di Pino Cabras.
Il mondo si è svegliato riscoprendo che in Terra Santa c’è la guerra. E anche la presidente della Commissione Europea si è destata così. Ben svegliata, principessa Ursula! Sa che un po’ la invidio? Lei non deve mai faticare per trovare le parole, non deve mai studiarsi un caso, ha sempre un comunicato in lingua-di-legno perfettamente stereotipato per ogni occasione. In una questione in cui c’entra Israele il comunicato è sempre questo: «Condanno inequivocabilmente l’attacco condotto dai terroristi di Hamas contro Israele. Questo è terrorismo nella sua forma più spregevole. Israele ha il diritto di difendersi da attacchi così odiosi». Quante volte l’abbiamo già sentito? Ma soprattutto quanti silenzi, Ursula? Israele ha effettuato almeno 1.500 raid aerei in Siria (uno stato sovrano) soltanto negli ultimi due anni, con almeno 200 morti fra i civili. Abbiamo mai letto un suo comunicato sul «diritto di difendersi da attacchi così odiosi»? Non mi risulta. E anche sui continui nuovi insediamenti coloniali con cui Netanyahu & C. erodono territorio ai palestinesi che ci vivono da generazioni per impiantare magari degli estremisti nati in Kansas che dicono che quella è terra loro, non ho mai visto una sua presa di posizione forte.
Ho pronto per lei il pezzo di un nuovo comunicato, che suonerà più onesto, mi creda:
«A nome della Commissione Europea, esprimo la massima preoccupazione per la nuova fase di questo conflitto in atto da decenni. Vengono al pettine i nodi che non sono stati mai sciolti. La questione israelo-palestinese va pertanto affrontata in modo nuovo. Da molto tempo l’Unione europea è il primo donatore per lo sviluppo dei territori occupati da Israele in Palestina e ha assistito spesso passivamente alla distruzione da parte delle forze armate israeliane di infrastrutture pagate a caro prezzo da tutti noi, essenziali per programmi che avrebbero sottratto milioni di persone alla disperazione, a ideologie estremiste e al ricorso a forme di lotta più violente. La sistematica demolizione delle possibilità di impiantare una statualità autenticamente sovrana presso il popolo palestinese ha condotto la politica e la sicurezza militare a un vicolo cieco, intanto che peggioravano le condizioni di vita in Cisgiordania e si lasciava Gaza nella condizione sostanziale di una prigione a cielo aperto. Urge un cessate il fuoco ed è importante intraprendere i passi per una Conferenza di Pace internazionale in cui si impegnino le massime potenze economiche e militari del pianeta».
Questo sarebbe un vero risveglio. Naturalmente non lo farà. Né lo farà gran parte della politica europea, incluso l’arco delle forze italiane attualmente in Parlamento, da tempo incapaci di dire al momento giusto che c’è un occupante e un occupato.