Siamo pronti a invadere la Galassia in 5 minuti

'Questa volta è assodato. C''è la prova: la minaccia di Putin si estende ormai all’intera Via Lattea, forse all’Universo. Certo, ci sono stati anche alcuni fraintendimenti...'

Siamo pronti a invadere la Galassia in 5 minuti
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19 Settembre 2014 - 21.35


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da Volti del Donbass.

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Questa volta è assodato. Abbiamo la
prova: la minaccia di Putin si estende ormai all’intera Via Lattea,
forse all’intero Universo. Certo, ci sono stati nel passato alcuni
fraintendimenti.

Ad esempio il 1 settembre, quando il
giornale del gruppo L’Espresso sparava uno scoop mondiale di Alberto
D’Argenio: un retroscena del vertice di Bruxelles che infiammava
immediatamente il confronto politico internazionale. Ecco il testo del
reportage dal titolo Ucraina, il ricatto di Putin sul vertice europeo: “Se voglio prendo Kiev in due settimane” : “Prende
la parola il presidente uscente della Commissione, Josè Manuel Barroso,
che ha appena sentito Putin. Racconta che quando gli ha chiesto conto
dei militari sconfinati in Ucraina, il leader russo è passato alle
minacce: “Il problema non è questo – è la risposta dello Zar raccontata
da Barroso – ma che se voglio in due settimane prendo Kiev”. Come dire,
non mi provocate con nuove sanzioni.”
.

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L’indiscrezione aveva una immediata
risonanza in tutto il mondo. Purtroppo, però, i Russi non ci stavano ad
accettare la parte dei minacciosi gradassi. Arrivava quindi la risposta
del Cremlino, il cui ambasciatore presso l’Unione Europea Vladimir
Chizkov, prendeva carta e penna e scriveva a Barroso: “negli
ultimi due giorni alcuni media, compreso il quotidiano italiano
La
Repubblica, hanno pubblicato commenti a proposito della Sua
conversazione con il Presidente Putin lo scorso 29 Agosto. I giornalisti
riferiscono che Lei avrebbe condiviso il contenuto della conversazione
con alcuni suoi colleghi Europei, in particolare attribuendo al
Presidente Russo parole chiaramente prese fuori contesto. Sono convinto
che la divulgazione di conversazioni confidenziali di questo livello
superi di molto i confini del lecito nella pratica diplomatica corrente.
So che l’Amministrazione presidenziale Russa ha sia la trascrizione che
la registrazione della telefonata in questione e, per rimuovere ogni
fraintendimento, è pronta a renderla pubblica nel caso Lei non smentisca
nei prossimi due giorni.”
.

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Guarda caso due giorni dopo la portavoce del Presidente della Commissione Pia Ahrenkilde-Hansen rendeva una intervista al Wall Street Journal  smentendo di fatto il contenuto dell’articolo: “Sfortunatamente parte dell’intervento è stato reso pubblico fuori contesto“. Secondo un funzionario Europeo, intervistato dallo stesso giornale “Putin potrebbe avere fatto questa osservazione per sostenere il diniego Russo di una invasione dell’Ucraina”. Quindi il virgolettato attribuito a Putin da Repubblica nel titolo era, purtroppo, un panzana.

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Nei giorni successivi il lettore di
Repubblica
avrebbe però cercato invano sul giornale tracce di smentita.
Avrebbe trovato, invece (il 16 settembre) qualcosa di molto più
emozionante: il trionfo dell’amore. Una serie fotografica pubblicata
dall’edizione online dal titolo: Ucraina, baci e abbracci per i militari di ritorno dal fronte.
Sotto una carrellata di foto evidentemente professionali con ragazzi e
ragazze che si scambiano effusioni davanti all’obbiettivo con la
naturalezza di attori consumati una didascalia che definire distopica è
poco: “KIEV – Momenti di commozione al
rientro dal fronte dei militari volontari ucraini. Gli abbracci degli
amici e i baci delle fidanzate hanno accolto gli uomini del battaglione
Azov, gruppo paramilitare anche noto come “Men in Black” e comandato da
Andriy Biletsky, capo del partito neo-nazista Sna e dei patrioti
dell’Ucraina. Il battaglione Azov utilizza la runa Wolfsangel, uno
stemma neo-nazista, sulle sue bandiere. E gran parte dei membri del
gruppo sono apertamente antisemiti. (ap)
”.

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In pratica La Repubblica ci proponeva la
foto di teneri nazisti, per mostrarci quanto sono carini. Nel contesto
multimediale l’immagine prevale sullo scritto e la sensazione di base
che ne traeva il lettore è che i carnefici neonazisti del Battaglione
Azov siano delle tenerissime persone.

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Un po’ di riposo, ed ecco il 18 settembre Andrea Tarquini proponeva ai lettori un altro virgolettato del Presidente Russo: Putin a Poroshenko: “Se voglio in due giorni le mie armate a Riga, Vilnius, Tallinn, Varsavia , Bucarest”. La
fonte è certa: giornalisti della Sueddeutsche Zeitung avrebbero parlato
con non meglio precisati esponenti dell’ enturage di Barroso (già
nobilitato dalla patacca precedente), il quale avrebbe riferito di avere
sentito telefonicamente Poroshenko (una fonte palesemente affidabile ed
imparziale). Il Presidente Ucraino avrebbe riferito all’ Europeo il
contenuto di una conversazione con Putin.

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Ecco come inizia l’articolo: “Se
voglio posso far arrivare in due giorni le mie armate a Riga, Vilnius,
Tallinn, Varsavia, Bucarest”. A parlare così non è stato Stalin in
deliri di decenni fa. No, secondo lo scoop della Sueddeutsche Zeitung di
stamane – che cita il servizio registrazione dei colloqui confidenziali
al vertice dell’Unione europea – la minaccia viene dal presidente
russo, Vladimir Vladimirovic Putin, in persona. O almeno, è stato il
presidente liberamente eletto ucraino, Petro Poroshenko, a riferirlo al
presidente uscente della Commissione europea, José Manuel Barroso, nel
corso della visita di quest’ultimo a Kiev.”
Un secondo scoop
palesemente destinato a fare la fine del primo, di cui è una chiara
duplicazione. Una cosa che basta descriverla per capire che fa acqua da
tutte le parti, anche senza la prevedibile (e ovviamente silenziata) smentita russa.

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Adesso però abbiamo in problema: i
giornalisti di Repubblica sono tutti impegnati a cercare in fondo ad un
pozzo i resti dispersi della propria dignità professionale, e qualche
prezioso scoop potrebbe sfuggirgli. Rimediamo noi: questa notte durante
una seduta spiritica, abbiamo parlato con la nonna di Poroshenko. Lei
ogni tanto gioca a briscola, in Paradiso, con quella di Putin, la quale
le ha rivelato un clamoroso retroscena. I Russi hanno allestito
segretamente una flotta stellare, con la quale si apprestano ad invadere
tutta la Via Lattea, di cui possono impadronirsi in cinque minuti.
Domani mattina su Repubblica. In prima pagina.

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