'L''Enciclica della Complessità'

Con l’enciclica #LaudatoSi’ di papa Francesco, la cultura della complessità termina la prima fase della sua vita, e si può dire che ora possa ritenersi affermata.

'L''Enciclica della Complessità'
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20 Giugno 2015 - 18.00


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di
Pier Luigi Fagan
.

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Con
l’enciclica “Laudato si’” di papa Francesco, la cultura della
complessità termina probabilmente la prima fase della sua vita, la
fase in cui si è formata ed in cui ha cercato di affermarsi per il
riconoscimento. Con questa enciclica, si può dire che tale cultura
possa ritenersi affermata. L’affermazione ovviamente non significa
che tale cultura è diventata la cultura di riferimento principale,
né che spetti al vertice di una istituzione religiosa timbrarne il
riconoscimento ma che, data l’ampiezza e la significanza sia del
testo che dell’autore, ha ottenuto lo statuto di visione del mondo
nel panorama culturale. Del resto, si deve riconoscere al testo
papale. la coerenza di forma e contenuto. Qui, davvero si integrano
le visioni ecologiche con quelle economiche, con quelle politiche e
geopolitiche, con quelle scientifiche, con quelle filosofico-etiche.
Poi c’è anche la teologia ma questo è uno specifico dell’autore
e della sua immagine del mondo che è nel suo pieno diritto proporre.

L’enciclica
è una circolare che detta la linea o meglio, l’interpretazione del
mondo, alla rete vescovile della Chiesa cattolica e quindi, dato il
percolare culturale dall’alto al basso, si presume dovrebbe
informare il punto di vista della Chiesa nei prossimi anni. La Chiesa
però, è una istituzione più plurale di quanto ami dar a vedere e
quindi non si deve immaginare un rigido allineamento alla nuova
impostazione. Rimane però il segno forte di una impostazione e per
questa impostazione non c’è che un termine per esprimerne il
concetto: complessa.

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Poiché
la complessità è difficilmente riducibile senza perdere risoluzione
delle cose, è conseguente che questo commento viola il principio di
non riduzione. Non rimane quindi che invitare preventivamente coloro
che sono interessati a leggersela. Chi scrive, non solo non ha
credenze religiose ma è spesso assai critico non solo verso le
istituzioni religiose ma verso la religione in sé. Né pensa bene
della categoria degli atei devoti. L’invito a leggerla, quindi, è
l’onesto riconoscimento ad uno scritto, scritto assai meglio di
quanto noi siamo in grado di fare (la semplicità apparente
dell’espressione intrecciata con la grande complessità del
ragionamento. Un testo di facile e godibile lettura sopra molti
sottotesti di più complesso rimando). Il testo è interessante in
sé, non meno di un libricino di Edgar Morin o del Worldwatch
Institute o di certi teorici della decrescita. Su alcuni punti la si
pensa diversamente ma certo è che intravedere il tessuto della
cultura complessa sostenere un enciclica papale provoca una certa
meraviglia ma anche un certo, contenuto, entusiasmo. La gramsciana
battaglia per l’egemonia culturale di certe idee ma più che altro,
modi di pensare, riceve un importante assist.

A
costo di apparire pedanti, credo sia interessante segnalare i punti
precisi in cui si articola questo tessuto complesso, non da un punto
di vista concettuale (per questo si rimanda alla lettura diretta) ma
esattamente testuale. Tra gli altri:

