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'Scenari di guerra e di pace dell''anno quattordici'

'In Ucraina le novità arrivano l''una dopo l''altra, percorrendo in poche ore distanze che altrimenti passerebbero in decenni. Il pericolo guerra mondiale. Quali azioni di pace?'

'Scenari di guerra e di pace dell''anno quattordici'
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7 Marzo 2014 - 09.50


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di Carlo Tia.

Nella repubblica ucraina le novità arrivano l”una dopo
l”altra, percorrendo in poche ore distanze che altrimenti passerebbero in
decenni. Proprio ora, abbiamo da un lato le autorità provvisorie della Crimea
che vogliono la secessione e l”annessione alla Russia, dall”altro
le autorità provvisorie emerse dal golpe di Kiev che inseguono promesse di un
futuro comune con Ue e Nato.

Questi passi seguono di pochi giorni altri passi frenetici,
come quando, di mattina, il governo coloniale ucraino a trazione Usa lanciava
la mobilitazione di tutti i riservisti , dopo aver chiesto la notte prima
l”intervento della Nato.

È la risposta di Barack Obama alla prudente mossa di Vladimir
Putin
, tesa a salvaguardare la base di Sebastopoli e la Crimea. È chiaro
che, secondo i piani dei registi delle Ong operanti in Ucraina (gente del
calibro di Soros e Brzezinski) è contemplata una guerra civile
fra i russofoni (concentrati soprattutto nell”est del paese e a Kiev) e gli
ucraini (dell”ovest).

Pochissimi media occidentali hanno trasmesso la registrazione
trapelata del colloquio di Victoria Nuland – incaricata Usa della cura
dei rapporti diplomatici con Europa ed Eurasia – con  l”ambasciatore statunitense in Ucraina. Ecco
il colloquio con i sottotitoli:

I media mainstream si sono per lo più scandalizzati
perché la signora della diplomazia a stelle e strisce – moglie del falco
neoconservatore Robert Kagan – ha esclamato: “si fotta l”Unione
Europea!”
  Ma hanno seminascosto
la sostanza di questa telefonata, dove la Nuland disponeva e comandava la
composizione del nuovo governo
di Kiev dopo aver cacciato il presidente
eletto Janukovyč.

Trapelano altre conversazioni intercettate (viviamo ai tempi di Snowden e i russi giocano subito queste carte): sono altri colloqui in cui si capisce qual è il programma. Un
programma di guerra civile.

Esageriamo, forse? A molti potrebbe sembrare di sì, visto che il mainstream italiano non
ne parla, nemmeno Il Fatto Quotidiano, nemmeno la Repubblica,
figurarsi. Curiosamente però ne parla il Giornale, che traduce uno
scoop sbalorditivo
. Ascoltate la telefonata con cui il ministro degli
esteri dell”Estonia Urmas Paet segnala a Catherine Ashton (Alto
rappresentante per gli esteri e la sicurezza della UE) che molto probabilmente i
cecchini
che hanno innalzato il livello dello scontro a Kiev non sono
uomini del presidente, bensì della coalizione appoggiata dall”Occidente
.
Una notizia bomba, un fatto che getta una luce totalmente diversa sui
fatti ucraini, e che quasi tutti i media occidentali hanno considerato una
non-notizia.

L”emittente russa in lingua inglese RT raccoglie la conferma del ministro estone: quella conversazione è autentica. Questo
significa che il programma dei burattinai del golpe è una forma di strategia
della tensione,
uno spregiudicato programma da guerra civile. D’altronde
vogliono risultati a tutti i costi, dopo 5 miliardi di dollari spesi per sovvertire e interferire in Ucraina.

Ciò darebbe agli Usa-Nato il pretesto di intervenire per
“pacificare” l”Ucraina e stabilirsi minacciosamente nel mar Nero e
proiettarsi sempre di più nel Caucaso e verso il mar Caspio, ricchissimo di
risorse petrolifere e di gas. Senza dimenticare che già la stessa
Ucraina – grazie alle nuove tecnologie
fracking – è diventata nel giro di pochi anni un campo d”interesse primario per esplorazionie sfruttamento di nuove aree. Lo sviluppo di simili giacimenti
(specie da parte di compagnie nordamericane) insidia direttamente la posizione
dominante russa di Gazprom.

