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La rete degli Attac europei non ha prodotto finora un documentocomune sulla crisi del debito pubblico nell”Unione Europea, tuttavia i vari documenti pubblicati nelle ultime settimane sui siti di Attac Francia, Spagna e Germania convergono verso analisi e proposte comuni, riassumibili nei seguenti punti.
L”attuale crisi del debito non trae origine da una “dissennata” spesa pubblica ma dalla erosione, programmata e organizzata, dell”intervento dello stato nell”economia. Tale erosione è il frutto di un progetto di unificazione europea pensato per i mercati finanziari e non per i popoli.
L”unione Europea nata dal patto di stabilità ha consentito prima il trasferimento delle competenze di politica monetaria dagli stati alla BCE (il cui unico mandato è di controllare l”inflazione e proteggere il valore dell”euro) ed ora col ricatto del debito sta trasferendo alle banche anche le competenze di politica fiscale. Si veda a proposito l”agenda politica dettata alla Spagna come contropartita alla ristrutturazione del suo debito concordata a Bruxelles. La crisi del debito attuale è frutto degli elevati tassi di interesse imposti dai grandi investitori (banche, fondi comuni, grandi società finanziarie) per recuperare parte dei capitali persi durante la crisi finanziaria del 2008; una crisi che è stata provocata da operazioni finanziarie scorrette e fraudolente da parte di questi stessi soggetti.
Questo debito è pertanto illegittimo.
Alla radice dei suddetti problemi (vale a dire dell”architettura istituzionale europea, della crisi finanziaria e della crisi del debito) vi sono quei processi di deregolamentazione del mercato dei capitali e del settore finanziario che sono stati da sempre denunciati da Attac, una associazione, è bene ricordarlo, che nasce col preciso intento di opporsi alla dittatura della finanza e promuovere misure di regolamentazione e tassazione del settore finanziario, quali la Tobin Tax.
Rispetto ad una tale analisi delle cause della crisi le proposte di intervento avanzate dai diversi Attac riguardano i seguenti quattro punti.
1. Audit (revisione contabile) del debito da parte delle/i cittadine/i ai fini di individuare:
– la parte di debito illegittima, che quindi non va pagata;
– i responsabili della crisi (sui quali deve ricadere il costo della crisi);Â
– i grandi gruppi finanziari detentori del debito e le loro strategie di pressione sui governi nazionali ed europeo per proteggere i propri interessi particolari a detrimento dell”interesse generale;
– le misure di risanamento finanziario più opportune a promuovere una economia rispettosa della giustizia sociale, dell”ambiente e della salute.Â
2. Adozione di misure di risanamento finanziario degli stati improntate sull”equità , la giustizia sociale, il rafforzamento del ruolo dello stato sociale, la difesa dei beni comuni, la riduzione delle spese militari, un rilancio della crescita economica che faccia riferimento a nuove misure del PIL e al rispetto dei vincoli ambientali.
3. Regolamentazione dei mercati finanziari partendo da:
– tassazione sulle transazioni finanziarie;Â
– lotta ai paradisi fiscali;
– messa al bando di strumenti finanziari “tossici”, quali ad esempio Cdo (Collateralized Debt Obligations), Cds (Credit Defalut Swap) e transazioni ad alta velocità .
4. Ridefinizione delle istituzioni europee affinché siano al servizio della maggioranza della popolazione e non del grande capitale finanziario internazionale, vale a dire dei pochi gruppi ed individui nelle cui mani si va concentrando progressivamente la ricchezza mondiale.Â
La riforma delle istituzioni europee passa per:-la democratizzazione delle istituzioni, in primis della Commissione e della BCE che di fatto governano l”Unione senza averne avuto il mandato, tramite una consultazione elettorale democratica, dalla popolazione; la modifica del mandato istituzionale della BCE, che dovrebbe gestire la politica monetaria al servizio del benessere collettivo, con la possibilità ad esempio di finanziare direttamente il debito degli stati tramite emissione di eurobond a tassi di interesse “controllati”; consolidamento della coesione sociale e della solidarietà tra gli stati membri attraverso il coordinamento delle politiche fiscali, nonché il coordinamento tra queste e la politica monetaria.
Il tratto principale delle analisi della crisi del debito da parte dei diversi Attac europei è che tutti chiedono una uscita dalla crisi che rafforzi l”Unione Europea e la coesione tra i paesi membri. La possibilità di default “controllati” e di uscita unilaterale dall”euro da parte dei singoli paesi sotto attacco speculativo è vista come strada pericolosa perché potrebbe comportare sacrifici comunque ingenti per la popolazione senza eliminare le cause della crisi. Queste ultime vanno ricercate nello strapotere dei mercati finanziari.
L”obiettivo di Attac è quello di combattere gli squali della finanza ed il processo di globalizzazione iniquo e antidemocratico promosso dalla “rivoluzione” neoliberista. Solo riportando la finanza a servizio dell”economia e l”economia a servizio della società intera è possibile cambiare il segno della globalizzazione neoliberista e promuovere la cooperazione tra i popoli.
Tra le iniziative concrete per rispondere alla crisi del debito va segnalata la campagna nata in Francia per l”audit del debito promossa da diverse associazioni tra cui Attac France. Il collettivo che promuove la campagna (Le collectif pour un audit citoyen de la dette publique, http://www.audit-citoyen. org/) sta attualmente raccogliendo le adesioni per organizzare il proprio piano di attività che prevede i seguenti passi:
– costituire una base documentale sul debito, esigendo dalle autorità pubbliche la visione di tutti i dati ed i documenti necessari per avere un quadro completo del problema del debito pubblico;
- pubblicare documenti per diffondere a livello ampio nella società i dati del problema ed avviare una discussione sulle soluzioni alternative ai piani di austerità finora proposti;
-Â organizzare gruppi di discussione ed azione a livello locale, nazionale ed europeo;
– porre domande precise ai partiti ed ai candidati delle prossime elezioni in materia di finanza e debito pubblico;
– creare una rete di comitati, estesa anche al sud del mondo, per condividere le diverse esperienze di audit e confrontare le diverse proposte dei movimenti sociali.Â
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