MIT smentisce USA sull'attacco chimico in Siria

Un nuovo rapporto del Massachussetts Institute of Technology contraddice nei dettagli l’amministrazione Obama, che accusò Assad dell’attacco chimico a Ghouta, il 21/08/2013.

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17 Gennaio 2014 - 00.34


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di Marinella Correggia.

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Un
nuovo rapporto del Massachussetts Institute of Technology contraddice
nei dettagli l’amministrazione Obama la quale aveva accusato Assad
dell’attacco chimico avvenuto a Ghouta, il 21 agosto 2013. A settembre
si era arrivati a un passo dai bombardamenti sulla Siria e per questo lo
studio Mit si intitola significativamente Le possibili implicazioni degli errori dell’intelligence statunitense riguardo all’attacco al gas nervino del 21 agosto 2013.

Richard
Lloyd (ex ispettore Onu sugli armamenti) e Theodore Postol hanno
stimato che la gittata del missile rudimentale trovato dagli ispettori
Onu non poteva essere superiore ai due chilometri, e che dunque, sulla
base della mappa delle forze in campo presentata dalla stessa Casa
bianca il 30 agosto, il punto di lancio si doveva per forza trovare
nelle aree controllate dai «ribelli».

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Contraddizioni
e contraffazioni erano del resto subito emerse dalle centinaia di video
scioccanti postati dagli anti-Assad che controllavano l’area. Perfino
il numero delle vittime è stranamente rimasto un mistero – le stime
vanno da 300 a 1.400, il «dato» degli Usa, stimato sulla base dei corpi
apparsi nei video.



Come
mai non è andata come con la provetta di Powell che scatenò l’inferno
in Iraq nel 2003? Il giornalista investigativo Seymour Hersh ha analizzato il caso sulla London Review of Books
, citando fonti militari e dei servizi – tenute ovviamente anonime. Da
mesi l’intelligence aveva avvertito la Casa bianca che «anche i ribelli
potevano avere e usare il gas sarin». Ma Obama e i suoi «senza portare
nessuna prova hanno cercato di vendere un bel sacco di bugie». Hanno
cambiato linea quando è stato evidente che un’azione militare era
sgradita ai più e le contraddizioni sarebbero state usate dagli
avversari politici.

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Mesi fa l’analista Sharmine Narwani ha studiato il rapporto degli ispettori Onu da Ghouta: «Alla fine non ci dice nulla su che cosa sia successo a Ghouta, né su come o su chi».
Gli esperti militari che abbiamo consultato notano discrepanze fra le
analisi dell’ambiente – niente tracce di sarin a Muadamya ad esempio – e
quelle sulle munizioni e sulle persone esaminate – positive al sarin,
forse portate lì da altri luoghi, dai ribelli che controllano l’area?».
Del resto ammettevano gli ispettori stessi che tutta l’ispezione era
avvenuta – cinque giorni dopo il fatto – sotto il controllo dei ribelli e
con possibili manipolazioni dei reperti e dei luoghi. Un funzionario
dell’Onu, anonimo, puntava il dito sull’intelligence saudita, «ma
nessuno osa dirlo». Lo ha detto anche, a suo tempo, il sito di
opposizione Syriatruth (e anche Sibialiria).



 

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Di recente il New York Times ha di fatto smentito
– a pagina 8 e in poche righe – la propria famosa «analisi del vettore»
fatta in settembre insieme a Human Rights Watch, analisi a suo tempo
così utile a Obama e agli altri interventisti che, come dice Hersh, non
avevano davvero altro per le mani). Sarà interessante sentire come si
giustifica l’organizzazione umanitaria… Quando ci risponderanno,
riferiremo.

Fonte: http://www.sibialiria.org/wordpress/?p=2117.

 

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