Il problema di fondo, però, è il seguente: perché mai gli Usa
e l”appendice europea dei fantocci Nato, si siano lanciati in questa
pericolosissima avventura
, che può smembrare l”intera Europa e il mondo
intero. A parte il disegno passionale di Brzezinski di frantumare la Russia in
68 staterelli differenti, c”è molto di più.

C”è l”intento del Pentagono di colpire la Russia prima del
collasso planetario del dollaro
: gli scambi tra la Cina e la Russia sono
ormai in yuan, fra la Cina e l”Iran, in oro. La stessa Cina si
sta liberando di circa 50 miliardi di dollari al mese – trasformati in
obbligazioni “ricomprate” forzosamente dal Belgio, non si sa
esattamente da chi – per sostenere il dollaro (più esattamente, i
petrodollari). Lo stesso George Soros sta pesantemente speculando al ribasso
a Wall Street. Sono tutti segni di una prossima depressione mondiale, da
cui forse gli Stati Uniti potrebbero uscire solo con una prolungata guerra in
Europa.

Resta la domanda: perché gli europei non si sono resi
conto della trappola mortale
tesa a loro dagli Usa?

Certo, la Germania ha abboccato all”amo di una
espansione verso un mercato ucraino di 46 milioni e mezzo di abitanti, previa
distruzione del modello di economia sociale di mercato dell”Ucraina, e della
sua industria, soprattutto all”est del Paese.

Certo, la Francia di François Hollande è stata
pesantemente minacciata a partire dal dossier iraniano nel corso del recente
viaggio del presidente francese a Washington. Grazie all”avallo di Hollande, era
sembrato un grande successo l”incontro a Teheran di 140 grossi industriali
francesi, che avevano creduto al clima (fasullo) di buoni nuovi rapporti con
l”Iran. Obama ha detto senza peli sulla lingua che tutte le relazioni della
Francia (e dell”Europa) devono ottemperare non solo alle sanzioni che non sono
ancora state tolte
, ma anche a quelle, soprattutto commerciali e
finanziarie
, che gli Usa dettano unilateralmente (e che tutto l”universo
mondo è obbligato a rispettare).

Ma ora pensiamo alla povera Italia.  È evidente che i governi italiani, dopo
l”assassinio di Aldo Moro nel 1978, hanno perso anche quel barlume di
autonomia in politica estera
, e soprattutto energetica,che esercitavano
nell”area mediterranea. Da ultimo, i nostri ministri degli esteri, i nostri
segretari generali, i nostri diplomatici di spicco, prendono direttamente ordini
da Washington
per il breve-medio periodo, mentre per il lungo periodo li
prendono dalle riunioni annuali – o straordinarie – del gruppo Bilderberg
e della Trilaterale, presieduta da Zbigniew Brzezinski.

La Farnesina dovrebbe essere un luogo caldo, in questi
giorni. Dell”attuale ministra è meglio non parlare. Dall”attuale segretario
generale, figlio di un noto deputato missino, non cӏ da attendersi molto. Ma
bisognerebbe in qualche modo stanarli, anche perché si assumano le loro
responsabilità verso il popolo (per loro: plebe) italiano.

Il rischio concreto è drammatico. I meccanismi della
guerra sono innescati.
Se dovesse fare fino in fondo la sua corsa il gioco
automatico delle alleanze, fra non molti giorni ci troveremo in guerra. Un
diluvio di sangue in grado di inondare l”intera Europa.

