'L''UE cambia, in peggio'

Preroll AMP

admin Modifica articolo

3 Gennaio 2012 - 22.01


ATF AMP

Top Right AMP

di Fabrizio Tringali – Megachip.

Il dibattito italiano sulla crisi dei debiti sovrani si sta concentrando intorno a quelle che da più parti vengono presentate come le soluzioni definitive: assegnare alla Banca Centrale Europea compiti e poteri simili a quelli della FED Americana, ed eventualmente emettere Titoli di Stato Europei (Eurobonds).  In questo modo la BCE assumerebbe il ruolo di prestatore di ultima istanza per gli Stati dell”Eurozona, finanziandoli direttamente e garantendo la solvibilità del debito.

Dynamic 1 AMP

Queste idee sono ormai sposate dall”intero arco di forze politiche[1] e dallo stesso governo Monti.

Molti economisti e commentatori (anche appartenenti ad aree politiche e culturali critiche) concordano. Queste misure infatti sono necessarie per salvare l”Euro.

Dynamic 1 AMP

Esse però non vengono realizzate, almeno per ora, a causa delle resistenze della Germania, motivate dallo storico timore teutonico nei confronti dell”inflazione.

In realtà vi sono altri buoni motivi per spiegare il NIET (anzi, il NEIN) che finora la signora Merkel ha opposto agli altri capi di Stato europei, che possono essere riassunti in due fondamentali questioni: la Germania non vuole scatenare azzardi morali, e non vuole pagare per la poca competitività dei Paesi deboli.

Pertanto, prima di rendersi disponibile a discutere di qualsiasi proposta sulla BCE o sugli Eurobonds, la Germania deve essere messa al riparo da una serie di rischi. È per rispondere a questi che la UE sta imponendo agli Stati la realizzazione di precise misure. La stessa Unione sta per essere di fatto rifondata (tramite modifiche ai trattati europei che saranno approntate entro i prossimi mesi, per essere poi approvate dai Parlamenti nazionali nei tempi e con le procedure previste dagli ordinamenti interni).

Dynamic 1 AMP

Analizziamo brevemente questi rischi e le relative misure previste:

Rischio di azzardi morali: per evitare che gli Stati abbiano esigenza di emettere quantità crescenti di titoli di debito, la UE blinda pesantissimi vincoli alla spesa pubblica degli Stati, tramite l”inasprimento del meccanismo di sanzioni in caso di sforamento dei rapporti deficit/PIL e debito/PIL consentiti.

Questo comporta quel che stiamo vedendo oramai da un anno: ripetute manovre economiche per abbassare i deficit e i debiti, le quali scatenano spirali recessive e peggiorano ulteriormente la situazione. A tutto ciò si unisce la repressione dei movimenti che contrastano le grandi opere come la TAV, e presto si aggiungerà la svendita dei beni comuni e la privatizzazione dei servizi pubblici, in barba al risultato dei referendum.

Dynamic 1 AMP

Del resto Unione Europea e democrazia sono oramai antitetici: ciò che la UE vuole realizzare non può essere concretizzato da governi democratici, perché questi non avranno mai (giustamente!) il consenso necessario per scelte così terribili e antipopolari. Ben consapevoli di questo, la tecnocrazia europea ha dimissionato i governi dei PIIGS, sostituendoli con propri uomini di fiducia.

Ma gli espedienti degli eurogoverni tecnici (Monti in Italia) e di larghe intese (Papademos in Grecia) sono temporanei, e presto segneranno il passo perché con il peggiorare della crisi i partiti non saranno più in grado di garantire loro la maggioranza parlamentare.

La soluzione al problema è già pronta, e prevede la totale spoliazione della sovranità degli Stati. Sarà direttamente la Commissione Europea a decidere le misure draconiane che nessun governo democratico potrebbe riuscire a far subire alla popolazione.

Dynamic 1 AMP

Gli Stati nazionali perderanno ogni sovranità, i cittadini ogni possibilità di controllo democratico[2].

Il meccanismo è semplice: gli Stati deboli saranno sempre più indebitati, e per restare nell”Euro non potranno che chiedere gli aiuti europei, in cambio dei quali dovranno fare tutto ciò che la Commissione chiederà loro. È quello che già accade in Grecia (con l”aiuto del FMI) e che presto, grazie ad un nuovo quadro giuridico che impedirà qualsiasi forma di opposizione, diventerà realtà in tutti gli altri PIIGS, compresa l”Italia[3].

