'La NATO in stand by pronta all''attacco'

'Come un dispositivo elettronico in modalità d''attesa, il Comando della forza congiunta alleata a Napoli (Jfc Naples) è in «standby», pronto a entrare in guerra.'

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18 Luglio 2013 - 00.03


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di Manlio Dinucci.

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Come un dispositivo elettronico in modalità d”attesa, il Comando della
forza congiunta alleata a Napoli
(Jfc Naples) è tenuto ufficialmente in
«standby», ossia pronto in qualsiasi momento a entrare in guerra.

Ha
ricevuto dal Comandante supremo alleato in Europa (che è sempre un
generale statunitense nominato dal Presidente) l”incarico di mantenere
in massima efficienza la Forza di risposta NATO – composta da unità
terrestri, aeree e navali tecnologicamente più avanzate – in grado di
effettuare entro 48 ore «qualsiasi missione in qualsiasi luogo».
Il
nuovo quartier generale
del Jfc Naples a Lago Patria, costruito per uno
staff di oltre 2mila militari ed espandibile per «la futura crescita
della NATO», è in piena attività.

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Stanno arrivando membri aggiuntivi
dello staff da tutti i paesi NATO, per una serie di esercitazioni che
permettono al Jfc Naples di essere «pronto a operazioni militari come la
Unified Protector», la guerra del 2011 contro la Libia.

Oggi, nel
mirino del Jfc Naples, cӏ la Siria. Contro cui la NATO, senza apparire
ufficialmente, conduce attraverso forze infiltrate una operazione
militare coperta
, che da un momento all”altro può divenire scoperta
imponendo una «no-fly zone», come fu fatto con la Libia.

Avamposto
dell”operazione militare contro la Siria è la Turchia, dove la NATO ha
oltre venti basi aeree, navali e di spionaggio elettronico.

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A queste si
aggiunge ora uno dei più importanti comandi NATO: il Landcom,
responsabile di tutte le forze terrestri dei 28 paesi membri, attivato a
Izmir (Smirne).

Lo spostamento del comando delle forze terrestri
dall”Europa alla Turchia
– a ridosso del Medio Oriente (in particolare
Siria e Iran) e del Caspio – indica che, nei piani USA/NATO, si prevede
l”impiego anche di forze terrestri, soprattutto europee, in quest”area
di primaria importanza strategica.

Lo conferma il fatto che il generale
Usa Philip Breedlove, da poco nominato dal presidente Obama comandante
supremo alleato in Europa, si è recato in luglio a Izmir per accelerare i
tempi in cui il Landcom raggiungerà la «piena capacità operativa».

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 Subito dopo, il generale Usa Frederick Hodges , responsabile del comando
di Izmir, si è recato a Napoli per coordinare l”attività del Landcom con
quella del Jfc Naples.

Qui è stato accolto dall”ammiraglio USA Bruce
Clingan
(ritratto nell”illustrazione, ndr), che è allo stesso tempo comandante della Forza congiunta
alleata a Napoli, delle Forze navali USA in Europa e delle Forze navali
del Comando Africa. Un gioco strategico delle tre carte, che permette al
Pentagono di mantenere sempre il comando
: ad esempio, nel 2011 esso ha
diretto la guerra alla Libia prima attraverso il Comando Africa, quindi
il Jfc Naples, appoggiati dalle forze navali USA in Europa.

E l”Europa?
Essa è importante per gli USA geograficamente, ha chiarito il Comandante
supremo alleato a una commissione congressuale: le basi in Europa non
sono residui «bastioni della guerra fredda», ma «basi operative
avanzate
» che permettono agli Usa di sostenere sia il Comando Africa che
il Comando centrale nella cui area rientra il Medio Oriente.
Sono
quindi essenziali per «la sicurezza del XXI secolo», garantita da una
«potente e capace alleanza» diretta dagli USA, che possiede «24mila
aerei da combattimento
, 800 navi militari oceaniche, 50 aerei radar
Awacs
». Una alleanza (questo non lo dice) la cui spesa militare ammonta a
oltre 1000 miliardi di dollari annui
. Per mantenere sempre pronti alla
guerra i comandi, come quello di Napoli, città con un numero record di
disoccupati, tenuti in «standby» nella vana attesa di un posto di
lavoro.

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Fonte: http://www.ilmanifesto.it/area-abbonati/ricerca/nocache/1/manip2n1/20130716/manip2pg/14/manip2pz/343206/manip2r1/Manlio%20Dinucci/.

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