La parte ucraina della Galizia potrebbe fondersi con la
Polonia. Ma tutto lo spazio ex-sovietico europeo riceverebbe uno scossone. La
repubblica di Moldavia, che ha avuto l”onore di ricevere la visita del
segretario di Stato Usa, John Kerry, circa un mese fa, è stata foraggiata con
milioni di dollari per inviare “volontari” (a 30 euro al giorno) per unirsi
alla folla oltreconfine, in gran parte ingenua, trascinata da centinaia di
agitatori prezzolati e armati dai committenti occidentali, in funzione
anti-russa e anti-cinese. Proprio i cinesi hanno di recente acquistato diritti
di sfruttamento agricolo su circa 6 milioni di ettari di terre ucraine
coltivabili. Cosa che ha fatto venire il sangue alla testa alla Monsanto e
affini. Dico “aveva”, perché il governo fantoccio messo su dagli
americani, ha revocato subito i diritti concessi l”anno scorso ai cinesi.

I presagi che ci appaiono sinistri lo sono ancora di più per
via della funesta suggestione numerica dell”anno quattordici. Il
28 giugno 1914, l”assassinio dell”erede al trono dell”Impero asburgico,
l”arciduca Francesco-Ferdinando, fu la scintilla che, un mese dopo, fece
esplodere la situazione di tensione che covava fra i cosiddetti imperi centrali
e la Triplice intesa (Francia, Russia, Inghilterra) scatenando un lungo ciclo
di guerre mondiali.

Nel piano che riporta la guerra in Europa, si collocano anche
le dotazioni del MUOS in Sicilia, l”installazione di scudi
antimissili
in Polonia, l”apertura di basi americane in Romania e
Bulgaria
, senza contare la Turchia, membro della Nato, che controlla gli
stretti del Bosforo e dei Dardanelli. Il governo di Ankara ha appena concesso a una grande nave da guerra USA di entrare nel Mar Nero, mentre ad Atene cӏ una presenza navale
ancora più pesante. Lo ricorda Giulietto Chiesa: «La portaerei americana
“George Bush” è ora nel porto di Atene. Secondo fonti occidentali si
appresterebbe a salpare verso il Mar Nero. Il Ministero della Marina russo ha
rilasciato una dichiarazione, evidentemente preventiva, di questo tenore: “Natanti di questa classe, che non
siano parte di flotte di paesi che si affacciano sul Mar Nero, non possono
attraversare gli stretti di questo mare. Ciò è vietato dalla Convenzione di
Montreaux”
. Il portavoce russo precisa che una violazione della
Convenzione di Montreaux è già avvenuta, con l”ingresso nel Mar Nero della
fregata USA “Taylor” e della nave-comando della Vi Flotta,
“Mount Whitney”.» Si noti che i paesi “autorizzati” sono
Turchia, Georgia, Romania, Bulgaria, Ucraina, Russia.

Possiamo confidare, con la stessa ingenuità di chi cento anni
fa assisteva al divampare dell”incendio bellico, che qualcuno nel ponte di
comando abbia la lucidità di fermarsi e bloccare gli automatismi della guerra?
Oggi non possiamo permetterci di essere ingenui.

La rivolta di Kiev, voluta, finanziata e armata dal
cosiddetto Occidente (cioè, in realtà, gli Stati Uniti), è diretta allo smantellamento
della capacità di difesa della Russia
e alla sua sottomissione agli
appetiti del Fondo Monetario Internazionale, cioè della Federal Reserve, cioè
delle famiglie dei “padroni universali” (come direbbe  Luciano Gallino) che la dirigono e la
controllano.

La guerra in Ucraina è una guerra in Europa e contro
l”Europa, dall”Atlantico agli Urali, quindi compresa la Russia
.

Senza risalire a De Gaulle, che diffidava degli Americani, a
ragion veduta, poiché mantenne sino alla fine le relazioni diplomatiche con la
Francia collaborazionista di Pétain, sono illuminanti le ultime, profetiche
parole di François Mitterrand:

«La Francia non lo sa, ma noi siamo in guerra con
l”America. 

Sì , una guerra permanente, una guerra vitale, una guerra
economica, una guerra senza morti apparenti. 

Sì, sono durissimi gli Americani, sono voraci, vogliono un
potere assoluto sul mondo. E” una guerra sconosciuta, una guerra permanente,
senza morti in apparenza, e tuttavia una guerra mortale.»

(Le
dernier Mitterrand
, di Georges-Marc Benamou,1997).

