‘
di Roberto Savio.
Sono settimane adesso che tutti i media convenzionali sono impegnati
unanimemente a denunciare l’azione di Putin prima in Crimea, e ora in
Ucraina. La copertina più recente dell’Economist rappresenta un orso che
ingoia l’Ucraina, e il titolo è: “Insaziabile”.
L’unanimità dei media è
sempre preoccupante, perché significa che implica qualche reazione
impulsiva. Può essere possibile che stiamo soltanto seguendo l’inerzia
di 40 anni di Guerra Fredda?
Questa inerzia in realtà non se ne è andata. Provate solo a dire o a
scrivere: il presidente comunista Raul Castro e nessuno batterà ciglio.
Usate la stessa logica, e chiamate il presidente Obama capitalista e
vedrete come sarà accolta questa affermazione.
In Italia Berlusconi è
stato in grado, per 20 anni, di radunare i suoi elettori di fronte alla
minaccia del comunismo, come chiamava il partito della sinistra che è
ora al potere con un devoto cattolico, Renzi.
Ci sono almeno quattro punti di analisi che mancano nel coro.
Il primo è che non c’è mai alcuna allusione alle responsabilitÃ
dell’Occidente in questa faccenda. Ricordiamo che Gorbaciov andava
d’accordo con Reagan, la Thatcher, Kohl, e Mitterrand, che avrebbe
lasciato perdere la riunificazione della Germania, ma l’Occidente non
avrebbe dovuto cercare di invadere la zona di influenza della Russia. Su
questo ci sono ampi documenti. Naturalmente, una volta eliminato
Gorbaciov, il gioco si è riaperto. La totale docilità di Yeltsin nei
confronti degli Stati Uniti è ben nota. Quello che è meno noto è che il
Fondo Monetario Internazionale (FMI) ha fatto un prestito di 3,5
miliardi per sostenere il rublo. Il prestito è andato alla Banca
d’America che ha distribuito il denaro su vari conti russi e nessuna
somma di denaro è mai arrivata alla Banca Centrale Russa. Il denaro è
andato agli oligarchi, in modo che potessero comprare tutte le imprese
pubbliche russe. Di questo, Giulietto Chiesa, autore del libro “Farewell Russiaâ€
ha fornito un resoconto dettagliato. E il Fondo monetario
internazionale non ha mai fatto sentire un suono di protesta….E lo
sconosciuto Putin è stato messo al potere da Yeltsin che se ne andava,
con l’accordo che avrebbe tenuti nascosti tutti i favoritismi da lui
concessi.
Dopo Yeltsin, Putin ha appoggiato la allora imminente invasione
dell’Afghanistan da parte di Washington, in un modo che sarebbe stato
impensabile durante la guerra fredda. E’ stato d’accordo sul fatto che
gli aerei potessero volare nello spazio aereo russo, che gli Stati Uniti
potessero usare le basi militari nelle ex repubbliche sovietiche
dell’Asia Centrale e ha ordinato alle sue forze armate di condividere la
loro esperienza in Afghanistan. Poi, nel novembre 2001, Putin ha
visitato Bush nel suo ranch in Texas, tra dichiarazioni positive (“Putin
è un leader che sta aiutando la pace nel mondo…operando in stretto
contatto con gli Stati Uniti.â€) Poche settimane dopo, Bush ha annunciato
che gli Stati Uniti si stavano ritirando dal Trattato Anti Missili
Balistici, cosicché lui ha potuto costruire un sistema nell’Europa
Orientale per proteggere la NATO dall’Iran. Questa mossa è stata
considerata essere in realtà diretta contro la Russia, con sgomento di
Putin.
Dopo questo, nel 2002 Bush ha invitato sette nazioni dell’estinta
URSS, comprese Estonia, Lituania e Lettonia, a entrare nella NATO, cosa
che hanno fatto nel 2004. Poi, nel 2003, c’è stata l’invasione
dell’Iraq, senza il consenso dell’ONU, e inoltre le obiezioni di
Francia, Germania e Russia, hanno reso Putin apertamente critico
rispetto alla dichiarazione degli Stati Uniti di promuovere la
democrazia e di sostenere la legge internazionale. Nello stesso anno,
in Georgia la Rivoluzione delle Rose ha portato al potere Saakashvili,
un presidente filo occidentale. Quattro mesi dopo proteste di piazza in
Ucraina, la Rivoluzione Arancione, ha portato al potere
un altro presidente filo occidentale, Yuschenko. Nel 2006 la Casa
Bianca chiese il permesso di fare atterrare l’aereo di Bush a Mosca
per il rifornimento, ma mise in chiaro che Bush non aveva tempo di salutare Putin.
