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Siria: non è Raqqah ma Idlib la chiave del conflitto

Non quella su Aleppo, né quella imminente su Raqqah: sarà l’offensiva su Idlib, città del nord della Siria, ad essere decisiva per le sorti del conflitto.

Siria: non è Raqqah ma Idlib la chiave del conflitto
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29 Marzo 2017 - 12.00


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a cura di Analisi Difesa

Non quella su Aleppo, né quella imminente su Raqqah: sarà
l’offensiva su Idlib, città del nord della Siria, ad essere decisiva per
le sorti del conflitto. Una resa dei conti che, peraltro, promette di
polarizzare ulteriormente i rapporti tra Turchia, Stati Uniti e Russia,
con l’aumento del sostegno di queste ultime due ai curdi siriani delle
Forze di Difesa Popolare (YPG) e  delle forze curdo-siriane delle
Syrian Democratic Forces (SDF).

È ad Idlib, infatti, che grazie ad un accordo tra Ankara e Mosca, i
gruppi qaedisti sotto l’ombrello di Hayat Tahrir al Sham (in cui è
confluita anche Fatah al Sham, ex Jabhat al Nusra) si erano spostati con
le armi e le loro famiglie durante l’ultima offensiva russo-siriana su
Aleppo.

Tuttavia, Russia e Turchia – scrive l’analista Fehim Tastekin – hanno
idee diverse su cosa fare di questi gruppi: Mosca ne promuove lo
smantellamento, mentre Ankara preferirebbe inglobarli all’interno del
Free Syrian Army per combattere gli stessi curdi, e impedire la
costituzione di un territorio curdo autonomo ai confini con la Turchia.

In questi ultimi giorni, sia la Russia che gli Stati Uniti stanno
intensificando i loro legami con le YPG e le SDF. Secondo l’analista
turco, sono in corso dei colloqui tra russi e curdi siriani su un
possibile coordinamento nell’offensiva a Idlib contro Hayat Tahrir al
Sham.

Le parti si sarebbero incontrate nella base di Hmeimim, vicino
Latakia, per discutere operazioni congiunte sulla città del nord della
Siria, divenuta ormai il centro operativo dei qaedisti. Dall’incontro
sarebbe emersa la volontà di istituire una base russa nella città di
Afrin, capitale del cantone omonimo, ora parte de facto della regione
autonoma del Rojava.

I curdi avrebbero però rigettato la richiesta russa di posizionarvi
truppe del regime siriano. Quando la Russia e le truppe siriane
apriranno il fronte di Idlib, gli scontri con le forze sostenute da
Ankara potrebbero sconfinare fino alla stessa Afrin. Ufficiali delle YPG
avrebbero anche declinato l’offerta statunitense di includere le forze
curde irachene di Barzani nell’alleanza.

Secondo Tamer Osman, “il problema più grande sta nel destino di
centinaia di migliaia di civili siriani che vivono a Idlib (150.000
abitanti prima della guerra, ndr), che stavolta non riusciranno a
trovare un altro rifugio, visto che la città e i suoi sobborghi già ora
sono oggetto di raid aerei siriani”.

Potrebbe ripetersi dunque uno scenario già visto ad Aleppo est.
L’eventuale installazione di truppe russe ad Afrin potrebbe portare ad
una situazione simile a quella sperimentata a Manbij, quando l’offensiva
minacciata dai turchi fu impedita dalle forze statunitensi nel nord e
da quelle russo-siriane nel sud.

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