La profezia-verità di Mitterrand, venne alla luce con la
reazione di Chirac-Schroeder all”invasione dell”Iraq, e il rifiuto della
Francia, al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, di votarla. Condoleeza Rice reagì brutalmente: «Bisogna
punire la Francia, e bisogna isolare la Germania.»

Con l”avvento di Sarkozy, e la sua decisione, pilotata
da tempo dagli USA, di rientrare nel comando militare integrato della Nato, la
Francia è stata punita. Con il Trattato del 2002 USA-Germania, la Germania è
stata cooptata integralmente
nel girone della politica estera statunitense,
nonostante alcune divergenze strategiche.

Quel poco di margine
di manovra che l”Europa aveva, lo ha così perduto
. Merkel e  Hollande si sono appiattiti – degli inglesi
non parliamo – e di conseguenza l”Unione Europea, anziché recitare un ruolo
moderatore nella guerra in Ucraina, ha ampiamente contribuito a realizzare le
mire espansioniste della Nato per piazzare i missili a un passo dalla Russia:
troppo poca la distanza, e perciò troppo poco il tempo con cui i russi
potrebbero reagire a un eventuale attacco. Troppo concreto il rischio di
privare la Russia della base navale di Sebastopoli e di conseguenza
dell”accesso al Mediterraneo.

La buona notizia è che il presidente turco ha dichiarato che
la presa di controllo della Crimea da parte della Russia non intacca
minimamente le buone relazioni con il grande vicino.

La Cina, da parte sua, ben sapendo di essere il prossimo
obiettivo
, ha dichiarato di sostenere la Russia, ed è comunque sotto
attacco, sia finanziariamente sia economicamente: il piano americano attuale
consiste nel far deragliare l”economia cinese e poi destabilizzarla nelle
regioni occidentali, che saranno, per la Cina, l”equivalente dell”Ucraina per
la Russia.

Di fatto, il mondo si sta avviando ad una bipolarizzazione
molto pericolosa
: Cina e Russia da un lato, Stati Uniti e Europa al suo
guinzaglio dall”altro lato.

È questa una tappa del disegno di dominio planetario degli Usa
: ricreare un clima di tensione continua,
di fronte alla quale gli europei non potranno che compattarsi attorno allo Zio Sam, per non buttarsi nelle braccia
dell”altro blocco.

L” unica possibilità diplomaticamente percorribile, è, per
l”Europa, quella di restare nel girone politico atlantico in posizione di
lealtà alla Carta Atlantica, che nasce difensiva (in particolare l” art. 5) e
contemporaneamente negoziare l”uscita dal comando militare integrato Nato.
Si eviterebbero così i pericoli di quegli automatismi verso la guerra che portarono
in pochi giorni alla catastrofe della guerra mondiale e a una seconda “Guerra
dei Trent’Anni”.

Ma il tempo a disposizione è poco. Solo il voto contrario del parlamento britannico, la saggezza del capo di stato
maggiore delle forze armate statunitensi, la veglia universale di preghiera
indetta da papa Francesco, ha evitato l”attacco americano, francese e inglese
alla Siria, lo scorso settembre.

Solo una
franca discussione al Congresso degli Stati Uniti potrà mettere in luce il
piano mortifero di certi ambienti di Washington-New York, collegati anche agli
ambienti più integristi di Tel-Aviv.

Bisogna che il papa ed
il patriarca ucraino e russo, il primate anglicano inglese
, si muovano
all”unisono con l”indizione di una veglia ecumenica di preghiera per la pace
in Ucraina
. Essi sono ascoltati da grandi masse di europei, e la veglia
potrebbe essere un grande fenomeno di riscossa
della pace
.

La dinamica
che ha portato al diluvio di sangue della prima guerra mondiale, insegna che,
in pochi giorni, la catastrofe è possibile. Basta una scintilla, provocata ad arte,
e il vulcano spento delle logiche di potenza e dei nazionalismi esasperati si
potrebbe risvegliare, e allora sarebbe la fine dell”Europa, dall”Atlantico agli
Urali.

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