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Il piano del Pentagono per l'Europa

Gli alleati europei chiamati a serrare i ranghi attorno agli USA per difendere con ogni mezzo l’«ordine internazionale» dall’emergere di nuovi soggetti statuali e sociali.

Il piano del Pentagono per l'Europa
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10 Maggio 2017 - 17.59


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di Manlio Dinucci

In preparazione della visita del presidente Trump in
Europa — il 24 maggio a Roma, il 25 al Summit Nato di Bruxelles, il
26-27 al G7 di Taormina — il Pentagono ha presentato il suo piano
strategico per il «teatro europeo». Lo ha fatto per bocca del generale
Curtis Scaparrotti che, essendo a capo del Comando europeo degli Stati Uniti, è automaticamente a capo della Nato con la carica di Comandante
supremo alleato in Europa. Al Senato degli Stati Uniti, il 2 maggio, il
generale ricorda che «il teatro europeo resta d’importanza cruciale per i
nostri interessi nazionali» e che «la Nato ci dà un vantaggio unico sui
nostri avversari». Tale vantaggio viene però ora messo in pericolo da
«una Russia risorgente, che cerca di minare l’ordine internazionale a
guida occidentale e di riaffermarsi quale potenza globale».

Il Comandante supremo chiama gli alleati europei a serrare i ranghi
attorno agli Stati uniti per difendere con ogni mezzo l’«ordine
internazionale» — quello fondato sulla supremazia economica, politica e
militare dell’Occidente — messo in pericolo dall’emergere di nuovi
soggetti statuali e sociali.

Egli concentra il fuoco sulla Russia, accusandola di «attività
maligne e azioni militari contro l’Ucraina» (proprio nel terzo
anniversario del massacro di decine di russi perpetrato a Odessa il 2
maggio 2014 da neo-nazisti ucraini sotto regia Usa/Nato). La «minaccia»
non proviene però solo dalla Russia: gli Stati Uniti — dichiara
l’ammiraglio Harris, capo del Comando del Pacifico — sono sfidati in
quella regione contemporaneamente da «una Cina aggressiva e una Russia
revanscista».

In risposta a queste sfide, annuncia Scaparrotti, il Comando europeo
degli Stati uniti «sta ritornando al suo ruolo storico di combattimento,
adeguando i suoi piani alle minacce che abbiamo di fronte». Chiede
quindi al Congresso di aumentare i fondi per la «European Reassurance
Initiative», l’operazione lanciata dagli Usa nel 2014 ufficialmente al
fine di «rassicurare» gli alleati Nato e partner europei, per la quale
sono stati stanziati nel 2017 3,4 miliardi di dollari. «Sono necessari
significativi investimenti — sottolinea il generale — per accrescere in
tutta Europa la nostra presenza avanzata, il pre-posizionamento di
materiali militari, le esercitazioni per la preparazione ai conflitti».

Il piano è chiaro ed è già in atto: trasformare l’Europa in prima
linea del nuovo confronto con la Russia. Lo conferma l’annuncio, dato il
4 maggio, che l’Esercito Usa in Europa ha costituito un nuovo quartier
generale a Poznan, in Polonia, per comandare gli oltre 6 mila soldati
statunitensi schierati in Polonia, Estonia, Lettonia, Lituania,
Germania, Slovacchia, Ungheria, Romania e Bulgaria, al fine di
«rafforzare il fianco orientale della Nato come deterrenza alla Russia».

Allo schieramento sul fianco orientale — comprendente forze
corazzate, cacciabombardieri, navi da guerra e unità missilistiche anche
nucleari — partecipano le potenze europee della Nato, come dimostra
l’invio di truppe francesi e carrarmati britannici in Estonia.

E l’esercito europeo? Nell’incontro con i ministri della difesa della
Ue, il 27 aprile a Malta, il segretario generale della Nato Stoltenberg
non ha lasciato dubbi: «È stato chiaramente convenuto da parte
dell’Unione europea che suo scopo non è costituire un nuovo esercito
europeo o strutture di comando in competizione con quelle della Nato, ma
qualcosa che sia complementare a ciò che la Nato fa».

Il bastone di comando resta dunque saldamente nelle mani del
Comandante supremo alleato in Europa, un generale statunitense nominato
dal presidente degli Stati uniti.

Fonte: [url”ilmanifesto.it”]http://ilmanifesto.it[/url]

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