Non è un piano segreto. È scritto nero su bianco in tutti i documenti ufficiali dell”ultimo periodo, compreso il testo emesso alla fine del vertice di dicembre 2011, scaricabile qui, dal sito del «Sole 24 Ore», unico quotidiano ad averlo pubblicato (insieme al «Corriere della sera», che però ha pensato bene di diffondere solo la versione in inglese)

Dynamic 1 AMP

 

Rischio trasferimento di fondi: la Germania non vuole pagare per la minor competitività degli altri Paesi (che è uno dei motivi principali della crisi di  fiducia che investe i debiti sovrani), quindi pretende che tutti realizzino riforme del mercato del lavoro che portino alla diminuzione dei costi per unità di prodotto. Il che si traduce nella cancellazione delle tutele dei Contratti Nazionali di Lavoro, nei licenziamenti facili, nell”agganciamento dei salari alla produttività, nella perdita dei diritti sindacali, nella sottomissione di ogni aspetto della vita del lavoratore alle esigenze della produzione. È esattamente ciò che la BCE pretende da tutti i Paesi PIIGS, e che ha espressamente richiesto con le recenti lettere recapitate ai capi di governo, compreso il dimissionato Zapatero, nonostante la Spagna abbia un rapporto debito/PIL non problematico.

È la riprova che la UE sa benissimo che l”Euro non può restare in piedi se non diminuiscono i gap di competitività fra i Paesi dell”eurozona, ed opera sull”unico fronte disponibile: il costo del lavoro. Del resto è così che la Germania ha costruito la sua competitività: comprimendo i salari.

Dynamic 1 AMP

In pochi sanno infatti che dal 2000 ad oggi i salari reali tedeschi sono significativamente diminuiti, caso unico nella zona Euro.

Ed è questa svalutazione reale ad aver stimolato l”export tedesco. Salvare l”Euro vuol dire accettare una forte diminuzione del potere di acquisto dei lavoratori dei Paesi PIIGS, unita alla perdita delle tutele sociali e sindacali garantite dalla contrattazione nazionale[4].

La sostanza di quanto esposto è che l”Euro non può materialmente essere salvato senza distruggere la vita della stragrande maggioranza delle popolazioni europee.

Dynamic 1 AMP

Questa catastrofe potrebbe essere lievemente mitigata solo se i Paesi dell”Eurozona riprendessero a crescere a ritmi sostenuti e sufficientemente omogenei. Il che è impossibile, a causa di molte ragioni, prima fra tutte il fatto che le economie dei PIIGS sono oramai avvitate in spirali recessive senza uscita, causate dalle manovre restrittive imposte dalla UE[5] e alle quali non esiste alternativa finché l”obiettivo resta quello di salvare la moneta comune[6].

Alla fine l”Euro non reggerà, ma se non prende corpo un movimento politico-sociale capace di dire tutta la verità sulla crisi, e accelerare il ritorno alle monete nazionali e il ripudio dei vincoli UE, ciò accadrà solo dopo che i PIIGS, compresa l”Italia, saranno stati spogliati di tutto, determinando costi sociali incalcolabili. La crisi che abbiamo vissuto fino ad oggi, nonostante la sua durezza, è poca cosa rispetto a quello che ci aspetta nei prossimi mesi. E quando l”intero Paese sarà in ginocchio, rialzarsi dopo la shock della fine dell”Euro sarà quasi impossibile.

NOTE:
Dynamic 1 AMP

[2]  Questo è il motivo principale che ha spinto la Gran Bretagna a rifiutare di sottoscrivere le bozze dei nuovi trattati europei.

Dynamic 1 AMP

[3]  Nel frattempo la UE inonda di liquidità le banche con prestiti a tasso minimo, consentendo loro di intascare il differenziale con il tasso dei titolo eventualmente acquistati, e permettendo loro di finanziare il credito privato (cioè i debiti di imprese e famiglie). A causa della recessione in atto, che peggiorerà, questa operazione metterà in crisi anche i pochi fondamentali dell”economia che i Paesi come il nostro potevano vantare, come appunto il basso indebitamento privato.

[5]  Tralasciamo qui il fatto che questa crescita in realtà non è nemmeno auspicabile, visto che comporterebbe costi ambientali altissimi, a fronte di una lieve mitigazione di una evitabilissima catastrofe sociale

Dynamic 1 AMP

[6]  L”unica alternativa sarebbe convincere la Germania ad assumere su di sé i costi degli squilibri economici dell”area Euro (semplificando: la Germania dovrebbe fare per il resto d”Europa quello che il Nord Italia fa per il Mezzogiorno). Il che è ovviamente e fortunatamente impossibile. “Fortunatamente” perché un tale scenario diverrebbe inevitabilmente un brodo di coltura estremamente favorevole per forze politiche di tipo reazionario, violento e xenofobo. 

FloorAD AMP
Exit mobile version