di Paul Craig Roberts.
Ho ascoltato parte del discorso di Trump all’ONU, stamane. Ero così imbarazzato per lui e per il mio paese che ho dovuto spegnere.
Mi chiedo se chiunque abbia scritto questo deplorevole discorso intendesse mettere Trump in imbarazzo e abbia inavvertitamente imbarazzato anche l’America, o se gli autori del testo siano così impregnati dell’arroganza neoconservatrice e della hybris del nostro tempo da risultare semplicemente ciechi davanti alle straordinarie contraddizioni che spuntavano come pollicioni doloranti da tutto il discorso.
Non le descriverò tutte, solo un paio di esempi.
Trump è andato avanti per le lunghe su come l’America rispetti la sovranità di ogni paese e la volontà popolare di ogni paese, e su come gli Stati Uniti, nonostante il loro potere militare travolgente, non cerchino mai di imporre la propria volontà ad alcun paese. Qual era il pensiero dell’amministrazione, sempre che essa pensi? Cosa aveva da dire su Jugoslavia/Serbia, Afghanistan, Iraq, Libia, Somalia, Egitto, Siria, Yemen, Pakistan, Crimea, Ucraina, Venezuela, Honduras, Ecuador, Bolivia, Brasile, Argentina, solo per citare paesi del XXI secolo che sono stati sottoposti agli attacchi militari statunitensi, a rovesciamenti di governi e a rimozioni di leader politici che non si conformavano agli interessi statunitensi?
È forse rispetto per la sovranità dei paesi costringerli a sostenere le sanzioni USA contro l’Iran, la Russia, la Cina, la Corea del Nord e il Venezuela? È forse rispetto per la sovranità dei paesi imporre sanzioni ai paesi? Se questo non è imporre la volontà di Washington su altri paesi, che cosa è?
È rispetto per gli altri paesi informarli che, se non fanno come gli si dice, “vi bombarderemo fino a farvi tornare all’età della pietra”?
Ho sentito Trump lamentarsi del fatto che la commissione per i diritti umani delle Nazioni Unite abbia come membri i paesi con i peggiori primati dei diritti umani del nostro tempo e mi chiedevo se stesse parlando degli Stati Uniti. Chiaramente, Trump, chi gli scrive i discorsi, il Dipartimento di Stato, il Consiglio di sicurezza nazionale, l’ambasciatore americano alle Nazioni Unite, anzi l’intera amministrazione, non credono che l’infinito massacro, il lutto, il generare orfani e vedove e la dispersione di milioni di persone di molti paesi, la produzione di ondate di profughi, implichino violazioni dei diritti umani.
L’arroganza emanata dal discorso di Trump è senza precedenti.
Dopo le assicurazioni sul fatto che l’America rispetta tutti, Trump si è poi prodotto in pretese dopo pretese e minacce dopo minacce a danno della sovranità dell’Iran e della Corea del Nord, esigendo che il resto del mondo lo sostenga.
Nessuno di questi paesi è una minaccia per gli Stati Uniti. A differenza degli Stati Uniti e di Israele, la Corea non è stata mai in guerra dal 1953. L’ultima guerra dell’Iran fu negli anni ’80, quando l’Iran fu attaccato dall’Iraq. Eppure, sia la Corea del Nord che l’Iran sono sottoposti a costanti minacce dagli Stati Uniti. All’ONU Trump ha minacciato la Corea del Nord di distruzione, e Washington sta dicendo più bugie in merito all’Iran per giustificare l’azione militare.
Ecco quello che l’ex segretario di Stato Colin Powell dice su quanto attentamente Washington pensi agli altri popoli:
«Pensavamo di sapere cosa sarebbe successo in Libia. Pensavamo di sapere cosa sarebbe successo in Egitto. Pensavamo di sapere cosa sarebbe accaduto in Iraq, e non l’abbiamo pensata giusta. In ognuno di questi paesi dobbiamo considerare che ci sia una qualche struttura che tiene insieme la società. E come abbiamo imparato, specialmente in Libia, quando si rimuove la parte superiore e l’intera cosa cade a pezzi … si ottiene il caos».
Ecco cosa fa Washington. Porta il caos a decine di milioni di popoli, distruggendo la loro vita e le prospettive dei loro paesi. Questo è il comportamento che Trump ha descritto come compassione americana per gli altri. Questo è ciò che Trump afferma che stia rispettando gli altri e la sovranità dei loro paesi. Washington crea per i propri crimini contro l’umanità la veste di “una guerra al terrore”. I dieci milioni di persone massacrate, mutilate e sfollate sono semplicemente “danni collaterali”.
Ecco perché gli Stati Uniti sono considerati la più grande minaccia per la pace. Sondaggi internazionali mostrano che il mondo considera gli Stati Uniti come una minaccia molto più grande nei confronti della pace rispetto alla Corea del Nord e all’Iran. Eppure, Trump ha descritto gli Stati Uniti, universalmente considerati la più grande minaccia per il mondo, come il grande protettore della pace. C’è mai stato un più grave perturbatore della pace?
Ci si chiede se il resto del mondo, in particolare la Russia e la Cina, abbia ricevuto il messaggio di Washington. Il piano di Washington per la “riforma” delle Nazioni Unite è un piano per trasformare l’organizzazione in un altro strumento della politica estera statunitense, come la NATO e l’UE. Il messaggio che Trump ha avuto l’incarico di consegnare all’ONU è che d’ora in poi l’ONU dovrebbe sostenere l’agenda politica di Washington. Gli oppositori alla politica bellica di Washington devono essere isolati e bloccati insieme ai paesi cattivi così come definiti da Washington.
In altre parole Washington non accetta limiti al suo unilateralismo. Ciò significa guerra per ogni paese che non accetti l’egemonia di Washington.
Fonte: http://www.paulcraigroberts.org/2017/09/19/54625/
traduzione per Megachip a cura di Pino Cabras.
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