di Andrei Raevsky.
Sembra che arriveremo al 31 dicembre 2022. Ma riusciremo ad arrivare al 31 dicembre 2023?
Questa domanda non è un’iperbole. Direi addirittura che è la domanda più importante almeno per l’intero emisfero settentrionale.
È almeno dal 2014 che avverto che la Russia si sta preparando a una guerra totale. Putin ha praticamente detto questo nel suo recente discorso davanti al Consiglio del Ministero della Difesa russo. Se non avete visto questo video, dovreste davvero guardarlo, vi darà una visione diretta di come il Cremlino pensa e di cosa si sta preparando. Ecco di nuovo il video:
Il discorso di Vladimir Putin (sottotitoli in inglese)
In questo video di Visione TV i primi 15 minuti del discorso di Putin in italiano
Presumo che abbiate visto quel video e che non ci sia bisogno di dimostrarvi che la Russia si sta preparando per una guerra di massa, anche nucleare.
Il ministro degli Esteri Lavrov ha dichiarato pubblicamente che “funzionari senza nome del Pentagono hanno effettivamente minacciato di condurre un ‘attacco di decapitazione’ sul Cremlino… Quello di cui stiamo parlando è la minaccia di eliminare fisicamente il capo dello Stato russo, (…) Se tali idee sono effettivamente alimentate da qualcuno, questo qualcuno dovrebbe pensare molto attentamente alle possibili conseguenze di tali piani.”
Quindi, la situazione è la seguente:
- Per la Russia questa guerra è chiaramente, innegabilmente e ufficialmente una guerra esistenziale. Ignorare questa realtà sarebbe il massimo della follia. Quando la più forte potenza nucleare del pianeta dichiara, ripetutamente, che questa è una guerra esistenziale, tutti dovrebbero prenderla sul serio e non negarla.
- Anche per i neoconservatori statunitensi questa è una guerra esistenziale: se la Russia vince, la NATO perde e, quindi, anche gli Stati Uniti perdono. Il che significa che tutti quei disonesti che per mesi hanno propinato all’opinione pubblica sciocchezze sul fatto che la Russia avrebbe perso la guerra saranno ritenuti responsabili dell’inevitabile disastro.
Molto dipenderà dal fatto che gli americani, soprattutto quelli al potere, siano disposti a morire in solidarietà con i “pazzi in cantina” o meno. Al momento sembra proprio di sì. Non contate sull’Unione Europea, che ha rinunciato da tempo a qualsiasi potere. Parlare con loro semplicemente non ha senso.
Questo potrebbe spiegare le recenti parole di Medvedev: “Ahimè, non c’è nessuno in Occidente con cui potremmo trattare per qualsiasi motivo (…) è l’ultimo avvertimento a tutte le nazioni: non si possono fare affari con il mondo anglosassone perché è un ladro, un truffatore, un tagliatore di carte che potrebbe fare qualsiasi cosa.”
La Russia può fare molte cose, ma non può liberare gli Stati Uniti dalla morsa dei neoconservatori. È una cosa che possono fare solo gli americani.
E qui entriamo in un circolo vizioso:
È molto improbabile che il sistema politico statunitense venga sfidato efficacemente dall’interno; i grandi capitali gestiscono tutto, compreso il sistema di propaganda più avanzato della storia (alias i “media liberi”) e la popolazione viene tenuta disinformata e sottoposta al lavaggio del cervello. E sì, certo, una grave sconfitta in una guerra contro la Russia scuoterebbe questo sistema così duramente che sarebbe impossibile nascondere la portata del disastro (pensate a un “Kabul sotto steroidi”). Ed è proprio per questo che i Neocon non possono permettere che ciò accada, perché questa sconfitta innescherebbe un effetto domino che coinvolgerebbe rapidamente la verità sull’11 settembre e, successivamente, tutti i miti e le menzogne su cui la società statunitense si è basata per decenni (JFK, per esempio?).
Naturalmente ci sono molti americani che lo capiscono perfettamente. Ma quanti di loro sono in una posizione di reale potere per influenzare il processo decisionale e i risultati degli Stati Uniti? La vera domanda è se ci sono ancora abbastanza forze patriottiche al Pentagono, o nelle agenzie di stampa, per rispedire i Neocon in cantina da cui sono strisciati fuori dopo il falso allarme dell’11 settembre.
In questo momento sembra proprio che tutte le posizioni di potere negli Stati Uniti siano occupate dai Neolib, dai Neocon, dai RINO [“Republican In Name Only” (repubblicano solo di nome) è un peggiorativo usato per descrivere i politici del Partito Repubblicano ritenuti non sufficientemente fedeli al partito o non allineati con l’ideologia del partito] e altre brutte creature… tuttavia è anche innegabile che persone come, ad esempio, Tucker Carlson e Tulsi Gabbard stiano raggiungendo molte persone che “capiscono”. Questo *deve* includere i VERI liberali e i VERI conservatori la cui lealtà non è verso una banda di delinquenti internazionali, ma verso il proprio Paese e il proprio popolo.
Sono anche abbastanza sicuro che ci sono molti comandanti militari statunitensi che ascoltano ciò che il Col. Macgregor ha da dire.
Sarà sufficiente per rompere il muro di bugie e propaganda? Lo spero, ma non sono molto ottimista.
In primo luogo, Andrei Martyanov ha assolutamente ragione quando denuncia costantemente la grande incompetenza e l’ignoranza della classe dirigente statunitense. E condivido in pieno la sua frustrazione. Entrambi vediamo dove si sta andando a parare, e tutto ciò che possiamo fare è avvertire, avvertire e avvertire ancora. Mi rendo conto che è difficile credere all’idea che una superpotenza nucleare come gli Stati Uniti sia gestita da una banda di delinquenti incompetenti e ignoranti, ma questa è la realtà e negarla semplicemente non la farà sparire.
