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di Marcello Sordo – Megachip.
La guerra civile in Libia è stata anticipata e accompagnata da una mole di informazioni false o prive di riscontri, da creare molti interrogativi. Il ruolo dei Media mainstream e delle nuove tecnologie di comunicazione in geopolitica, nonché negli orientamenti sociali e culturali, ha assunto un rilievo tale da influenzare gli avvenimenti. Per meglio comprendere il rapporto tra Media ed equilibri internazionali, è necessario ricercare le connessioni tra notizie ed eventi, quanto le prime siano influenzate dalle diplomazie e quanto, di conseguenza, influenzino l”opinione pubblica.
Pare di assistere, dagli anni ”90, a copioni che si ripetono per rappresentare i conflitti. Alcune parole chiave sostengono il lessico giornalistico e generano paure collettive o scetticismo verso i mezzi d”informazione, per cui la vittima finale è il senso di veridicità della notizia, finalizzata più a evocare irrazionali emozioni che non a esporre i fatti.
L”articolo allegato, “Guerre, bugie e videoclip”, propone un”analisi comparata tra le guerre e le rivoluzioni degli ultimi venti anni e lo sviluppo delle tecnologie di comunicazione: dalla Prima Guerra del Golfo alla strage sulla nave di aiuti umanitari Mari Marmara diretta a Gaza, dalle rivoluzioni colorate al risveglio dell”orgoglio arabo in Piazza Tahrir, dalle reti televisive embedded al web.
Scritto prima della risoluzione che autorizza la No fly zone, l”articolo prova a indagare l”attività mediatica dal “giorno della collera” in Libia. Per comprendere la genesi, prima del precipitare degli eventi, che ha contratto le possibilità di mediazione, portando l”Italia in guerra e gettando la Sinistra nello scompiglio, dalle pagine de «il manifesto» al Parlamento Europeo.
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