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El-Keib vicino alle compagnie petrolifere anglo-francesi. In passato le sue attività furono finanziate da agenzie Usa. La democrazia in vendita alla pompa del carburante.
da globalist.it.
La Libia Liberata puzza sempre più di petrolio occidentale. Come aveva rivelato Globalist, era stata l”Italia a fare il colpo più appariscente con l”ex “executive manager” dell”Eni, Abdulrahman Ben Yezza, nominato ministro nel ruolo chiave di titolare del Petrolio. In realtà , nella singolare disattenzione della stampa internazionale, il colpo gobbo negli interessi petroliferi è targato British Petroleum e Total francese. Riconoscimento dovuto ai veri promotori dell”intervento armato occidentale contro la Libia di Gheddafi?Â
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Certo è che Abdurrahim El-Keib è considerato nel mondo un “Big Oil-Goon”. Traduzione letterale impossibile con quel “Goon” che varia da gorilla a sicario.
Abdurrahim El-Keib, neo primo ministro ad interim della Libia è un ex professore di ingegneria all”università dell”Alabama. Un esule filo occidentale dal regime di Gheddafi con forti vincoli di studi e di amicizia nel settore energetico. Ha lasciato gli Stati Uniti nel 2005, scelto, non a caso, per presiedere l”Istituto per il petrolio (Eau) di Abu Dhabi. sponsorizzato appunto da British Petroleum (Bp), Shell, la francese Total, la compagnia petrolifera giapponese per lo sviluppo e la Abu Dhabi National Oil Company. El-Keib, nel suo profilo del Petroleum Institute viene citato per le sue ricerche finanziate da varie agenzie governative statunitensi e dipartimenti nel corso degli anni.
Altre notizie sussurrate, se non letteralmente nascoste dalla Libia raccontano dell”arresto dell”ormai ex governatore militare di Tripoli, Abdelhakim Belhadj, vicino ad al Qaida e protetto dal Qatar, mentre stava cercando di lasciare con documenti falsi il Paese. Il governatore militare di Tripoli -secondo fonti algerine- voleva imbarcarsi per la Turchia e aveva con se una borsa di denaro contante. Belhadj veniva indicato come candidato a qualche ministero come rappresentante delle milizie islamiste che avevano sostenuto la rivolta contro Gheddafi. E” dovuto intervenire il presidente del Cnt Jalil per far rilasciare Abdelhakim Belhadj e permettergli di lasciare il Paese.
Ad arrestare Belhadj sono stati i ribelli di Zenten, la stessa kabila che ha tutt”ora detiene Seif al Islam Gheddafi. In pessime condizioni di salute dopo l”amputazione delle tre dita della mano destra, come già raccontato da Globalist. Un episodio nella guerra interna alla Libia post-Gheddafi. Un conflitto esploso pubblicamente qualche mese fa, quando è stato ucciso il generale Abdel Fattah Yunis, il comandante dell”esercito ribelle che prima di essere torturato e ucciso, a fine luglio, stava cercando di negoziare una tregua con Gheddafi. Le fonti in questo caso sono israeliane e indicano come mandante dell”omicidio il leader del Cnt Jalil. Resta la forte puzza di petrolio di cui sopra.Â
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Fonte:Â http://www.globalist.it/Detail_News_Display?ID=3601&typeb=0&Il-premier-libico-e-uomo-della-Bp.
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