In secondo luogo, almeno finora, l’opinione pubblica statunitense non ha (ancora) sentito tutti gli effetti del crollo del sistema finanziario ed economico controllato dagli Stati Uniti. Quindi gli “imbacilli” che sventolano le bandiere possono ancora sperare che una guerra contro la Russia assomigli al tiro al tacchino che è stato “Desert Storm”.
Non sarà così.
La vera domanda da porsi è se l’unico modo per svegliare gli “imbacilli” sbandieratori, a cui è stato fatto il lavaggio del cervello, sia un’esplosione nucleare sopra le loro teste oppure no.
Il fenomeno “Go USA!” è una condizione mentale che è stata iniettata nelle menti di milioni di americani per molti decenni e ci vorrà molto tempo, o alcuni eventi veramente drammatici, per riportare queste persone alla realtà.
In terzo luogo, le élite al potere negli Stati Uniti sono chiaramente in una fase di profonda negazione. Tutti questi sciocchi discorsi sui missili Patriot o sugli F-16 statunitensi che cambiano il corso della guerra sono infantili e ingenui. Francamente tutto questo sarebbe piuttosto comico se non fosse così pericoloso nelle sue potenziali conseguenze. Cosa succederà una volta distrutta l’unica batteria di missili Patriot e abbattuti gli F-16?
Quanto presto l’Occidente finirà le Wunderwaffen [armi miracolose]?
In una “scala di escalation” concettuale, quale sarebbe il passo successivo ai Patriot e agli F-16?
Le testate nucleari tattiche?
Considerare l’idea piuttosto idiota che una testata nucleare “tattica” sia in qualche modo fondamentalmente diversa da una testata nucleare “strategica”, indipendentemente dal modo in cui viene usata e dal luogo in cui viene usata, è estremamente pericoloso.
Ritengo che il fatto che la classe dirigente statunitense sta seriamente contemplando sia un uso “limitato” di testate nucleari “tattiche” sia “attacchi decapitanti” sia un ottimo indicatore del fatto che gli Stati Uniti stanno esaurendo le Wunderwaffen e che i Neocons sono disperati.
E a coloro che potrebbero essere tentati di accusarmi di iperbole o di deliri paranoici dirò quanto segue:
Questa guerra NON, ripeto, NON riguarda l’Ucraina (o la Polonia o i tre Statini baltici).
Al minimo indispensabile, questa è una guerra per il futuro dell’Europa.
Fondamentalmente è una guerra che riguarda la completa riorganizzazione dell’ordine internazionale del nostro pianeta.
Direi addirittura che l’esito di questa guerra avrà un impatto maggiore di quello della prima o della seconda guerra mondiale.
I russi lo capiscono chiaramente (vedete il video qui sopra se ne dubitate).
E lo sanno anche i Neocon, anche se non ne parlano.
La situazione attuale è molto più pericolosa persino della crisi dei missili di Cuba o dello stallo di Berlino. Almeno allora entrambe le parti ammettevano apertamente che la situazione era davvero pericolosa. Questa volta, invece, le élite al potere dell’Occidente stanno usando la loro formidabile capacità di PSYOP/propaganda per nascondere la vera portata di ciò che sta accadendo. Se ogni cittadino degli Stati Uniti (e dell’Unione Europea) capisse che c’è un mirino nucleare e convenzionale dipinto sulla sua testa, le cose potrebbero essere diverse. Ahimè, è evidente che non è così, da qui l’inesistente movimento per la pace e il quasi consenso a versare decine di MILIARDI di dollari nel buco nero ucraino.
In questo momento, i pazzi stanno giocando con ogni sorta di idee sciocche, tra cui quella di cacciare la Russia dal Consiglio di Sicurezza dell’ONU (cosa che non accadrà, dato che sia la Russia che la Cina hanno potere di veto) o addirittura di creare una “conferenza di pace” sull’Ucraina senza la partecipazione della Russia (in una sorta di remake degli “amici della Siria” e degli “amici del Venezuela”). Beh, buona fortuna! A quanto pare Guaido e Tikhanovskaia non sono sufficienti a scoraggiare i neocon e ora stanno ripetendo le stesse identiche sciocchezze con “Ze”.
Riusciremo quindi ad arrivare al 31 dicembre 2023?
Forse, ma non è affatto sicuro. Chiaramente, questa non è un’ipotesi che il Cremlino fa, da qui il rafforzamento davvero immenso di tutte le capacità di deterrenza strategica della Russia (sia nucleare che convenzionale).
Se Dio vorrà, il vecchio adagio “si vis pacem, para bellum” salverà la situazione, poiché la Russia è chiaramente preparata per qualsiasi momento di conflitto, compreso quello nucleare. Anche la Cina ci arriverà presto, ma è probabile che il 2023 vedrà una sorta di fine della guerra ucraina: o una vittoria russa in Ucraina o una guerra continentale su larga scala che la Russia vincerà (anche se a un costo molto più alto!). Quindi, quando i cinesi saranno veramente pronti (probabilmente avranno bisogno di altri 2-5 anni) il mondo sarà un posto molto diverso.
Per tutte queste ragioni, ritengo che il 2023 potrebbe essere uno degli anni più importanti della storia umana. Quanti di noi riusciranno a sopravvivere è una questione aperta.
Fonte originale: https://thesaker.is/the-most-important-question/.
Tratto da: https://www.lantidiplomatico.it/dettnews-la_domanda_pi_importante_di_tutte/39602_48298/.
Traduzione a cura di Nora Hoppe.