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di Emma Mancini
Betlemme, 11 settembre 2013, Nena News – Mentre il mondo guarda
alla Siria e Washington si arrampica sugli specchi per dimostrare
l”utilizzo di armi chimiche da parte del regime di Bashar al-Assad,
spuntano nuove rivelazioni sugli arsenali in mano israeliana. In un
reportage di Foreign Policy, pubblicato due giorni fa, compaiono
documenti della CIA secondo la quale nel 1983 Tel Aviv ha avviato un
vasto programma per rifornirsi di armi chimiche.
Per molti una notizia che fa poco scalpore: tra il 2008 e il 2009 la
Striscia di Gaza subì un attacco senza precedenti, oltre 1.400 vittime.
Durante Piombo Fuso, l”aviazione e l”esercito israeliano utilizzarono
fosforo bianco contro la popolazione civile, un”accusa che Israele
ha sempre rigettato ma che troverebbe conferma nelle prove raccolte da
medici e infermieri, improvvisamente trovatisi di fronte a ustioni e
ferite mai viste prima.
Secondo le rivelazioni di Foreign Policy, l”intelligence
statunitense ritiene che Israele ha immagazzinato armi chimiche e
biologiche già da trent”anni, al fine di completare il proprio arsenale
nucleare. A dimostrarlo, una serie di documenti risalenti al 1983,
chiusi negli archivi della CIA.
L”anno prima, nel 1982, satelliti spia americani individuarono “un
probabile centro di produzione di gas nervino a Dimona, nel deserto del
Negev”, luogo che da anni viene identificato come magazzino nucleare
israeliano.
“Non possiamo confermare se Israele possiede agenti chimici letali, ma
molti indicatori ci portano a ritenere che ha a disposizione sia gas
nervino persistente e non persistente – si legge in uno dei documenti
CIA – Si ritiene che esistano anche altre produzioni chimiche
all”interno della ben sviluppata industria israeliana”. Tra queste il
famigerato sarin, gas che secondo Washington sarebbe stato utilizzato
dal regime di Damasco a Ghouta, Damasco, il 21 agosto scorso.
Per ora Israele non commenta: l”ambasciata di Tel Aviv a Washington non
ha rilasciato dichiarazioni in merito al reportage. Israele è uno dei
quattro Paesi possessori di armi nucleari non riconosciuti come tali
nell”ambito del Trattato di Non-proliferazione Nucleare. Tel Aviv non ha
mai rilasciato dichiarazioni in merito, ma si ritiene che abbia avviato
il proprio programma nucleare subito dopo la fine della Guerra dei Sei
Giorni, nel giugno 1967. E sebbene non esistano dati certi, si stima che
Israele possieda dalle 70 alle 400 armi nucleari.
Appare comunque stravagante l”attività di indagine della CIA
sull”arsenale chimico israeliano: i servizi segreti americani hanno
avviato la produzione e la sperimentazione di agenti chimici in casa
israeliana, a partire dagli anni ”70. Forse, quello che la CIA non
sapeva era il proseguimento dell”attività nucleare e chimica israeliana,
tenuta nascosta, ma che per molti altro non è che un segreto di
Pulcinella.
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