E nel 2008 è arrivata la
dichiarazione unilaterale di indipendenza del Kosovo dalla Serbia con
l’appoggio degli Stati Uniti, contro le dichiarazioni russe. Poi Bush ha
domandato alla NATO di fare entrare l’Ucraina e la Georgia: uno
schiaffo in faccia a Mosca.
E così non dovrebbe essere stata una sorpresa quando nel 2008 Putin è
intervenuto militarmente quando la Georgia ha tentato di riguadagnare
il controllo della secessione dell’Ossezia del Sud dalla Russia,
portandola sotto il controllo russo, con un’altra zona secessionista,
l’Abkhazia. Tuttavia noi tutti ricordiamo come i media abbiano parlato di
un’azione irragionevole…
Obama ha cercato di riparare ai danni fatti alle relazioni
internazionali da Bush. Ha chiesto di “resettare†le relazioni con la
Russia, e all’inizio tutto è andato bene. La Russia ha accettato l’uso
del suo spazio per ottenere forniture militari all’Afghanistan.
Nell’aprile 2010 la Russia e gli Stati Uniti hanno firmato un nuovo
trattato START ( Strategic Arms Reduction Treaty – Trattato per la riduzione delle armi strategiche) riducendo il loro
arsenale nucleare. E la Russia ha appoggiato sanzioni dell’ONU contro
l’Iran e ha annullato la vendita a Teheran del suo missile antiaereo
S/300.
Però poi, nel 2011, è stato chiaro che gli Stati Uniti avessero i
loro punti di vista sulle elezioni parlamentari russe. Tutti i media
occidentali erano contro Putin che accusava gli Stati Uniti di
dispensare centinaia di milioni di dollari tra i gruppi
dell’opposizione. L’ambasciatore americano McFaul, ha definito questa
accusa una grande esagerazione. Ha detto che soltanto 10 milioni di
dollari sono stati dati ai gruppi della società civile.
Putin è stato
eletto di nuovo nel 2012, già ossessionato dalla minaccia dell’Occidente
al suo potere, e nel 2013 ha dato asilo alla talpa della NSA Edward
Snowden. Obama ha cancellato un incontro al vertice già programmato: è
stata la prima volta in 50 anni che è stato cancellato un vertice degli
Stati Uniti con il Cremlino.
In tutto questo c’è stata la Primavera Araba. La Russia ha
autorizzato l’azione militare in Libia, ma soltanto per fornire
aiuti umanitari. Invece questo è stato usato per un cambiamento di
regime; la Russia ha capito che era stata ingannata e ha protestato
invano. Poi è arrivata la Siria, e l’Occidente ha tentato di far sì che
la Russia appoggiasse di nuovo un cambiamento di regime, ed è restata
male per il rifiuto di Putin. E infine, ora c’è stato il noto intervento
in Ucraina per fare entrare quel paese nell’Unione Europea, e
allontanarlo dal blocco che la Russia stava tentando di creare anche con
la Bielorussia.
Il secondo punto è che nessuna azione politica, tranne una guerra,
può realmente ridurre la Russia a una potenza locale. Ha l’estensione di
terra più grande di qualsiasi paese, è al confine con l’Unione Europea e
arriva verso l’Estremo Oriente. E’ sia Europa che Asia. Ha rivalità con
la Cina in Asia, ha conflitti territoriali con il Giappone, ed è di
fronte agli Stati Uniti attraverso lo Stretto di Bering. E’ un
importante produttore di petrolio, membro permanente del Consiglio di
Sicurezza e ha un arsenale nucleare. Qualsiasi tentativo di circondarla o
di indebolirla, ora che gli scontri ideologici sono finiti, può essere
considerato soltanto come parte della vecchia linea politica imperiale.
La Russia non è una minaccia, come lo era l’URSS. Il PIL della Russia è
il 15% di quello dell’Unione Europea che ha quasi 500 milioni di
abitanti e il 16% delle esportazioni mondiali. La Cina ha 1.300 milioni
di abitanti e il 9% del commercio mondiale.
La Russia ha 145 milioni di abitanti ( la sua popolazione si riduce
di quasi un milione all’anno) e ha il 2,5% delle esportazioni
mondiali. Ha poche industrie anche perché a Putin non interessa la
modernizzazione del paese che porterebbe inevitabilmente a un aumento di
una classe di professionisti istruiti che è già contro di lui.