Tutto
il mondo è intimamente connesso (p.15). Si cita il cambiamento
continuo come dinamica dei sistemi complessi (17). Il mistero delle
molteplici relazioni che esistono tra le cose (19). Il clima è un
sistema complesso (20). Dobbiamo preservare una biodiversità di
grande complessità (31). A pagina 33 si cita l’effetto farfalla
come effetti imprevedibili della perturbazione ambientale. Tutte le
creature sono connesse tra loro (33). C’è complessità anche
nell’esperienza personale (36). Le situazioni regionali sono
complesse (39). Il problema è che non disponiamo ancora della
cultura necessaria per affrontare questa crisi (
una
crisi di complessità
)
(42). I problemi del mondo non si possono analizzare né spiegare in
modo isolato (47). La crisi ecologica è complessa (49). Tutto è in
relazione (56). L’insieme dell’universo con le sue molteplici
relazioni (
non
ho annotato la pagina
).
Per questo abbiamo bisogno di cogliere la verità delle cose nelle
sue molteplici relazioni (68). L’interdipendenza delle creature è
voluta da Dio (69). Noi tutti esseri dell’universo siamo uniti da
legami invisibili (70). Tutto è collegato (71). Tutto è in
relazione (72). Nota antiriduzionista a pagina 72. Effetti cecità
dovuti a gli eccessi della specializzazione a pagina 86. La
frammentazione del sapere conduce a perdere il senso della totalità
delle relazioni che esistono tra le cose (87). Isolare cose che nella
realtà sono connesse (88). Tutto è connesso (92). Tutto è in
relazione (94). Si attende ancora lo sviluppo di una nuova sintesi
che superi le false dialettiche degli ultimi secoli (94). Si
distrugge la complessa trama degli ecosistemi (105), […] non si
mette sul tavolo l’informazione completa (105). Tutto è
intimamente relazionato (107). Non è superfluo insistere
ulteriormente sul fatto che tutto è connesso (107). Le conoscenze
frammentate ed isolate possono diventare un forma di ignoranza (108).
Soluzioni integrali (108). Una sola, complessa, crisi
socio-ambientale (108). Il tutto è superiore alla parte (110, 
il
che è un truismo, di solito si citano le parti
).
Se tutto è in relazione … (110). Mondo interdipendente (127).
Approccio integrale … dialogo interdisciplinare (150). Totalità
dei processi (151). Le Persone divine (le tre ipostasi della Trinità)
sono relazioni sussistenti e il mondo … è una trama di relazioni.
(
più
in generale, l’intero paragrafo VII del capitolo VI, sulla Trinità
è un cesello di ontoteologia dell’Uno-Molteplice di sapore
neo-platonico con appoggia anche sulla teologia francescana di
Bonaventura. Il concetto è ripreso nella finale Preghiera cristiana
per il creato in cui troviamo
 â€œSignore
Dio, Uno e Trino, 
comunità stupenda
di amore infinito…” 
dove
quindi si aggiorna la storicamente problematica faccenda del
monoteismo su tre ipostasi con il concetto di relazione, Dio è una
comunità!
 186).
… in seno all’universo possiamo incontrare innumerevoli relazioni
costanti che s’intrecciano (
intrecciare
= plexus, da cui cum-plexus ovvero intrecciato assieme
)
(181 cit. da Tommaso, Summa Theologiae). Tutto è collegato (181).

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Questa
la traccia testuale che innerva la prima enciclica della complessità.


________________________

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La
nota 53 a pagina 65 cita il riferimento preciso di questo punto di
vista: 
Teilhard
de Chardin
.
TdC fu un filosofo, valente paleontologo, gesuita, francese
(1881-1955), teologo della complessità. Il suo pensiero è
ovviamente complesso e quindi non lo affrontiamo qui perché seguiamo
un altro intento, chi vuole, può cominciare a farsene una idea 
qui.
Gesuita come Francesco, TdC  si è trovato ai confini tra
l’eresia e l’ortodossia, talvolta è stato posto da una parte,
altre lo si è riportato dall’altra. Non venne apertamente
messo all’Indice dei libri proibiti ma le sue opere, in odore di
panteismo spinozista, subirono monito (censura di fatto) e se ne
impose il ritiro dalle biblioteche ecclesiastiche. Difeso dai gesuiti
ma sempre confinato nel limbo dell’incerto giudizio e del sospetto,
Francesco e gli estensori dell’enciclica, lo riportano al centro
del motore ideativo e spirituale della Chiesa, poggiandosi nella nota
citata, ai precedenti di Paolo VI , Giovanni Paolo II e naturalmente
Benedetto XVI, il quale compare sottotraccia al testo dell’enciclica,
più volte, come si evince dall’idea di un papa ermeneuta e
relativa citazione addirittura di P. Ricoeur (67). Anche gli strali
sul relativismo ed il genderismo, nonché la reiterata censura del
post-moderno, sono di chiara origine ratzingeriana. Ci si poteva
aspettare qualcosa sul sincretismo ma forse Bergoglio, attento ai
possibili sviluppi in Cina e pur sempre discendente di Matteo Ricci,
l’ha tolto.

