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L”assistente del segretario di Stato Victoria Nuland ha detto
al National Press Club di Washington, lo scorso dicembre, che gli
Stati Uniti hanno investito 5 miliardi di dollari (…) al
fine di dare all’Ucraina il futuro che merita», così scrive Paul
Craig Roberts sul suo blog. Lui è ex assistente al Tesoro degli
Usa e dice cose documentate. E ho letto che la Nuland ha già scelto
i membri del futuro governo ucraino per quando Yanukovic sarà stato
spodestato (o fatto fuori). L’Ucraina potrà avere così «il
futuro che merita».
Ma quale futuro merita l’Ucraina, gli ucraini? Per come
stanno andando le cose nessuno: non ci sarà l’Ucraina.
Nell’indescrivibile clangore delle menzogne che gronda dai media
mainstream la cosa principale che manca in assoluto è la
banale constatazione che Yanukovic, l’ennesimo «dittatore
sanguinario» della serie, è stato eletto a larga maggioranza dagli
ucraini. Nessuno ne contestò l’elezione quando sconfisse Viktor
Yushenko, anche se fu un boccone amaro per chi di Yushenko aveva
finanziato l’ascesa. E gli aveva perfino procurato la moglie. Pochi
sanno che la seconda moglie di Yushenko si chiama Katerina
Chumacenko, che veniva direttamente dal Dipartimento di Stato Usa
(incaricata dei «diritti umani»). Ancora meno sanno che Katerina,
prima di fare carriera a Washington, era stata uno dei membri più
attivi e influenti dell’organizzazione neo-nazista OUN-B della
sua città natale, Chicago. OUN-B sta per Organizzazione dei
Nazionalisti Ucraini di Stepan Bandera.
L’OUN-B, tutt’altro che defunta, ha dato vita al Partito
Svoboda, il cui slogan di battaglie è «l’Ucraina agli
ucraini», lo stesso che Bandera innalzava collaborando con Hitler
durante la seconda guerra mondiale. Del resto Katerina era stata
leader del Comitato del Congresso ucraino, il cui ispiratore
era Jaroslav Stetsko, braccio destro di Stepan Bandera. Che è
come dire che il governo americano si era sposato con i nazisti
ucraini emigrati negli Usa, prima di mettere Katerina nel letto
di Yushenko.
Anche di questo il mainstream non parla. Ma ho fatto questa
digressione per dire che, certo, gli ucraini hanno tutto il diritto
di essere scontenti, molto scontenti di Yanukovic. E di avere
cambiato idea. Anche noi abbiamo tutto il diritto di essere scontenti
di Napolitano o del governo, ma questo non significa che
pensiamo sia giusto assaltare il Quirinale a colpi di bombe molotov
prima e poi di fucili mitragliatori.
Essenziale sarebbe stato tenere conto di questi dati di fatto. Ma
il piano, di lunga data, degli Stati Uniti era quello
di assorbire l’Ucraina nell’Occidente. Se possibile tutta
intera.
Sentite cosa scriveva nel 1997 Zbignew Brzezinski, polacco:
«Se Mosca ricupera il controllo sull’Ucraina, con i suoi 52
milioni di persone e le grandi risorse, riprendendo il controllo sul
Mar Nero, la Russia tornerà automaticamente in possesso dei mezzi
necessari per ridiventare uno stato imperiale». Ecco dunque il
perché dei 5 miliardi di cui parla la Nuland. Caduto Yushenko, in
questi anni decine di Ong, fondazioni, istituti di ricerca,
università europee e americane, e canadesi, hanno invaso la vita
politica dell’Ucraina. Qualche nome? Freedom House, National
Democratic Institute, International Foundation for Electoral Systems,
International Research and Exchanges Board. E, mentre si «faceva
cultura», e si compravano tutte le più importanti catene
televisive e radio del paese, una parte dei fondi servivano per
finanziare le squadre paramilitari che vediamo in azione in
piazza Maidan. Che, grazie a questi aiuti, si sono moltiplicate.
Adesso emerge il Pravij Sector («Settore di destra» e
«Spilna Prava»), ma il giornale polacco Gazeta Wiborcza ha
parlato di squadre paramilitari polacche che agiscono a
Maidan. E la piazza pullula di agenti dei servizi segreti
occidentali: lo fanno in Siria, perché mai non dovrebbero
farlo a Kiev? È perfino più facile: Yanukovic, dittatore
sanguinario, appare più molle di Milosevic, altro strano dittatore
sanguinario che si fece sconfiggere elettoralmente da Otpor
(fondato e ampiamente finanziato dagli Usa). Tutto già visto. C’è
solo un problema: Putin non è un pellegrino sprovveduto.
È questo il popolo ucraino? Certo sono migliaia, anzi decine di
migliaia, a mostrare il livello della rabbia popolare contro un
regime inetto (non più inetto di quelli dei precedenti amici
dell’Occidente, Kravchuk, Kuchma, Yushenko, Timoshenko), ma chi
guida è chiaro perfino dalle immagini televisive. E questa è la
ex Galizia, ex polacca, e la Transcarpazia.
Se crolla Yanukovic e prendono il potere costoro, sarà una
diaspora sanguinosa. I primi ad andarsene saranno i russofoni
dell’est e del nord, del Donbass dei minatori, che giÃ
stanno alzando le difese. E subito sarà la Crimea, che ha giÃ
detto quasi unanime che intende restare dalla parte della Russia,
anche per tentare di salvarsi dalla furia antirussa di coloro
che prenderanno il potere. È l’inizio delle secessioni,
oggi perfino difficili da prevedere, dai contorni indefiniti, che
produrranno non fronti militari ma selvagge rappresaglie
all’interno di comunità che non saranno più solidali.
L’Europa, fedele esecutrice dei piani di Washington ha
aperto il vaso di Pandora. Che adesso le esploderà tra le
mani. I nuovi inquilini saranno di certo concordati (sempre che
Putin abbia la garanzia che non sarà valicato il Rubicone
dell’ingresso nella Nato), ma coloro che sono scesi in piazza
armati hanno in testa un’idea di Europa molto diversa da quella che
si figura Bruxelles. E quelli in buona fede che sono andati
dietro i neonazisti – e sono sicuramente tanti – si aspettano di
entrare in Europa domani. E saranno tremendamente delusi quando
dovranno cominciare a pagare, e non potranno comunque entrare, perché
nei documenti di Vilnius questo non è previsto.
L’unico tra i commentatori italiani che ha scritto alcune cose
sensate è stato Romano Prodi, ma le ha scritte
sull’International New York Times. Rivolto agli europei li
ha invitati a non mettere nel mirino solo Yanukovic, bensì
condannare anche i rivoltosi. E ha aggiunto: «Coinvolgere Putin»,
visto che tutte le parti hanno «molto da perdere e nulla da
guadagnare da ulteriori violenze». Giusto ma ottimista. Chi ha
preparato la cena adesso vuole mangiare e non si fermerà . E
l’isteria antirussa è il miglior condimento per altre avventure.
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