Orgogliosi
alcuni, a ribadire la diversità e legittimità dei valori russi, distensivi
altri, laddove ha reiterato la sua intenzione di mantenere intatto il posto
della Russia all’interno di quella “comunità internazionale” dalla quale l’Occidente
sembra volerla escludere.

Sarà “sotto
l’egida dell’ONU e del diritto
internazionale” che la lotta contro il terrorismo dovrà essere portata a
compimento. Chi pensa di poter agire indipendentemente dalle regole comuni è
avvisato. Con la Russia attuale non si può farlo. Prescindere da essa, e dai
suoi “legittimi interessi” non sarà consentito. E Putin ha precisato le sue
intenzioni: “serve un unico, potente pugno per mettere al tappeto l’ISIS, ma “si dovrà farlo tutti
insieme”.

L’offerta a
quelli che il leader russo si ostina a chiamare “partners” è evidente, ma
condizionata. La Russia ha subito dure perdite, sostanziali, umane: nell’arco
di queste settimane ha dovuto subire l’attentato
all’Airbus sul Sinai
, che ha significato 224 morti civili, e il “colpo di
pugnale alle spalle” con l’abbattimento del Sukhoi alla frontiera
turco-siriana. Qui il tono di Putin si è fatto duro e sferzante, con l’accusa a
coloro — qui innominati, ma ben noti a tutti — che “hanno voluto creare il caos
in Afghanistan, Iraq, Libia, Siria”.

Eppure Putin
sa perfettamente che a una soluzione
negoziata
si dovrà arrivare anche con loro, che in varia misura partecipano
all’accerchiamento sui la Russia è soggetta, e le cui mani, di nuovo in varia
misura, sono lorde del sangue dei russi caduti perché “puniti” per la loro
partecipazione in primo piano nella battaglia anti terroristica.

Alla Turchia, che ha superato i limiti
consentiti, non ha risparmiato critiche e, a Erdogan, sarcasmo. “Non faremo la
guerra” — è stato chiaro ancora una volta — ma gliela faremo pagare. E le prime
decisioni dicono che sarà un conto salato per Ankara.

La partita è
difficilissima e ancora aperta, ma questo discorso del leader russo è anche il
risultato di una serie di mosse che
lo hanno visto vincente sul piano internazionale.

Interi settori di opinione pubblica
si stanno dislocando piuttosto a favore della Russia
, protagonista di una offensiva, in
Siria, che molti, in Europa, vedono come un atto di solidarietà e di amicizia.
Vladimir Putin sa perfettamente che alcuni dei suoi “partners” occidentali stanno
già progettando non una ma molte rivincite
e, per questo, tiene la guardia alta.

E, siccome
molti, fuori dalla Russia, è non pochi anche all’interno, pronosticano un suo
indebolimento sotto gli urti delle sanzioni, il leader russo avverte i suoi di non
attendersi rapidi miglioramenti. “Il basso
prezzo del petrolio
— dice toccandosi metaforicamente la più dolorosa delle
spine nel fianco — durerà ancora a lungo”. Ci sarà ancora molto da fare per
liberare la Russia dai condizionamenti esterni. Ma, sebbene la situazione
economica sia “ancora difficile”, il messaggio all’uomo della strada è che “non
è critica”. L’agricoltura, costretta
dalle proprie contro-sanzioni, comincia a produrre per conto proprio, La caduta
del rublo — che è stata drammatica —
si è fermata, l’inflazione è diminuita, come pure la fuga dei capitali.

E, per
quanto riguarda lo sguardo al futuro,
esso è ormai saldamente orientato verso est. L’energia russa che non riuscirà a passare verso l’Europa, andrà
verso la Cina. L’isolamento russo,
visto da est, è assai meno pesante di quanto si pensi in Occidente. C’è il
nuovo peso strategico nel Medio Oriente, or ora acquistato; c’è l’alleanza con
L’Iran. C’è soprattutto la Cina, e
il BRICS, con le nuove istituzioni
finanziarie che si stanno gradualmente creando e che assumono, per molti
aspetti, un contenuto alternativo rispetto a quello “occidentale” che ha
caratterizzato gran parte del ventennio post sovietico.

Ma Putin non
cessa di guardare anche all’Europa. Senza
un’alleanza con la Germania e la Francia, senza una nuova sicurezza comune, difficilmente
la Russia potrà essere tranquilla
. Putin ha detto alla Russia che
continuerà a guidarla su questi binari.

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