Oltre
lo strato ecologico, quello sociale, quello economico, forte è la
base filosofica che si dipana da Bonaventura (teologia della luce) a
Tommaso, dall’ermeneutica che estrae temi attuali dalla verità
eterna, dalla citazione dei “dualismi malsani” del razionalismo
cartesiano, da un sorprendente e reiterato “la realtà è superiore
all’idea”, all’etica della responsabilità e principio di
precauzione di H.Jonas. La complessità comporta una ontologia
sistemica e questa il concetto di relazione ma dal concetto di
relazione sono possibili almeno due esiti: il relativismo che è
apertamente citato come scaturigine filosofica di tutti i mali
moderni, il relazionalismo che è poi ciò che informa la visione
dell’enciclica. Questa nuova posizione della teologia della
complessità, per posizionarsi, deve poi fare i conti con i rischi
associativi con derive pericolose ed ecco il distinguo con il
panteismo spinozista (rischio corso da TdC) e con il biologismo,
neo-religione new age che condivide la visione olistica ma non quella
complessa.

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In
economia ci sono posizioni dichiaratamente decresciste, perpelesse
sull’assolutezza della proprietà privata, su una concezione
“magica” del mercato (nell’accusare i quantificatori
razional-mercatistici di “credenza magica” si avverte un velo di
sottile perfidia che fa sorridere con gusto), molto bene-comunitarie,
in favore delle piccole produzioni (si veda R.M.Unger che credo il
papa sudamericano conosca bene), una antropologia di homo faber molto
vicina al marxismo, la non neutralità della scienza o peggio
tecno-scienza stando però ben attenti a non cadere in posizioni
antiscientifiche. Anzi. L’enciclica è molto ben informata sul
dibattito scientifico attuale (vedi la posizione cauta su OGM) e
promuove alcune posizioni interne a questo dibattito e non certo il
rifiuto dogmatico del’atteggiamento tecno scientifico in sé,
considerato comunque una conquista dell’evoluzione culturale umana.
Il problema avvertito e la sottomissione di queste potenziale
complessità creatrice alla logica dell’interesse (economico) di
parte, primo perché i suoi effetti non sono economicamente neanche
conteggiati (esternalità vengono chiamate), secondo perché non sono
tutti economici, terzo perché non sono di parte ma generali ed
anzi con chiaro squilibrio tra chi ne percepisce i vantaggi e chi i
problemi che creano. In generale, si sottolineano gli squilibri:
quello ricco-povero, città-campagna, occidente-resto del mondo,
individuale-sociale, privato-pubblico-comune, logica breve termine –
effetti a medio lungo, economia finanziaria – economia reale,
politica – economia, ecologia – economia. Ma va la pena di
leggere il testo quanto ad analisi sulle relazioni ecologia –
economia – politica – società – etica tessute assieme con fini
ed agili dita.

Geopoliticamente,
non è un caso che Francesco citi testi ed esperienze di tutte le
chiese più attive e “calde”, quelle sud-americane, africane,
asiatiche, financo dell’Oceania. Nulla di nulla sulla deprimente
realtà della secolarizzata Europa se si eccettua una citazione della
Conferenza Episcopale portoghese.