Il terzo punto perciò, è che dovremmo prendere la faccenda
dell’Ucraina cum grano salis. E’ uno stato molto fragile, dove la
corruzione controlla la politica e ha problemi economici strutturali. Il
suo occidente è più rurale, l’est è più industrializzato. I lavoratori
lì sanno che entrare in Europa farebbe sì che molte fabbriche sarebbero gradualmente
eliminate. E molti nell’Ucraina occidentale, durante la Seconda Guerra
mondiale erano dalla parte delle forze naziste, e c’è un forte
movimento nazionalista, vicino al fascismo…..l’Ucraina è una faccenda
molto incasinata e costosa…
E’ chiaro che intervenire solo per sfidare Putin e per offrire denaro
(che fondamentalmente è quel che ha fatto l’Unione Europea), sembra
un’idea molto superficiale.
Siamo davvero pronti a cambiare i criteri
dell’Unione Europea, ad accettare un paese completamente fuori dai
criteri dell’UE e assumerci un enorme peso per apparire vincenti contro
un uomo forte?
E questo ci porta al quarto e ultimo punto. Putin è un ex funzionario
del KGB, che sente che la Russia è stata trattata ingiustamente alla
fine dell’URSS. Tutti i tentativi di raggiungere un’intesa con
l’Occidente sono stati continuamente disattesi, con un ampliamento della
NATO, una rete di basi militari che circondano la Russia, un chiaro
appoggio occidentale a tutte le opposizioni, e un mediocre trattamento
in campo commerciale. Sa che quello che sente rispetto al declino è
condiviso da una larga maggioranza dei suoi cittadini. Però è anche un
autocrate arrogante che non sta facendo nulla per promuovere la
modernizzazione economica, perché tenendo nelle sue mani il commercio e
la produzione, può mantenere il controllo. L’Ucraina per lui era
politicamente inaccettabile. Un altro autocrate, Yanukovich, secondo il
suo stile, è stato deposto da massicce proteste di piazza, sponsorizzate e
appoggiate dall’Occidente. Qualsiasi possibile contagio si sarebbe
dovuto fermare lì dove era.
Putin sta quindi facendo la parte del salvatore dei cittadini russi,
il che gli permette di fare il suo gioco dovunque ci siano minoranze
russe.
La domanda è: se Putin se ne andrà , avremo una Russia
democratica, partecipativa, pulita, incorrotta? Coloro che conoscono
bene la Russia non lo pensano. Abbiamo molti esempi del fatto che
deporre un dittatore non porta di per sé la democrazia. La politica da
seguire è quindi di circondare Putin in nome della democrazia? Ma siamo
sicuri che questo non aiuterà il suo gioco, diventando il difensore del
popolo russo? Hanno anche l’inerzia della guerra fredda e guardano
all’Occidente non proprio come a un alleato… e Putin ora è l’unica forza
vincolante in Russia. Nel caso se ne andasse, molto probabilmente ci
sarebbe un lungo periodo di caos. Questo chiaramente non è
nell’interesse dei cittadini russi.. ed è sempre pericoloso fare un
gioco di potere senza guardare alla stabilità della Russia in quanto
tale…Naturalmente questa non è l’opinione degli strateghi occidentali ai
quali piacerebbe molto eliminare qualsiasi altra potenza…
Come scrive Naomi Klein, l’unico vincitore in questa faccenda sono i
grandi gestori dell’energia. Stanno facendo una campagna perché il
mondo diventi indipendente dal petrolio russo. Quindi acceleriamo la
produzione di petrolio negli Stati Uniti, indipendentemente
dall’ambiente. E che l’Europa smetta di usare il gas russo, lo
esporteremo per loro. In realtà non c’è nessuna infrastruttura per farlo
e ci vorranno anni per costruirle…
Ma proprio quando ognuno discuteva di
tenere sotto controllo il cambiamento del clima, e ridurre l’uso
dell’energia fossile, un’importante strategia totale sta mettendo questo
problema in secondo piano. …
Tarzi Vittachi, uno scrittore dello Sri Lanka
ha detto: “Ogni cosa riguarda sempre qualche altra cosa…Non ci sono
molti esempi di petrolio e democrazia che vadano per mano”…
Da: Z Net – Lo spirito della resistenza è vivo
Fonte: http://zcomm.org/znet/article/why-are-we-getting-again-in-the-cold-war
Tratto da: http://znetitaly.altervista.org/art/14790.
Traduzione di Maria Chiara Starace
Traduzione © 2014 ZNET Italy – Licenza Creative Commons CC BY NC-SA 3.0.
SOSTIENI LA NASCITA DI PANDORA TV:
[GotoHome_Torna alla Home Page]‘