di Giulietto Chiesa
Si delinea una colossale beffa ai danni del popolo italiano.
Chi la lascia trapelare sono tutti i giornaloni che sostengono le tesi dei cosiddetti “mercati”. Mediobanca la suggerisce, Bloomberg la diffonde. Tutti la pubblicano, con il tono di chi comunica l’unica soluzione possibile, ovviamente all’interno della “logica dei mercati”.
Obiettivo terrorizzare il pubblico con minacce di aumento del debito pubblico in caso di “nazionalizzazione” della Società Autostrade. Parola quasi blasfema nel contesto dell'”economia della truffa” che caratterizza le società contemporanee dell’Occidente.
In realtà la parola stessa non viene quasi pronunciata, anche perché non di nazionalizzazione si parlerebbe, ma di acquisto, da parte del Ministero del Tesoro (tramite le Cassa Depositi e Prestiti) della maggioranza del pacchetto azionario di Società Autostrade (leggi la quota del 30 % circa che consente ai Benetton di controllare la intera società).
I quali riceverebbero così dallo Stato Italiano più o meno 8,5 miliardi di euro. Cifra inferiore a quella “prima del crollo” del ponte genovese, di 10/11 miliardi di euro, a causa del crollo in borsa della quotazione di Atlantia. Ma cifra che — secondo Bloomberg — farebbe lievitare il debito pubblico italiano di circa 9 miliardi. Da qui potrebbero partire le agenzie di rating, Moody’s, Standard & Poor’s, Fitch per declassare ulteriormente l’Italia di fronte al solito tribunale inappellabile dei “mercati”. Minaccia, dunque, politica, nei confronti del governo “giallo-verde”.
Dunque, in sostanza, Autostrade Italiane, dopo essere divenute proprietarie, per un tozzo di pane, di grande parte della rete autostradale italiana, e dopo avere lucrato non meno di dieci/undici miliardi di euro attraverso i pedaggi, in dieci anni, di cui esse stesse stabilivano il livello, con l’accettazione automatica dei governi passati, i Benetton riceverebbero in regalo altri 8 o nove miliardi di euro.
Una operazione del genere, tuttavia, è tutt’altro che facilmente praticabile. Essa si tradurrebbe, nel contesto politico attuale, in una ondata di indignazione popolare. E, di questo, il governo in carica è consapevole e molti sperano non lo permetterà.
Intanto il Consiglio di Amministrazione di Autostrade sta preparando le risposte alla contestazione del governo (già durissima e pubblica), con un programma di 500 milioni, che includerebbe la ricostruzione del ponte, in acciaio, in otto mesi, la riorganizzazione della viabilità cittadina, i collegamenti tra il porto e gli ingressi delle autostrade e il sostegno alle famiglie colpite.
Briciole di fronte alla tragedia umana e alla grandezza del disastro economico.
L’articolo è stato pubblicato su Sputnik Italia il 22 agosto 2018.