'L''idea di Serra per salvare l''Italia: indebitarvi'

Renzi ha intorno a sé persone come Yoram Gutgeld e Farinetti, e poi c’è Davide Serra del fondo d’investimento Algebris. Pronti per la ricetta di un nuovo disastro?

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11 Gennaio 2014 - 21.24


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di Daniele Basciu.

Le dimissioni di Fassina del PD fanno
pensare gli altri che sono rimasti abbiano in mente progetti indicibili,
e forse lui ha temuto di non esserne all’altezza. Non è chiaro se
queste cose le farà Renzi, che parla come se fosse già presidente del
consiglio, o le farà Letta che ora è lì sul posto.

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Renzi ha intorno a sé persone come Yoram Gutgeld e Farinetti,
poi c’è Davide Serra del fondo d’investimento Algebris, che è stato
anche uno dei finanziatori della campagna per le primarie e già nel 2012
aveva organizzato la famosa cena
in cui lo stesso Serra aveva presentato lo studio “L’Italia: problemi,
conseguenze e raccomandazioni”. Ha rilasciato questa eccellente intervista sul
Sole24 Ore: un terzo dell’articolo è dedicato a alle foto dei nobel per
la pace appese  nel suo ufficio, e  alla fondazione che ha aperto per
aiutare i poveri in Tanzania; questo è fondamentale perché è garanzia di
bontà d’animo.

Incastonate a centro articolo, le proposte di Serra per salvare
l’Italia: raccomanda la vendita di immobili pubblici per 80 mld,
partecipazioni dello Stato per 40 mld e tagli alla spesa pubblica del
20% anno, e questo non è molto originale. Il punto principale è uno:
dice che “ in Italia  c’è troppo debito pubblico e poco debito privato e delle aziende, e questo blocca la crescita”.

Quindi
hanno l’obiettivo di far aumentare il peso dell’indebitamento dei
privati rispetto al peso del debito pubblico. L’incremento del debito
privato rispetto a quello pubblico è quello che è avvenuto negli USA già
a partire dagli anni ’60, lo mostra questo grafico:

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È evidente l’impennata dell”indebitamento privato sotto la presidenza Clinton che arrivò a realizzare il surplus di bilancio a fine anni ’90-2000.

Nel
dato specifico sull”andamento anno/anno del debito pubblico USA
detenuto da investitori privati, è evidente come  tenda a ridursi
immediatamente prima della crisi 2007-2008:

Quello che è accaduto lo spiega molto bene Michael Hudson in questo video,
dove parla della differenza tra “moneta” spesa dallo Stato e “credito”
erogato dalle banche. Quando lo Stato spende, il deficit eventuale
risultante non deve “essere restituito”. Quando lo Stato non spende,
questa “non spesa” viene compensata dall’indebitamento privato,
l’erogazione di credito coperto da garanzie ipotecarie. Queste due
tipologie di “soldi” sono profondamente differenti:

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1)    Finalità:
la spesa pubblica è indirizzata a finalità pubbliche. La spesa privata è
indirizzata a finalità privatistiche. Nei  contesti di fine anni ’90 e
negli anni 2000 in particolare finì a gonfiare i prezzi di azioni e
immobili;

2)    Sostenibilità: La spesa alimentata dal
credito genera un debito che dovrà essere restituito, per cui a
differenza della spesa pubblica non può crescere indefinitamente. Questo
accumulo di debito privato si conclude con il “deleveraging”, cioè la
riduzione aggregata del debito privato cumulato, che può avvenire in
vari modi volontari (i Giubilei delle ere passate) o meno, come ad
esempio le crisi finanziarie, in cui grandi numeri di creditori non
riescono a ripagare i propri debiti. Hudson  spiega che in queste
condizioni “i debiti che non possono essere ripagati, non lo saranno. Si
tratta solo di capire in che modo avverrà”. Tutto questo non riguarda
in alcun modo il debito pubblico sovrano.

3)    Soggetti che si indebitano:
Le fasce di popolazione povere sono di regola quelle più facilmente
colpite dal sovraindebitamento derivante dal credito al consumo.

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In
un sistema sano è l’investimento dello Stato in infrastrutture e per
finalità pubbliche che costituisce il volano del funzionamento corretto
del sistema economico. In questi scenari l’incremento dell’indebitamento
privato è fisiologico e frutto di un aumento degli investimenti privati
basati sulle aspettative positive verso il futuro. Questi investimenti
vanno a traino degli investimenti del settore pubblico. In uno scenario
devastato come quello attuale come si realizzerebbe invece l’idea di
Serra? Con il taglio della spesa pubblica che obbligherebbe il settore
privato ad indebitarsi per godere di beni/servizi che prima facevano
parte degli investimenti pubblici, per i quali spendeva lo Stato
monopolista della moneta. Alla fine di questa che sarà una fase di
crescita dell’indebitamento “per necessità”, ci sarà la fase
deleveraging. E cosa accadrà? Serra queste cose le sa bene, non è uno
che passa lì per caso. Si può leggere qui nell’ottimo Cobraf cosa fanno Blackrock e Blackstone
e gli squali della finanza: comprano all’asta le case delle persone che
hanno perso il lavoro e non riescono a pagare il mutuo, e le affittano.
In aggiunta, vendono obbligazioni garantite da questi affitti (che poi
si schianteranno innescando un altro crash quando la gente non avrà più i
soldi neanche per pagare l’affitto)

Negli USA (che pure potrebbero tirarsi fuori da questa situazione) la metastasi è in stadio avanzato.

Tagliano il finanziamento dell’istruzione pubblica e così  nonostante l’indebitamento privato sia in diminuzione negli
ultimi 4 anni, una quota sempre crescente di questo indebitamento è
dovuta ai prestiti contratti dalle famiglie degli studenti per
finanziarne i corsi di studi:

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Si potrebbe pensare che la cosa sia preoccupante, ma che è una
stortura USA, ma in realtà da noi è pure peggio. C’è stato a Novembre
l’alluvione in Sardegna, oggi lo Stato non può spendere per ripristinare i danni ma le banche fanno una cordata per prestare 100 milioni agli alluvionati, obbligano i privati ad utilizzare il credito al posto della spesa che in altre epoche avrebbe effettuato direttamente lo Stato .

Quindi
fino ad oggi hanno portato avanti questo progetto senza farsi troppa
pubblicità, ora lo preannunciano con le interviste sui giornali,
significa che stiamo arrivando alle fasi terminali del disastro.

Fonte: http://www.retemmt.it/component/k2/item/160-l-idea-di-serra-per-salvare-l-italia-indebitarvi.

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