Richiami
forti al Patriarca Bartolomeo nella nuova 
liason che
Bergoglio vuole creare con la Chiesa ortodossa. Citazioni per gli
ebrei e per Ali Al-Khawas poeta musulmano sufi del IX secolo. Quindi
tutti i monoteismi. Tutti? Mancano i protestanti:
come
ci informa Wikipedia con puntualità
(l’enciclica
è pubblica dall’altro ieri quindi qualcuno, non dal Vaticano, ha
prodotto la voce nottetempo) due giorni prima dell’emissione
ufficiale, l’Arcivescovo di Canterbury ha proclamato una “green
declaration” co-firmata, tra gli altri, dalla Conferenza metodista
mentre
giungono
applausi
a mani strette anche dal movimento dei cristiani evangelici di
Losanna e dalla Chiesa Riformata del Nord America. Anche Obama,
contando sul fatto che i più leggeranno i giornali e non il testo
integrale, si spertica. Perché sottolineare la cosa?

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Non
tutto il capitalismo si spiega con l’etica protestante e viceversa
ma non v’è dubbio che vi siano ampie sovrapposizioni tra i due
sistemi come fece notare Weber e come conferma la geografia religiosa
ed economica contemporanea. Di contro, le varie chiese protestanti,
stanno conducendo una pressante forma di evangelizzazione proprio
nelle aree in cui la Chiesa cattolica spera di allargare i suoi
stessi consensi. Lo stesso Sud America di Bergoglio (si vedano le
ultime elezioni in Brasile), l’Africa, il Sud Est asiatico mentre i
cattolici insidiano l’Oceania e la Cina dove il protestantesimo è
accreditato di una penetrazione del 2,2% della popolazione totale
contro il 0,2% dei cattolici ma soprattutto dove i primi non sembrano
incontrare i problemi che invece incontrano i secondi.

Insomma,
Bergoglio-Francesco ha la sua originaria ed onesta ispirazione
gesuitico-francescana, 
abbastanza sociale,
la Chiesa cattolica cerca il riposizionamento in un mondo che cambia
con estrema 
rapidación,
come dice Francesco stesso (17) e in termini di marketing della
evangelizzazione i protestanti usano gli scandali sessuali dei
cattolici ed i cattolici censurano il loro smodato amore per il
denaro. Il senso finale dell’enciclica infatti, è quello che il
denaro ordina ciò che dovrebbe ordinare l’etica della relazione
alla luce di una concezione complessa dell’uomo e del mondo. Questo
i giornali, più di tanto non lo sottolineano e così Obama può
plaudire il papa verde riducendone la policromia delle tesi ad una
frequenza sola.

L’Enciclica
invita ad una vera e propria 
rivoluzione
culturale
.
Noi già ci spendiamo da tempo su questa barricata e non possiamo che
dargli un benvenuto umanista e fraterno tra gli “uomini di buona
volontà” pur sapendo che se qualcosa ci unisce, altro ci divide. I
più vi leggeranno svolte verdi, anticapitalismo, improbabile
neo-marxismo, anti-americanismo, anti-modernismo e chissà cos’altro.
Per altro vi leggeranno quello che vi proietteranno senza sorbirsi la
fatica del testo che non essendo un tweet esce dai parametri del
format cognitivo a cui siamo ridotti ultimamente. Noi vi leggiamo la
proposta di un modo di pensare l’uomo, il mondo, la loro relazione
e  questa proposta metodologica, la condividiamo
senz’altro.

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Terminiamo
con una citazione dalla Preghiera per la Terra (184-185):

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… Tocca
i cuori di quanti cercano solo vantaggi a spese dei poveri e della
terra. Insegnaci a scoprire il valore di ogni cosa, a
contemplare con stupore, a riconoscere che siamo profondamente uniti
con tutte e creature nel nostro cammino verso la tua luce infinita.
[..] Sostienici, per favore, nella nostra lotta per la giustizia,
l’amore e la pace.

Buona
lettura.

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Fonte: [url”https://pierluigifagan.wordpress.com/2015/06/20/lenciclica-della-complessita/”]https://pierluigifagan.wordpress.com/2015/06/20/lenciclica-della-complessita/[/url]

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