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La settimana prossima il Governo italiano riferirà in Parlamento sulla nostra partecipazione alla missione della Nato in Libia. Una missione che dal 30 settembre non ha alcuna copertura, nè finanziaria nè costituzionale, ma che ci vede ancora impegnati, come ribadiscono gli ultimi comunicati dello Stato Maggiore della Difesa.
In vista di tale discussione – da cui immagino dipenda il rifinanziamento della missione – e alla luce dei più recenti e drammatici sviluppi della situazione militare, non mi dispiacerebbe che Governo e Parlamento rispondessero ad alcune domande:
1) Nelle battaglie per la presa di Sirte e Bani Walid la popolazione civile, stando a tutte le testimonianze raccolte dalla stampa internazionale, stava dalla parte dei lealisti e non dei ribelli. A Sirte ha lasciato entrare i ribelli in città per poi attaccarli. A Bani Walid ha aiutato i combattenti, per settimane.
Inoltre, in entrambe le città i civili sono fuggiti, proprio per evitare di finire nelle mani dei ribelli. Eppure, la Nato non ha lesinato il proprio appoggio alle truppe del CNT, supportandole tutti i giorni sia con il sorvolo aereo che con il lavoro di intelligence, in alcuni casi anche con bombardamenti mirati.  Il risultato è che le due città sono ridotte a un cumulo di macerie.
2) L”appoggio al CNT di Bengasi è stato motivato in nome della libertà e della giustizia, valori ai quali i “ribelli” di Bengasi hanno sempre detto di ispirarsi, fin dall”inizio della sollevazione contro Gheddafi, il 17 febbraio scorso. In realtà , sono ormai diversi mesi che le principali organizzazioni umanitarie denunciano sistematiche e non episodiche violazioni dei diritti umani, regolamenti di conti, torture e pratiche incompatibili con tali valori. L”ultimo allarme l”ha lanciato Amnesty International, il 13 ottobre, a conclusione di una lunga inchiesta sul terreno, che non lascia spazio a dubbi.Â
E allora chiedo, ai rappresentanti del Governo ma anche dell”opposizione, che la missione in Libia l”hanno votata: COME SI GIUSTIFICA L” APPOGGIO INCONDIZIONATO CHE DIAMO AL CNT? E COME MAI IN NESSUNA OCCASIONE SI E” LEVATA UNA VOCE UFFICIALE PER DIRE BASTA A TALI VIOLAZIONI DEI DIRITTI UMANI?
3) La campagna militare in Libia è ormai entrata nella sua fase finale ma la pacificazione del Paese è ancora lontana. La guerra, anzi, ha esacerbato le differenze, non solo tribali, aggiungendovi una scia di odio e di risentimenti che non sarà facile riassorbire. Lo stesso fronte dei ribelli pare lacerato da profonde divisioni, che si approfondiscono anzichè sanarsi. All”orizzonte si profila perciò una situazione all”irachena, molto instabile e dalla quale sarà difficile che nasca – se non dopo molti anni – una vera democrazia.
Chiedo perciò a chi sarà deputato a gestire la nostra politica estera: QUALI SARANNO LE NOSTRE PRIORITA” IN LIBIA? CI INTERESSA SOLO IL PETROLIO OPPURE CREDIAMO IN UNA NUOVA POLITICA DI COOPERAZIONE NEL MEDITERRANEO? E SU QUALI BASI?
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Fonte: http://www.amedeoricucci.it/qualche-domanda-sulla-libia/.
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